La pervasiva rabbia quotidiana.
Post di Rossana Rolando.
Illustrazioni di Sergio Ingravalle (qui il sito instagram).
Sergio Ingravalle, Incolpare |
💥 Luoghi esemplari. La maleducazione è stata sdoganata e si è diffusa in tutti gli ambiti, senza ossequio a ruoli, competenze, specializzazioni…
Il penultimo capitolo del libro è dedicato alla sanità, con riferimento alla cosiddetta “medicina difensiva”, che moltiplica strategie – esami e visite specialistiche… - per evitare di affrontare direttamente un paziente sempre più diffidente e minaccioso, infarcito del presunto sapere proveniente dal “consulto dell’onnisciente dottor Google”.² Ma non è solo la sanità ad essere coinvolta. Chi lavora con il pubblico sa bene che la rottura del rapporto fiduciario ha inquinato tutti i settori. L’aggressività dei genitori verso le/gli insegnanti in difesa del figlio/a, in ogni caso e comunque, è un’esperienza comune, ancorché irragionevole e diseducativa.
La psichiatra Nicoletta Gosio assume come esempio di questo diffusa maleducazione la strada, citando l’uso del clacson ad ogni piè sospinto, gli insulti e i gesti volgari all’ordine del giorno.
Sergio Ingravalle, Odio online |
Certo l’aggressività è connaturata all’essere umano, come già sapeva Freud (eros e thanatos erano per lui i due istinti fondamentali), ma per molto tempo il Superio ha coinciso con le norme assorbite dal contesto sociale. Oggi questo sistema di principi tende a sgretolarsi.
A cosa si deve questo mutamento dei modi, impensabile anche solo fino a qualche generazione addietro?
💥 Non è questione di galateo. Anzitutto va detto che le buone maniere, non sono da intendere come conformismo ipocrita dietro cui si cela una sostanziale indifferenza nei confronti dell’altro.
“I grazie, prego, scusi, per favore, dopo di lei”, oggi sempre più rari, appartengono al registro morale se sono l’espressione di codici di comportamento condivisi e interiorizzati, rendendo naturale e ovvio quello che altrimenti deve essere normato da richiami esteriori il più delle volte disattesi (riservare il posto alla persona anziana, non calpestare le aiuole, lasciare pulito, non alzare la voce in treno…).³
Sergio Ingravalle, I passi verso il successo |
Al Superio si è sostituito l’Io senza soglie o demarcazioni di ordine morale. Vale il successo che deve essere perseguito ad ogni costo: “Nella vita conta emergere e poco importa se per farlo devi essere uno squalo”.⁴
Ogni frustrazione rispetto ai propri obiettivi di affermazione personale diventa occasione di una reazione rabbiosa. Proiettare sull’altro (nemico esterno) le proprie insufficienze e i propri lati oscuri (nemico interno) è un classico dei rapporti interpersonali.⁵
A conferma di questo si osserva la scomparsa del senso di colpa (il torto è sempre di altri) e della vergogna sociale (“tutto è permesso” e “tutto è dovuto”)⁶ per lasciare spazio ad un diffuso narcisismo che non tollera alcun limite rispetto alla dimensione ipertrofica dell’io e non è disposto di conseguenza ad assumere alcuna responsabilità nei confronti degli altri.
💥 Quale via d’uscita? Il libro si conclude con il capitolo: “Riconoscere, conoscersi” che rifugge da ogni rimpianto del passato, per concentrarsi invece sul futuro da costruire, facendo appello ad un nuovo inizio nel rapporto con se stessi e con gli altri, passando attraverso il riconoscimento delle proprie debolezze e fragilità, dei propri errori e fallimenti, senza accollare ad altri colpe che gli altri non hanno.
Sergio Ingravalle, Vieni qui |
Pur trovandomi, in linea teorica, in pieno accordo con questo appello finale alla formazione, che sola può educare alla conoscenza di sé e alla solidarietà nei confronti degli altri, mi chiedo come questo possa accadere nel momento in cui anche la scuola risulta essere sotto attacco, da ogni parte (sociale, istituzionale, politica). E qui mi fermo.
💥 Note.
1. Nicoletta Gosio, Nemici miei, Einaudi, Torino 2020.
2. Ibidem, p. 87.
3. Cfr. ibidem, p. 9.
4. Ibidem, p. 16.
5. Ibidem, p. 23.
6. Ibidem, p. 21.
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Concordo in pieno, cara Rossana, con la perplessità che esprimi alla fine del post. Purtroppo, anche la scuola alla quale è affidata una parte sostanziale del compito educativo, è attaccata da più parti.
RispondiEliminaA volte, ho la sensazione che si voglia progressivamente svilire la funzione e la bellezza dei contenuti delle varie discipline, affidando l'educazione ai sentimenti ad altre ore specifiche, come se la letteratura, la poesia, l'arte, la musica, la filosofia non ne fossero in grado!!! Come se Omero, Dante, Leopardi, Ungaretti, Pirandello e tanti altri non sapessero più essere formativi e costruirci nella nostra interiorità! Ma scherziamo???...Ho paura che si voglia distruggere l'essenziale, in nome di tanta aria fritta...
Scusa, forse sono andata fuori tema, ma mi perdonerai.
Un abbraccio grande!
Non sei andata fuori tema, anzi... E' proprio lo specifico della scuola - educare tramite la conoscenza - ad essere sempre più svilito, in mille modi. Oltre al fatto che la società intera tende ormai a marginalizzare "l'utilità delll'inutile", come direbbe Nuccio Ordine, ragionando esclusivamente in termini di successo, profitto, risultato. Non ci si rende abbastanza conto che ne va dell'umano...
RispondiEliminaUn caro saluto.
Cara Rossana, mi segno anche questo testo ricco di interessanti riflessioni antropologiche. E... buon inizio di anno scolastico! Grazie della tua opera preziosa di docente competente e illuminata. Buona domenica.
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