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giovedì 7 giugno 2018

La Vergine e la maternità. Massimo Cacciari.

Un piccolo scrigno di sapienza teologica che descrive in modo partecipato ed emozionante la figura di Maria, attraverso alcune icone della pittura occidentale.
Post di Rosario Grillo
Immagini della copertina di Massimo Cacciari, Generare Dio e di alcuni dipinti citati all'interno del libro.

Massimo Cacciari,  
Generare Dio, Il Mulino, Bologna 2017
Nel formato di un libercolo, una miniera.
Un concentrato di filosofia, di teologia, di un fine gusto estetico (1) e di una puntuale analisi testuale, di marianesimo.
Una bomba per me: in grado di svegliarmi da un certo sopore sulla incisiva presenza di Maria nell’economia della salvezza, di portarmi così per le vie della spiritualità.
Una conferma al mio desiderio di congiungere il cielo e la terra e di testimoniare il Cristianesimo nell’Amore sofferente e liberatore.
Un interrogativo continuo: come fa un miscredente ad approssimarsi così tanto alle “viscere del mistero”, alla spiritualità autentica?
In un crescendo continuo, supportato dalle icone, Massimo Cacciari ci conduce dalla Annunciazione alla Crocifissione. Squarcia il velo della gioia mista a tremore, svela il senso di sorpresa pensosa della Madonna, all’ annuncio di Gabriele.
Il messaggio rivela l’Ad-veniens. In a-venire (brutalmente: in gestazione) con tutto l’onere dell’epilogo luttuoso, compreso nell’Evento.
Simone Martini e Lippo Memmi,  
Annunciazione e due santi, part., 1333, Firenze, Uffizi.
La Nascita comprende la Crocifissione. Solo così passa la storia dell’eterno.
Un legame che stringe, problematicamente (2), la Madonna al Figlio Salvatore, includente la lacerante coscienza (in profondo) dell’epilogo della Croce.
Corre sullo scenario storico, corrugato nel nodo storico dentro il quale filtra l’Eterno.
Momento di manifestazione - incarnazione - nel tempo, salvaguardando l’inclinazione al Da-sein dell’esistenza terrena.
Nel mezzo una passerella di immagini dipinte: dalla Annunciazione alle variegate rappresentazioni della Madonna con il Bambino, tra il sorridente il glorioso ed il triste.
Esse ci nutrono del bello e destano sorpresa nel constatare l’immensa cultura biblica degli artisti del Rinascimento.
Piero della Francesca,  
Storie della croce: Annunciazione, 1453 ca., 
Arezzo, Basilica di San Francesco.
A latere, una colta messa a punto della differenza che corre tra le due spiritualità, orientale ed occidentale. Perché l’iconoclastia non fu certo contingenza storica o diatriba ecclesiologica.
Un chiarimento opportuno - maieutico sul piano dell’incontro ecumenico - sulla debolezza della dottrina protestante sul marianesimo.
Trionfa la centralità della COM-PASSIONE che alimenta MISERICORDIA: strada maestra della Chiesa Comunità, della Chiesa dei poveri, della Chiesa che cammina con Dio in terra.
“Il bimbo che la donna custodisce affinché vada, è certo pros to theon, da Dio e a Dio e presso Dio, fin nelle fasce, ma soltanto nella terra feconda e consapevole che ella gli ha predisposto poteva maturare e manifestarsi in realtà. Fin dove? chiede Maria. Fino a morire? E viene forse da me il suo essere mortale? È questo che io gli lascio in eredità? Poiché Maria ha ascoltato le parole dell’angelo, e queste non annunciavano il segno della Croce. Il suo così potente com-patire trae forza anche da questa domanda che ella medita in cuore. La morte di Dio passa attraverso il suo Si. Piena di questa grazia che flagella, una nella carne con il figlio, ne partecipa il destino ma mai dimentica che egli è l’Adveniens”. (3)
Giovanni Bellini,  
Pietà, 1505, Venezia, Accademia
Infine sottolineo la grande vicinanza tra l’assunto di Cacciari, che si muove sul terreno filosofico teologico lessicologico, e le convinzioni espresse di Silvia Vegetti Finzi, che mette a frutto la sua competenza di natura psicoterapica e psicologica.
La Vegetti, infatti, insiste sulla dinamica profonda che lega la madre al bambino e dichiara esplicitamente che la cura del bambino non può restare nell’ambito privato con una protezione che confina il bambino fin oltre la maturità. Deve invece contemplare - riconoscimento consapevole! - l’abbandono del bambino, quando egli, raggiunto lo stadio adulto, rompe il cordone ombelicale e si avvia alla società.(4)

Note.
1.Cacciari ha scritto diverse opere nel confine teologico. Tra esse: Io sono il Signore Dio tuo, 2010; Ama il prossimo tuo, 2011;
2.Vi troviamo inscritte le molteplici sfaccettature della relazione che unisce ogni madre ad ogni figlio.
3.Generare Dio di Massimo Cacciari, p. 102.
4.Silvia Vegetti Finzi, Volere un figlio. La maternità tra natura e scienza.

10 commenti:

  1. Grazie Rosario per questo tuo post molto sentito e bello (ci voleva!). Anche per me la lettura di questo libro di Cacciari è stata profondamente coinvolgente. La collana in cui è pubblicato si intitola “Icone. Pensare per immagini” e questo intreccio tra arte, filosofia e teologia è di grande potenza comunicativa perché muove la dimensione teoretica ed estetica insieme. La riflessione di Cacciari ha anche il merito di tirar fuori la figura di Maria dalla tradizione di un certo devozionismo sentimentale, in cui più spesso è relegata, per farne oggetto di un vera e propria trattazione teologico filosofica che manca. Di questo “vuoto teorico” Cacciari è ben consapevole. Già nel primo paragrafo dal titolo “Nome: Maria” si legge: “Questo appare comunque certo nell’Occidente cristiano: la meditazione su Maria si svolge essenzialmente attraverso la straordinaria messe delle sue immagini. […] La Maria dei teologi non ne è spesso che pallidissima eco. E i filosofi che più intensamente si sono affaticati a interpretare il Romantico, l’Europa o la Cristianità, gli Hegel e gli Schelling, l’hanno sempre pressoché ignorata”.

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    1. Cara Rossana, mi accorgo adesso del tuo partecipe commento. Innanzitutto ti ringrazio e poi condivido con te la fecondità della formula Icone ( è un invito a spulciare altre pubblicazioni della collana).
      Il tema svolto da Cacciari va certo a suo merito, rientrando in un percorso che rasenta i veri esercizi spirituali: indagini sul Principio, sul prossimo e via dicendo.
      La ricaduta, a mio avviso, è di spessore filosofico e rientra in quel solco del pensiero ottocentesco novecentesco, da Hölderlin a Hegel a Nietzsche alla teologia del ‘900.
      Come dicevo nel post, il pensiero protestante si è allontanato dalla comprensione di Maria, preoccupato di semplificare il tramite del rapporto con Dio.
      Cacciari, conoscitore della Patristica, compie un recupero quanto mai opportuno, sia per far chiarezza su certe dispute teologiche tipiche dell’Oriente, sia per rafforzare ( direi : dare motivazione teologica ) al dogma della Immacolata Concezione, che in sé fu operazione frettolosa e strumentale.

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  2. Molto bello.
    Grazie e buona giornata!

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  3. Cacciari mi è sempre piaciuto
    e sempre così sarà (per me).
    Anche se è troppo vicino alla teologia, che per come la penso, non è affatto filosofia - anzi il suo contrario.

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    1. Credo di capire quello che lei dice (la filosofia come esercizio critico del dubbio senza limitazioni dogmatiche). Tuttavia è anche vero che grandi filosofi - non solo medievali - sono stati spesso grandi teologi (Kant, Hegel, lo stesso Nietzsche...). Penso che l'atteggiamento filosofico possa stare anche all'interno di trattazioni teologiche e Cacciari lo dimostra in modo meraviglioso.

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  4. grazie per questa bellissima e profonda analisi e riflessione. è vero, serve, è indispensabile un reintegro, vista la innaturale espropriazione subita. vero che l'ospedalizzazione -è un -sistema- sia cotta (senza virgolette). ieri ho acquistato Generare Dio. grazie a questo splendido prezioso blog, a chi lo fa essere

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  5. Gian Maria, scusa mi sono persa tra due post diversi, così commento fuori tema. help!

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    1. Grazie Roberta! Hai fatto sicuramente bene ad acquistare "Generare Dio": un libro che merita di essere letto e conservato. Buona domenica!

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