Alla ricerca dell'idea di Europa passando attraverso città e Accademie, simboli culturali dell'Occidente.
Post di Rosario Grillo
Immagini di alcuni pittori, in gran parte riconducibili alla corrente italiana del Vedutismo.
Gaspar Van Wittel, Villa Medici a Roma, 1712 |
Massimo Cacciari fa il punto delle parabola
culturale (1) trovando in Occidente il sostrato del divenire, della dialettica,
della stasis (2).
Operando così, troviamo subito un Permanente nelle
vicende europee.
Ancora Cacciari rimprovera, alla lunga, la disattesa
di tale identità, in un’Europa insieme declinante ed alienata. (3)
Senza ombra di dubbio - e senza trascurare la
significanza delle città orientali ed asiatiche - la città è l’emblema della
civiltà europea.
Va ancora detto che l’essenza di tali città, che si
ritrova nella vocazione commerciale, è apporto sedimentato di molteplici
fattori: dall’economico all’amministrativo al sociale.
Canaletto, Rovine ed edifici classici, 1730 circa |
Se oggi si gira per molti di questi poli pulsanti, da
Parigi a Berlino a Venezia et caetera, nell’ottica del turista (non per caso),
si ritrova immanente lo spessore del loro passato, la bellezza “non istantanea”
degli edifici e del patrimonio artistico (6), la dinamis di futuro.
Molte di esse, se non tutte, offrono uno specchio
della problematicità del presente, esigente nel rispetto dell’ambiente e della
qualità della vita.
Le città, già polo della grandezza imperiale romana,
decadute nel Medioevo e risorte come fucine di attività, irradianti iniziative
economiche e culturali (Comuni ed
Università).
🌟Venezia.
Canaletto, Il Bucintoro al Molo nel giorno dell'Ascensione, 1730 |
Venezia, centro di un articolato sistema di
relazioni commerciali, costruisce la sua fortuna sull’aumento dei consumi,
garantendo l’interscambio tra Occidente ed Oriente, tiene aperta ed attiva
inoltre la via delle Fiandre.
Del ‘400 è lo sviluppo di Bruges, favorito dai
canali che la immettono al Mar del Nord. Una delle città anseatiche, centro
focale di iniziative non solo economiche. La pittura fiamminga è il più
trasparente documento dell’interazione culturale (Memling).
La mia scelta cade su Aldo Manuzio, perché il suo
laboratorio rispecchia la presenza di un sistema radiante, tra economia cultura
e società, con ricadute importanti sulla Bellezza.
A lui spettano le operazioni felici per intercettare
la novità editoriale della stampa, l’aumento d’interesse per il libro, la
crescita dei consumi, il crogiolo dove scienza pittura e rinnovamento
evangelico interagiscono. Rivoluzionaria l’idea della stampa del libro in
piccolo formato.
Venezia ha uno stimolante retroterra per la presenza
vicina di Padova con la sua Università frequentata dai migliori cervelli,
nazionali ed europei, del momento. Nella pianura veneta Bassano del Grappa e
l’alto Tesino avviarono le stampe ed incisioni Remondini, in formato popolare,
movimentando il circuito con i paesi nordeuropei . (6)
🌟Parigi.
V. Antier, Cattedrale di Notre-Dame, 1699 |
Simboliche le cattedrali gotiche - spicca
quella di Notre Dame - sparse per il Paese, da Chartres a Saint Denis, indizi
di maestria (artigiani vetrai) e devozione, simbologia voluta del crescente
potere regale.
Immenso il campionario, dal quale
scegliere, ma andando per cenni, mi sposto tra fine ‘600 e ‘700, trovando nelle
Accademie il documento inoppugnabile, conforme al ruolo delle città.
🌟Accademie.
Sono frutto di certo della statura
assunta dalle monarchie nazionali (ed in piccolo, dei ducati e principati).
Tutti disposti a finanziare le Accademie, laboratori di idee in un orizzonte
universale, con un occhio rivolto al proprio prestigio.
Nel pulviscolo degli Stati della
nostra penisola possiamo trovare una miriade di Accademie, dal Cimento alla
Crusca, ai Lincei, ai Georgofili con altre, specchio del mosaico geopolitico,
ma al contempo luoghi di ricrescita dei semi gettati: letteratura, scienza,
filosofia innanzi tutto.
Intellettuali, come G. Vico,
apparentemente isolati venivano assorbiti in un circuito europeo fatto di
tradizione ed innovazione.
Nella misura dei grandi corpi
istituzionali, Francia Inghilterra Russia, andiamo a trovare centri,
volutamente creati dal centro, finanziati per essere non gioielli privati ma
attive fucine di idee, luoghi di circolazione delle idee e degli intellettuali
con ricadute sul proprio prestigio.
Si distingue tra tutte la Società
Reale a Londra, espressione della modernità, istituzionale sociale e culturale,
frutto delle due rivoluzioni seicentesche.
Giusto Utens, Villa medicea di Castello, Sede della Accademia della Crusca, Firenze |
Costretto a rincorrere, per
svecchiare il paese e collocarlo sull’asse del Baltico, Pietro il Grande
istituì l’Academie russa a Pietroburgo, “la finestra sul Baltico”. Un lavoro,
che sarà portato avanti da Caterina. Soprattutto con lei avvenne
l’occidentalizzare della Russia. (6)
Faccio ancora un’aggiunta,
menzionando G.W. Leibniz, incarnazione sublime dell’intellettuale di Accademia
in quel di Hannover.
Leibniz serve a riflettere sulla
fecondità degli stati tedeschi dopo Westfalia e sulla latitudine dei programmi
avviati (il calcolo infinitesimale, una nuova logica combinatoria confusi in un
programma metafisico di rigenerazione e di unione ecumenica),
Le città, in questi frangenti,
erano luoghi di riassetto urbanistico, di splendore architettonico, pulsanti di vita e di nuove
socialità (i caffè, dove si manifestavano i nuovi consumi).
Canaletto, Londra, Veduta del Tamigi e della City da un arco di Westminster Bridge, 1747 |
Potremmo seguire il filo della internazionalizzazione
(7), ma io terrei fermo l’indice su Imperialismo, che riflette obiettivamente
una voracità debordante dal consorzio civile delle città, pensate con le loro
piazze, luoghi simbolo della Relazione ancorata alle persone. Sottratte invece
al disegno monocorde e prepotente di un Potere Economico a configurazione
sempre più Finanziaria.
Da lì scaturiranno logiche di
predominio, inclinate al darwinismo sociale, proiettate verso il confronto
bellico.
Nel tempo, dopo la seconda guerra
mondiale, la brutalità sull’ambiente e la rischiosa deriva verso un modello di
sfruttamento degli uomini (merce-lavoro ), delle cose e delle risorse. (8)
🌟Note.
1.Cultura va pensata con un campo ampio arricchito
di mitologia filosofia e immaginazione collettiva, senza escludere la vita
materiale.
2.Stasis è la crisi, mancanza di unione dentro la
sfera della polis. Suggerisco una gigantografia della polis per contenere
Europa intera. Rinvio a studi di Nicole Loraux.
3.Cacciari, geo Filosofia dell’Europa.
4.Scrivendo così, assumo una storiografia che
assegna a Stati e corpi sociali natura storico biologica, respingendo il
profilo strettamente giuridico diplomatico.
5.Federazione, non Confederazione.
6.I mercanti di stampe proibite, di Paolo Malaguti,
Santi Quaranta.
7.Accenno soltanto all’intregrazione arte-scienze,
evidenziando l’uso della lingua francese e la chiamata di molti architetti.
Italiani, impegnati nel l’abbellimento di Pietroburgo la cantieristica fu prova di tutto ciò.
8.Così si dimostra che la globalizzazione ha radici
lontane. Il presente e il futuro delle città: verso un nuovo umanesimo? In
www.parolealtre.it
Insisto, il mio vuol essere contributo a rasserenare gli animi, ad aprire varchi di dialogo, ad indicare luoghi naturali di incrocio di persone, di accoglienza.
RispondiEliminaSe Europa, come dice Cacciari , è implicitamente segnata dal destino nominale del “tramonto”, spazio di attiva e cooperativa azione è lasciato agli”uomini di buona volontà “, ai fedeli dell’idea federale ( necessaria e ineludibile nell’era della globalizzazione), di intervenire, di correggere, di stimolare, di riproporre.
Le città, a mio avviso, sono il simbolo, nel senso etimologico della parola.
Purché si rifiuti l’idea di calpestare le città, adibendola a centri del Consumismo, empori dei Centri commerciali, cresciuti ad iosa.
Si richiede la chiusura alla circolazione delle auto, si richiede la fruizione in senso culturale e si consorzio civile.
Rossana mi ha aiutato con una felice scelta delle immagini di città, floride nella loro magnificenza. 🙏 Grazie
Grazie Rosario per questo post. Credo che oggi sia coraggioso e lungimirante parlare di Europa, credere ancora in questa utopia (che per tante ragioni ha finito per non essere popolare). E il taglio culturale che hai scelto – l’Europa delle città e delle Accademie - mi convince molto. Un caro abbraccio.
EliminaSecondo Morin e Cacciari, se ricordo bene, ogni generazione dovrebbe ricominciare da capo: l’Europa è un cantiere, un progetto storico da costruire e ricostruire di volta in volta... L'utopia è la strada maestra. Essa può forse rischiare di perderci in sogni impossibili, ma è anche ciò che ci riporta a noi stessi ed è la profezia dell'uomo futuro, ricerca erratica, non lasciata né nelle mani di un’economia alienante né dei soli politici ma da tutti condivisa, in cammino per essere altrimenti, come Abramo, verso l'ignoto della terra promessa.
EliminaConcordo con il commento di Rossana. Buona settimana e grazie.
RispondiEliminaSono Rosario e rispondo ( con notevole ritardo) ai vostri commenti. Tutti e tre competenti e graditi.🫂
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