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mercoledì 23 marzo 2022

Appunti per una breve storia dell'Ucraina.

Preparati per scopi didattici, questi appunti relativi alla storia dell'Ucraina vengono condivisi in questo blog, su sollecitazione di amici.
Post di Rossana Rolando.
Mappe tratte da Limes - Rivista Italiana di geopolitica (qui il sito).
 
Rus' di Kiev
💥 Ucraina: le origini medievali e le dominazioni mongola, lituana, polacco lituana.
IX secolo: sulle popolazioni slave delle coste baltiche orientali e poi, nei pressi del fiume Dnepr, inizia a regnare una dinastia scandinava e si forma il principato Rus’ di Kiev (880). Da questo primo centro deriverà il nome Russia.
X secolo: nel 988 il principe Vladimir I di Kiev si converte al cristianesimo e dà inizio alla chiesa russa ortodossa. Perciò la città di Kiev viene considerata la “Gerusalemme dei russi”, matrice culturale e religiosa degli slavi orientali.
XII-XIII secolo: divisione del regno di Kiev in principati e successivo assoggettamento ai Mongoli, nel XIII secolo, tramite pagamento di tributi.
 
💥 Separazione di Ucraina e Russia.
Russia, XIV-XV secolo. Il centro slavo si sposta da Kiev verso est, nella direzione di Mosca (fondata nel 1147, diversi secoli dopo Kiev, risalente almeno al V secolo). La monarchia russa di Ivan III si affranca nel 1480 dai Mongoli e nel 1494 dai lituani andando a costituire il terzo Impero (dopo quello romano e bizantino).
Ucraina, XIV-XV-XVI-XVII secolo. Per i territori intorno a Kiev, invece, alla fine del XIV secolo, inizia una dominazione prima lituana e poi polacco-lituana (Confederazione formatasi nel 1569). La regione prende il nome di Ucraina che significa, in antico slavo, terra di confine. Si sviluppano tensioni tra ucraini ortodossi e polacchi cattolici. Alla fine del XVI secolo, una parte degli ucraini ortodossi riconosce l’autorità del papa, con il permesso di mantenere riti bizantini (nascita della chiesa greco cattolica). Molti contadini ucraini non si adeguano a questa svolta e decidono di fuggire a sud est del fiume Dnepr unendosi ai cosacchi (vagabondi).
 
Dominio polacco lituano.
💥 L’Ucraina e la spartizione tra Russia e Polonia, tra Russia e Impero asburgico.
XVII secolo. Nel 1654 si stabilisce un’alleanza dei cosacchi con la Russia, in funzione antipolacca. Nel 1667 dopo la guerra tra Russia e Polonia (1654-1667) il trattato di Andrusovo assegna l’Ucraina ad est del fiume Dnepr alla Russia (compresa Kiev), mentre la parte centro occidentale torna alla Polonia.
XVIII secolo. Con la guerra russo ottomana - tra 1768-74 - l’impero russo sconfigge gli Ottomani e ottiene il controllo della fascia costiera del Mar Nero: Crimea (ottomana dal 1475) e parte costiera del Mar Nero.
Caterina II fonda Odessa.
Con le partizioni della Polonia nel corso del secondo 1700 anche l’Ucraina centro occidentale passa alla Russia, mentre la Galizia entra a far parte dell’Impero asburgico.
 
💥 La nascita del nazionalismo.
XIX secolo. Nella seconda metà dell’Ottocento nasce il nazionalismo ucraino, anche in contrasto con il processo di russificazione (divieto della lingua ucraina). L’Ucraina è denominata “piccola Russia”, quindi non riconosciuta nella sua specificità. Stesso nazionalismo si sviluppa in Galizia, nell’Impero asburgico. Dopo il Primo conflitto mondiale, con lo sgretolamento dell’Impero zarista e di quello austroungarico, il nazionalismo si rafforza.
 
Ucraina russa nell'Ottocento
💥 La rivoluzione russa (nel contesto della Prima guerra mondiale): nuova suddivisione tra Russia e Polonia.
Aprile 1917: si costituisce a Kiev la Rada, un Consiglio centrale che dichiara l’indipendenza della Ucraina. Ma la situazione è molto incerta. 
Da parte sua, la Russia bolscevica, dopo la rivoluzione dell’ottobre del 1917, proclama la Repubblica sovietica dell’Ucraina. 
La Russia è uscita dal conflitto mondiale e ha firmato la pace di Brest-Litovsk (marzo 1918), quando il resto d’Europa è ancora in guerra: la Germania occupa l’Ucraina. 
Con il crollo dell’Impero tedesco, alla fine del 1918, l’Ucraina si trova al centro della guerra civile russa (1918-1921) tra le armate bianche filo zariste e controrivoluzionarie, l’armata rossa bolscevica (tutti vogliono spartirsi l’Ucraina) e le spinte indipendentistiche.
Con la pace di Riga (1921) la gran parte dell’Ucraina passa alla Russia (situazione sancita nel 1922), mentre Galizia e Volinia vengono attribuite alla Polonia. 
Si costituisce la Repubblica federale dell’Ucraina (che va a far parte delle Repubbliche federali sovietiche), con un parziale riconoscimento della sua identità.
 
💥 Sotto Stalin.
Nella Russia di Stalin l’Ucraina subisce terribili sorti: con la collettivizzazione delle campagne, risalente alla fine degli anni ’20 fino all’inizio degli anni ‘30. Nel 1932, in particolare, si abbatte sul popolo ucraino una terribile carestia, con milioni di vittime, probabilmente incrementata da Stalin. E’ la cosiddetta morte per fame (Holodomor, come viene ricordato dagli Ucraini) che si accompagna alla persecuzione dei contadini ostili ai Piani quinquennali di Stalin. 
1939: patto Molotov-Ribenntrop tra Germania e Russia. Inizio della Seconda guerra mondiale. L’Urss annette anche l’Ucraina occidentale, assegnata alla Polonia nel trattato di Riga (primi anni di guerra). 
Nel 1941, quando l’Unione sovietica viene attaccata dai nazisti – che hanno tradito la precedente alleanza – l’Ucraina passa sotto la Germania (gli ucraini che, inizialmente, pensano di poter essere liberati dai tedeschi, per divenire indipendenti dai russi, capiscono ben presto che il dominio nazista è feroce e perciò combattono sia contro tedeschi sia contro russi sia contro polacchi). 
Tra coloro che hanno sperato nella Germania nazista vi è Stepan Bandera che proclama l’indipendenza dell’Ucraina. Hitler lo fa rinchiudere nei campi di concentramento per poi liberarlo dopo due anni, in funzione antisovietica, contro l’Armata rossa che avanza (sarà ucciso dal KGB nel 1959). Nazista per alcuni, eroe nazionale per altri. 
In questo contesto nazionalista, tra il 1941 e il 1944, i nazisti hitleriani mettono in atto un feroce e vasto sterminio di ebrei russi residenti in Ucraina con l’aiuto di collaborazionisti ucraini. 
Alla fine della guerra, con l’avanzata di Stalin e la sconfitta della Germania, l’Ucraina ha allargato il proprio territorio inglobando Galizia e Volinia (prima polacche), Bucovina (prima, parte della Romania) e Transcarpazia (precedentemente della Cecoslovacchia). Terrificanti sono – da parte di Stalin - le persecuzioni nei confronti dei greco cattolici e degli ucraini occidentali: molti di essi finiscono nei gulag.
Stalin muore nel 1953.
 
Divisioni linguistiche ed etniche
💥 “Guerra fredda” e contrapposizione Patto di Varsavia – Nato. 
Dopo la Seconda guerra mondiale, agli inizi degli anni ’50, si costituiscono due blocchi ideologici, politici, economici contrapposti, ciascuno con una propria alleanza militare: la Nato, nel 1952 (Stati Uniti e alleati) e il Patto di Varsavia, nel 1955 (Unione sovietica e alleati). “Guerra fredda” perché non si scende direttamente in campo con un conflitto armato (a parte alcune guerre locali, “calde”), ma si esercita una continua tensione bipolare, esposta all'effettivo pericolo del deflagrare di una guerra su larga scala, con il terrore dell’uso di armi nucleari. 
 
💥 Donazione della Crimea all’Ucraina.  
Nel 1954 in occasione del tricentenario dell’accordo cosacco russo, che ha posto l’Ucraina sotto la protezione della Russia, Kruscev dona la Crimea all’Ucraina (sempre parte dell’Unione sovietica, quindi senza effettivi danni per la Russia).  
Con Kruscev continua la russificazione, seppure allentata dopo il XX Congresso del 1956. Il processo di liberalizzazione (della lingua e cultura ucraina, con una subitanea coloritura politica) si blocca dopo la primavera di Praga (1968), repressa dalla Unione Sovietica, e dopo il siluramento del capo comunista ucraino Petro Chelest, nel 1972. 
 
💥 L’indipendenza dell’Ucraina dopo la dissoluzione dell’URSS.
Nel 1985 viene eletto Gorbaciov segretario del Partito comunista russo (fino al 1991) e nel 1986 si verifica il disastro di Černóbyl, in Ucraina (simbolo della perdita di fiducia, da parte del popolo ucraino, nel comunismo russo). Inizia un processo di riforma interna dell’URSS, detta Perestroika, e si riaccende il nazionalismo ucraino.
Dopo la caduta del muro di Berlino, si assiste allo sgretolamento dell’URSS. Nel 1991, il presidente del Parlamento locale Leonid Kravčuk proclama indipendenza ucraina.
In Russia, intanto, dal 1991 al 1999, il presidente della Repubblica russa è Eltsin.
Problemi rimasti aperti dopo l’indipendenza: armamenti russi su suolo ucraino e in Crimea. Risoluzione parziale tramite trattati di reciproco interesse: la Russia ottiene i suoi arsenali ed è autorizzata a mantenere la propria flotta in Crimea, in cambio di esportazione di gas in Ucraina a basso costo. 

Espansione della Nato
💥 Allargamento ad est della Nato.
Dopo il 1990, la Nato si è allargata verso est, includendo al suo interno stati precedentemente appartenenti al blocco sovietico del Patto di Varsavia (vedi cartina).
Le promesse – da parte dei paesi occidentali nei confronti di Mosca - di non allargare l’alleanza Nato oltre la Germania (ex Ddr), secondo documenti desecretati risalenti al 1990, non sono state quindi rispettate. D’altra parte, il memorandum di Budapest del 1994, nel quale la Russia si impegna a non violare i confini ucraini, non sarà tenuto in conto dal successore di Eltsin: Vladimir Putin (presidente della Federazione russa alla fine degli anni 90 (1999).
 
💥 Putin e l’Ucraina.
Dopo l’indipendenza dell’Ucraina rimangono in piedi questioni territoriali legate ad alcuni territori abitati da russofoni: Crimea - repubblica autonoma di Ucraina - e regioni del Donbass.
2004: Prima rivoluzione arancione (pacifica) promossa da Juščenko, politico filoeuropeo, per contestare la dubbia affermazione elettorale di Janukovič, filorusso. Si ripetono le elezioni e vince il candidato filoeuropeo, con conseguente apertura all’Europa e alla Nato.
2010: ritorno di Janukovič, filorusso. Egli rinuncia al trattato di libero scambio con l’Europa dando adito a disordini e contestazioni.
Fine 2013 e 2014: rivoluzione di “Maidan” (piazza) e fuga di Janukovič. Nello stesso 2014, sotto il segno del separatismo filorusso, Putin annette la Crimea, che approva tramite referendum. L’azione non è riconosciuta dall’Ucraina.
Nello stesso tempo inizia la guerriglia in Donbass (regioni russofone, aiutate dalle forze russe di Putin e contrastate dall’esercito ucraino, affiancato da forze paramilitari di ispirazione neonazista, tra cui il cosiddetto battaglione Azov).
Nel 2019 viene eletto, con larga maggioranza Zelensky, filoeuropeo, di origine ebraica, ex attore, con un programma di pacificazione. Tuttavia, il contrasto con le regioni separatiste russofone non si ferma. Discussi sono i rapporti di Zelensky con l’elemento nazionalista e nazista, in funzione antirussa. Ripetutamente Putin ha parlato di denazificazione dell’Ucraina, per motivare la sua invasione agli occhi dei russi, ponendola accanto alla pretesa di rendere neutrale la terra ucraina (con riferimento al temuto inserimento dell’Ucraina nell’Unione Europea e, ancor più, al possibile allargamento della Nato alla stessa). Il dubbio è che si tratti di propositi parziali, dietro i quali si nasconde un disegno nazionalistico ben più vasto, teso a ricostituire l’antica grandezza territoriale dell’Impero russo e della Unione sovietica.
 
💥 24 Febbraio 2022: aggressione dell’Ucraina da parte della Russia.
 
💥 Note. 
Cfr. Il tempo e la storia, Ucraina (qui), Passato e presente, Alle radici del conflitto Russia Ucraina (qui) e ancora, Perché l'Ucraina è contesa (qui).
Riferimenti anche al testo di Alessandro Barbero, Chiara Frugoni, Carla Sclarandis, La storia, vol. 1.
 

8 commenti:

  1. “Un numero sempre maggiore di idee differenti, questa dispersione provoca l’entropia del pensiero. Cento mule che tirano in ogni direzione non portano ad alcun movimento.”
    A Solgenitsin appartiene la frase e, a mio parere, si attaglia bene alla società dilaniata odierna, in preda al delirio della guerra ucraina.
    La cenere covava il fuoco delle ideologie contrapposte, che adesso cozzano senza nulla concludere.
    La storia, se ben coltivata, porta con sé la chiave di lettura che allontana dalla parzialità e quindi dalla “ focosita’ “.
    Quelle terre, così determinanti come crogiolo della storia europea, vengono abitualmente relegate ad un margine trascurato del nostro disegno educativo.
    Quel che è peggio, l’Europa, che porta dentro di se’ i segni del male della divisione e del revanchismo, non ha saputo né sul piano politico attivo né sul piano pedagogico ( manca l’esperimento di un serio testo storico su l’idea di Europa e, a riguardo, io , pensionato da tanti anni, ne possiedo uno che non risulta adottato in nessuna scuola mai ) dare l’input per una seria costruzione di questo genere. Operazione utilissima per cittadini consapevoli.
    L’Europa, purtroppo, si è sempre occupata di temi solo economici, che, con l’andate del tempo, hanno risentito del mainstream neo liberista.
    ( Ed oggi sembra - si noti : è mia opinione - incanalarsi nel crescendo della militarizzazione).
    Messa nei termini della storia - immagino che tu, Rossana, lo abbia predisposto per i tuoi alunni - risultano sì, ancora, i contrasti, ma superabili nell’orizzonte di una comune matrice.
    Cavalieri Teutonici, Mongoli, tradizione religiosa cristiana divisa tra cattolicesimo religione ortodossa protestantesimo e forme di paganesimo, Cosacchi e cespite dello Stato moderno in Russia, coabitano confliggono e interagiscono in quell’area. L’Ucraina ne porta tutti i segni e sarebbe fecondante se potesse esplicitarli nell’armonia e non nella “ pazzia bellica”.
    Grazie Rossana 🫂☮️

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    1. Grazie, Rosario, per il tuo appassionato e accorato intervento. Rispondo oggi, dopo diversi giorni: la guerra continua ad andare avanti, feroce e distruttiva, disumanizzante.
      Aspiriamo alla pace, ma il vero drammatico problema mi pare stia tutto nell'individuare "quale pace" e "quale via", per passare dalla dichiarazione di principio alla concreta realizzazione.
      Un abbraccio.

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  2. Grazie, Ross, per gli appunti sulla storia dell’Ucraina.
    Grazie a Rosario per il suo commento che condivido sin dalla premessa: la storia passata, “se ben coltivata, può aiutarci a riflettere sul presente, evitando parzialità e focosità”.
    Mi permetto di aggiungere: quale finalità dare a tali riflessioni?
    Penso sia la domanda che si pongono quanti sinceramente non vogliono la guerra, alcuna guerra.
    Interrogarci sui fatti del passato ( sempre difficili da riepilogare perché ogni nostro riepilogo pecca, anche inconsapevolmente, di parzialità) per riflettere sui fatti di oggi ( che ci vengono presentati confusi con la parzialità della propaganda) educarci ed educare per “ tirar fuori” le idee e le proposte per la pace, prima condizione per una storia futura.
    Mario
    PS: Potete inviarmi qualche informazione in più su quel testo di storia per l’Europa, posseduto da Rosario e mai adottato nella scuola? Gian ha il mio indirizzo mail. Grazie. Un abbraccio x tre !

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    1. Mi scuso per il ritardo. Innanzitutto esprimo felicità e sintonia per il riconoscimento del “peso “ della storia”. Scelgo la parola peso, perché in qualche modo la storia può pesare e far sentire il suo peso; perciò occorre equilibrare bene questo peso, in modo che non sia schiacciante ma stimolante. La storia, se ben assimilata, può e deve essere un lievito di coscienza ponderata e dinamica, reattiva ai limiti e problemi, che , per tutta la vita dei corpi sociali, aggrediscono e sfaldano le comunità costituite.
      Spero con questo di aver dato una minima risposta al complesso problema posto nella domanda : quale finalità dare alle riflessioni.
      Mi permetto di rimandare ad una bella intervista che G. Gospodinov ha rilasciato oggi al Manifesto. L’intervista che riprende i temi del romanzo di recente pubblicato, Cronorifugio , dà modo a Gospodinov di illustrare in qual modo la storia può schiacciare.
      Il testo scolastico, al quale ho fatto riferimento è Storia d’Europa edito da Bruno Mondadori. È del 1992. Il libro scritto da dodici storici di nazionalità diverse, è uscito in edizione originale da Hachette. Un caro saluto Rosario

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    2. Grazie Mario! Sono contenta di leggere il tuo pensiero, arricchente e sentito. E grazie ancora a Rosario per la sua risposta.
      E' vero, la ricostruzione storica è difficile, composta di numerosi tasselli ed intrecci.
      E mi pare che il punto della pace sia proprio quello su cui dovremmo confrontarci, al di là di sterili divisioni: quali vie oggi sono concretamente percorribili?
      Un abbraccio a te e ad Anna.

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  3. Grazie Rossana! Utile e chiara questa pagina di storia!

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  4. Grazie a te, cara Annamaria. Una storia che insegna il dolore di un popolo lungo i secoli: questo mi pare il percorso dell'Ucraina, sotto i colpi di diversi "padroni", fino ad oggi.
    Un abbraccio.

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  5. Grazie, Rossana. Quanto è utile conoscere la Storia per non farsi troppo sorprendere dal - seppure tristissimo - presente... Un abbraccio assai affettuoso.

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