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domenica 17 febbraio 2019

I requisiti del buon lettore.

La lettura come "lusso" in grado di donare serenità e "benessere mentale".
Post di Rossana Rolando
Immagini del pittore Georg Friedrich Kersting (pittore tedesco vissuto tra il 1785 e il 1847).

Come saremmo colti se conoscessimo bene soltanto cinque o sei libri 
(Gustave Flaubert).

Georg Friedrich Kersting, 
Uomo che legge
alla luce della lampada
Ci sono libri che possiamo ritenere decisivi per diversi e personalissimi motivi: perché hanno influenzato la nostra visione del mondo e l’orientamento delle nostre scelte, perché hanno determinato una svolta nel nostro percorso esistenziale, perché hanno accompagnato stabilmente la nostra vita.
Tra i grandi libri dell’immaginaria biblioteca di ciascuno si possono ritrovare alcuni capolavori letterari. Essi debbono avere, secondo Vladimir Nabokov, un posto del tutto speciale, ben riconoscibile rispetto a qualsiasi altro genere di lettura: sono libri, infatti, che non si leggono con il cervello o con il cuore, ma con la spina dorsale, per il brivido che sanno comunicare¹. Certo questo brivido non è esclusivo dominio della lettura, ma per chi ama leggere esso è il segno rivelatore di un’orbita da seguire – direbbe Montale – di un oltre.
Ci riferiamo qui all’Introduzione e al Commiato delle Lezioni di letteratura di Nabokov - che Christian Raimo su Tuttolibri e poi su minima&moralia ha definito il miglior libro del 2018 (libro del 1980 riedito da Adelphi)², - per presentare una riflessione sulla lettura, sul buon lettore e sul senso del leggere in ambito letterario.
E cominciamo dal piccolo quiz che lo stesso Nabokov proponeva nei suoi giri di conferenze. Gli studenti, destinatari del giochetto, dovevano scegliere quattro tra le caratteristiche che, messe insieme, avrebbero definito il buon lettore.

Quali sono i requisiti del buon lettore?
Essere iscritto a un club del libro.
Identificarsi con il/la protagonista.
Concentrarsi sull’aspetto socioeconomico.
Preferire una storia con azione e dialogo a una che ne sia priva.
Aver visto il film tratto dal libro.
Essere uno scrittore in erba.
Avere immaginazione.
Avere memoria.
Disporre di un dizionario.
Avere un minimo di senso artistico.³
Per Nabokov le caratteristiche del buon lettore sono le ultime quattro. In particolare avere immaginazione e un minimo di senso artistico.

Georg Friedrich Kersting, 
Lo studio di Reinhard 
del cappellano di Cout
Immaginazione. Viene esclusa l’immaginazione modesta di chi, nella lettura di un grande capolavoro letterario, si sente toccato da una situazione che gli ricorda un suo vissuto o si identifica con un personaggio. Lo strumento mentale di cui si deve valere il buon lettore è l’immaginazione impersonale del godimento artistico, capace di entrare nel “mondo nuovo”⁴ creato e dischiuso dal libro. E’ questa un’operazione che richiede tempo, gusto del particolare, attenzione al singolo dettaglio.
Nabokov lo spiega ricorrendo all’esperienza estetica di chi guarda un dipinto e lo può cogliere subito nella sua interezza. Per il libro non vale questo sguardo d’insieme. Fisicamente il libro si legge percorrendo con gli occhi la riga, ripetendo il tragitto da una pagina all’altra. Per guardare l’insieme e gustare il tutto è necessario ri-leggere. Perciò un libro non si legge semplicemente, “si può solo rileggere”⁵. 
Ho cercato di insegnarvi a leggere i libri per la loro forma, la loro potenza evocativa, la loro arte. Ho cercato di insegnarvi a provare un brivido di soddisfazione artistica, a condividere non le emozioni dei personaggi, ma quelle dell’autore: le gioie e le difficoltà del creare⁶.

Georg Friedrich Kersting,  
Uomo alla scrivania
La finalità della lettura, in ambito letterario, non è quindi l’utilità per la vita. Leggere non ha lo scopo di farci capire come funziona il mondo in cui viviamo o di aiutarci a risolvere le difficoltà della vita o, ancora, di comprendere le persone che ci circondano…
La letteratura è esperienza del “superfluo”, dell’inutile - rispetto a ciò che risulta necessario per vivere -, è un lusso.
Il sapere di cui ho cercato di farvi partecipi è lusso, puro e semplice. …. Ma, se avrete seguito le mie indicazioni, potrà aiutarvi a provare il senso di appagamento puro e assoluto che dà l’opera d’arte ispirata e ben costruita, e quel senso di appagamento, a sua volta, contribuirà a creare una sensazione di serenità, di benessere mentale più genuino, la serenità e il benessere che proviamo quando comprendiamo che, malgrado le tante cantonate e i tanti spropositi, anche il tessuto interiore della vita è questione di ispirazione e precisione.⁷

Georg Friedrich Kersting, 
Il lettore elegante
Il meglio della vita. La segreta forza della letteratura non si identifica con la descrizione dell’esistente, ma con l’invenzione di una realtà che, pur non esistendo effettivamente, diventa nella penna dello scrittore e nella mente di chi legge, più reale di ogni altra, tanto da mutare il modo e il tono del sentire:
Riflettiamo su come lavora la mente quando il lettore cupo si trova davanti un libro radioso: per prima cosa, l’umore tetro si dissolve e bene o male il lettore entra nello spirito del gioco.⁸
L’esperienza autentica della lettura permette di gustare “i frutti più rari e maturi dell’arte” senza i quali “rischiamo di perdere il meglio della vita”⁹. Essa comunica quel senso di elevazione che la letteratura è in grado di esercitare sul nostro animo  innalzandoci oltre noi stessi, sollevandoci “un po’ più in alto della nostra normalità”, facendo leva su quella “cellula ricettiva di cose che trascendono le terribili preoccupazioni e seccature del quotidiano”¹⁰. 

Note.
1. Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura, Adelphi, Milano 2018, p. 43.
2. Vedere qui
3. Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura, cit., p. 39.
4.  Ibidem, p. 37.
5. Ibidem, p. 40.
6. Ibidem, p. 522.
7. Ibidem, pp. 521-522.
8. Ibidem, p. 40.
9. Ibidem, p. 522.
10. Ibidem, pp. 521, 522.

12 commenti:

  1. ..se non avessi i libri in cui perdermi e ritrovarmi che razza di vita sarebbe la mia!

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    1. "Perdersi e ritrovarsi": una bella espressione per indicare "il nuovo nello stesso" che la lettura è in grado di generare in noi. Un saluto.

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  2. Ho sempre amato leggere, ma soprattutto rileggere, con quella passione che consente di entrare nel libro con cuore e fantasia perchè le sue parole ci toccano nel profondo.
    Sono d'accordo: la letteratura non ha lo scopo di risolvere i problemi pratici, ma di condurci oltre. Ma questo oltre lo vedo sempre in noi stessi, in quel nucleo a volte ancora oscuro che abbiamo dentro e che un testo letterario sa far emergere e portare alla luce. E' il potere dell'arte che sveglia ciò che siamo e non sapevamo ancora di essere, o che identifica sentimenti ai quali non riuscivamo dar voce ma che il linguaggio letterario sa pienamente cogliere, esprimere e restituirci.
    Grazie, Rossana, di questo articolo così ricco di contenuti e arricchito da splendide riproduzioni.
    Buona domenica e un abbraccio!

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    1. Credo sia come dici cara Annamaria: se in noi non ci fosse già - in forma implicita, sotterranea, non chiara - quello che la lettura ci fa scoprire, non riusciremmo neppure a comprenderlo.
      Nel discorso di Nabokov mi ha molto coinvolto e colpito l'elemento della novità rispetto a quello che noi già siamo, l'ulteriorità che l'opera letteraria indica e che non può ridursi ad un processo di identificazione.
      E' il circolo tra l'identico e il nuovo.
      Un abbraccio affettuoso e buona settimana.

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  3. Oggi il libro corre il pericolo di diventare oggetto di antiquariato ( scherzando: oggi ne ho trovato gran copia su bancarelle di un mercatino di tale specie)... Per questo, e non solo, il tuo post interviene come uno “ sprazzo di luce”!
    La crescita, la formazione richiedono la lettura di buoni libri ( perché non accennare ai “ romanzi di formazione “ ?! ) ed oltre...: il libro è compagnia, stimolo, viaggio in territori ignoti, quindi approccio al mondo, nella sua varietà.
    Sì, sono ancora ottimista e non credo che sia imminente la scomparsa dei libri, che sempre suscitano la nostra curiosità e che ancora ci convincono per il loro corpo, per le illustrazioni, quando esistono, per la maneggevolezza. Grazie per avercelo ricordato ed argomentato così bene! Un abbraccio

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    1. Rossana Rolando18 febbraio 2019 18:12

      Ciao caro Rosario, sempre gentile.
      Quello che tu dici riconduce anche alla responsabilità dell'educazione e dell'insegnamento: trasmettere l'amore per i libri come via di umanizzazione e di resistenza alla semplificazione e all'impoverimento.

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  4. Grazie di queste riflessioni, cara Rossana. Per me i libri sono una sorta di compagni nel viaggio della vita, amici discreti che, in silenzio, senza chiederti nulla in cambio, possono cambiarti in meglio la vita. Buona settimana.

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    1. Ciao Maria, concordo con te: i libri - compagni di viaggio - permettono di vivere meglio. Per Nabokov [certi libri] possono definirsi addirittura "il meglio della vita": credo voglia dire che leggere ci permette di penetrare più profondamente nella realtà dell'esistenza, sentendone tutta la ricchezza, amplificando la nostra capacità percettiva, ben al di là della piccola esperienza soggettiva.
      Buona settimana anche a te!

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  5. Non sapevo ancora leggere quando compresi che in mezzo a quelle pagine che sfogliavo c'era un mondo meraviglioso che mi aspettava!!!

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    1. V. Nabakov scrive: "La letteratura non è nata il giorno in cui un ragazzino corse via dalla valle di Neanderthal inseguito da un grande lupo grigio, gridando: 'Al lupo, al lupo': è nata il giorno in cui un ragazzino, correndo, gridò 'Al lupo, al lupo', senza avere nessun lupo alle calcagna". E' questo il "mondo meraviglioso" della letteratura: la forza dell'invenzione.

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  6. Mi manca, perlomeno, un requisito importante per potermi ritenere un buon lettore: "Ho cercato di insegnarvi a provare un brivido di soddisfazione artistica, a condividere non le emozioni dei personaggi, ma quelle dell’autore: le gioie e le difficoltà del creare". Ecco, questo tipo di lettura credo di non saperla fare, magari su un piano differente da quello principale mi è capitato di pensare "com'è intelligente Musil" "quanto è grande Kafka" "adoro Virginia"... ma l'attenzione è sui personaggi sul tessuto dell'invenzione che scorre e che dà vita, piacere e dolore. Forse in Proust è più facile apprezzare costantemente la meraviglia del periodare, la complessità e la precisione del pensiero. Forse si può fare meglio nella rilettura, ma forse non mi piace tanto. Mi pare una lettura da critico, da scrittore.
    Non ho portato a termine la lettura di pochissimi romanzi, tra questi "Lolita".... ci riproverò.
    Cara Rossana, ti ho letto subito, velocemente (ero in viaggio) però con il solito piacere e interesse. Un caro saluto.

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  7. Ciao Gianni, è vero quello che dici: c'è molto di cerebrale, di filosofico (da critico) nel modo di procedere di Nabokov, in "Lezioni di letteratura", il libro che ho citato. Però credo che ti potrebbe piacere. I saggi sono dedicati a sei capolavori: Casa desolata, Mansfield Park, Ulisse, Dottor Jeckyll e Mr.Hyde, Madame Bovary, La strada di Swann e La metamorfosi. E sono acuti, sorprendenti, brillanti, capaci di fornire inusitate chiavi di lettura per ogni autore considerato. Si ritorna agli stessi libri con uno sguardo più ricco.
    Grazie per la tua amicizia e per quello che hai scritto: la tua lettura per noi è preziosa e particolarmente gradita. Un caro abbraccio.

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