Un piccolo scrigno di sapienza teologica che descrive in modo partecipato ed emozionante la figura di Maria, attraverso alcune icone della pittura occidentale.
Post di Rosario Grillo.
Immagini della copertina di Massimo Cacciari, Generare Dio e di alcuni dipinti citati all'interno del libro.
Massimo Cacciari, Generare Dio, Il Mulino, Bologna 2017 |
Un
concentrato di filosofia, di teologia, di un fine gusto estetico (1) e di una
puntuale analisi testuale, di marianesimo.
Una
bomba per me: in grado di svegliarmi da un certo sopore sulla incisiva presenza
di Maria nell’economia della salvezza, di portarmi così per le vie della
spiritualità.
Una
conferma al mio desiderio di congiungere il cielo e la terra e di testimoniare
il Cristianesimo nell’Amore sofferente e liberatore.
Un
interrogativo continuo: come fa un miscredente ad approssimarsi così tanto alle
“viscere del mistero”, alla spiritualità autentica?
In
un crescendo continuo, supportato dalle icone, Massimo Cacciari ci conduce
dalla Annunciazione alla Crocifissione. Squarcia il velo della gioia mista a
tremore, svela il senso di sorpresa pensosa della Madonna, all’ annuncio di
Gabriele.
Il
messaggio rivela l’Ad-veniens. In a-venire (brutalmente: in gestazione)
con tutto l’onere dell’epilogo luttuoso, compreso nell’Evento.
Simone Martini e Lippo Memmi, Annunciazione e due santi, part., 1333, Firenze, Uffizi. |
Un
legame che stringe, problematicamente (2), la Madonna al Figlio Salvatore, includente
la lacerante coscienza (in profondo) dell’epilogo della Croce.
Corre
sullo scenario storico, corrugato nel nodo
storico dentro il quale filtra l’Eterno.
Momento
di manifestazione - incarnazione -
nel tempo, salvaguardando l’inclinazione al Da-sein dell’esistenza terrena.
Nel
mezzo una passerella di immagini dipinte: dalla Annunciazione alle variegate
rappresentazioni della Madonna con il Bambino, tra il sorridente il glorioso ed
il triste.
Esse
ci nutrono del bello e destano sorpresa nel constatare l’immensa cultura
biblica degli artisti del Rinascimento.
Piero della Francesca, Storie della croce: Annunciazione, 1453 ca., Arezzo, Basilica di San Francesco. |
Un
chiarimento opportuno - maieutico sul piano dell’incontro ecumenico - sulla
debolezza della dottrina protestante sul marianesimo.
Trionfa
la centralità della COM-PASSIONE che alimenta MISERICORDIA: strada maestra
della Chiesa Comunità, della Chiesa dei poveri, della Chiesa che cammina con
Dio in terra.
“Il
bimbo che la donna custodisce affinché vada, è certo pros to theon, da Dio e a
Dio e presso Dio, fin nelle fasce, ma soltanto nella terra feconda e
consapevole che ella gli ha predisposto poteva maturare e manifestarsi in
realtà. Fin dove? chiede Maria. Fino a morire? E viene forse da me il suo
essere mortale? È questo che io gli lascio in eredità? Poiché Maria ha
ascoltato le parole dell’angelo, e queste non annunciavano il segno della Croce. Il suo così potente com-patire trae forza anche da questa domanda che ella
medita in cuore. La morte di Dio passa attraverso il suo Si. Piena di questa
grazia che flagella, una nella carne
con il figlio, ne partecipa il destino ma mai dimentica che egli è l’Adveniens”.
(3)
Giovanni Bellini, Pietà, 1505, Venezia, Accademia |
La
Vegetti, infatti, insiste sulla dinamica profonda che lega la madre al bambino
e dichiara esplicitamente che la cura del bambino non può restare nell’ambito
privato con una protezione che confina il bambino fin oltre la maturità. Deve
invece contemplare - riconoscimento consapevole! - l’abbandono del bambino,
quando egli, raggiunto lo stadio adulto, rompe il cordone ombelicale e si avvia
alla società.(4)
Note.
1.Cacciari
ha scritto diverse opere nel confine teologico. Tra esse: Io sono il Signore
Dio tuo, 2010; Ama il prossimo tuo, 2011;
2.Vi
troviamo inscritte le molteplici sfaccettature della relazione che unisce ogni
madre ad ogni figlio.
3.Generare
Dio di Massimo Cacciari, p. 102.
4.Silvia
Vegetti Finzi, Volere un figlio. La maternità tra natura e scienza.
Grazie Rosario per questo tuo post molto sentito e bello (ci voleva!). Anche per me la lettura di questo libro di Cacciari è stata profondamente coinvolgente. La collana in cui è pubblicato si intitola “Icone. Pensare per immagini” e questo intreccio tra arte, filosofia e teologia è di grande potenza comunicativa perché muove la dimensione teoretica ed estetica insieme. La riflessione di Cacciari ha anche il merito di tirar fuori la figura di Maria dalla tradizione di un certo devozionismo sentimentale, in cui più spesso è relegata, per farne oggetto di un vera e propria trattazione teologico filosofica che manca. Di questo “vuoto teorico” Cacciari è ben consapevole. Già nel primo paragrafo dal titolo “Nome: Maria” si legge: “Questo appare comunque certo nell’Occidente cristiano: la meditazione su Maria si svolge essenzialmente attraverso la straordinaria messe delle sue immagini. […] La Maria dei teologi non ne è spesso che pallidissima eco. E i filosofi che più intensamente si sono affaticati a interpretare il Romantico, l’Europa o la Cristianità, gli Hegel e gli Schelling, l’hanno sempre pressoché ignorata”.
RispondiEliminaCara Rossana, mi accorgo adesso del tuo partecipe commento. Innanzitutto ti ringrazio e poi condivido con te la fecondità della formula Icone ( è un invito a spulciare altre pubblicazioni della collana).
EliminaIl tema svolto da Cacciari va certo a suo merito, rientrando in un percorso che rasenta i veri esercizi spirituali: indagini sul Principio, sul prossimo e via dicendo.
La ricaduta, a mio avviso, è di spessore filosofico e rientra in quel solco del pensiero ottocentesco novecentesco, da Hölderlin a Hegel a Nietzsche alla teologia del ‘900.
Come dicevo nel post, il pensiero protestante si è allontanato dalla comprensione di Maria, preoccupato di semplificare il tramite del rapporto con Dio.
Cacciari, conoscitore della Patristica, compie un recupero quanto mai opportuno, sia per far chiarezza su certe dispute teologiche tipiche dell’Oriente, sia per rafforzare ( direi : dare motivazione teologica ) al dogma della Immacolata Concezione, che in sé fu operazione frettolosa e strumentale.
Molto bello.
RispondiEliminaGrazie e buona giornata!
Gentilissime, grazie.
EliminaCacciari mi è sempre piaciuto
RispondiEliminae sempre così sarà (per me).
Anche se è troppo vicino alla teologia, che per come la penso, non è affatto filosofia - anzi il suo contrario.
Credo di capire quello che lei dice (la filosofia come esercizio critico del dubbio senza limitazioni dogmatiche). Tuttavia è anche vero che grandi filosofi - non solo medievali - sono stati spesso grandi teologi (Kant, Hegel, lo stesso Nietzsche...). Penso che l'atteggiamento filosofico possa stare anche all'interno di trattazioni teologiche e Cacciari lo dimostra in modo meraviglioso.
Eliminagrazie per questa bellissima e profonda analisi e riflessione. è vero, serve, è indispensabile un reintegro, vista la innaturale espropriazione subita. vero che l'ospedalizzazione -è un -sistema- sia cotta (senza virgolette). ieri ho acquistato Generare Dio. grazie a questo splendido prezioso blog, a chi lo fa essere
RispondiEliminaGian Maria, scusa mi sono persa tra due post diversi, così commento fuori tema. help!
RispondiEliminaGrazie Roberta! Hai fatto sicuramente bene ad acquistare "Generare Dio": un libro che merita di essere letto e conservato. Buona domenica!
EliminaGrazie 😊
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