Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

martedì 28 giugno 2022

Promessa e durata.

Ogni promessa contribuisce a costruire e migliorare una convivenza basata sul rapporto fiduciario.
Post di Gian Maria Zavattaro
Sculture dell'artista italiano Andrea Malfatti (1832-1917).
 
Andrea Malfatti, Mani infantili
La nostra esistenza  è costellata di promesse date e ricevute, senza le quali la nostra vita sarebbe un cammino insipido, perso nell'attimo fuggente e privo di  trepidazioni. Sono il sale della vita, ci aprono ai bagliori dell’attesa ed alla luce della speranza, ci dischiudono orizzonti impensati.
Sono tante le promesse: ci sono quelle che scavano la nostra vita, segnano avvenimenti per noi decisivi e fondano scelte definitive, come il battesimo per il credente, il matrimonio, la relazione amicale, le decisioni prime ed ultime in campo religioso, sociale, politico, professionale che impegnano tutta una vita; ci sono le promesse giuridiche-contrattuali che vincolano a una certa prestazione una  o ambedue le parti; ci sono le promesse giurate, con tutte le speciali modalità  di obbligazione, come  il voto religioso o  la promessa del celibato nel prete cattolico; ed infine le promesse che fanno parte della nostra esperienza quotidiana, non importa se esplicite o implicite o persino silenziose e non verbali.
Andrea Malfatti, Donna con bambino in braccio
Sono quelle di tutti i giorni  che mi interessano, perché sono la modalità normale di relazionarci con noi stessi e con gli altri, il dare e mantenere la parola in tutte le circostanze, assumere un impegno, obbligarci nei confronti di noi stessi e di altri: sono la vita del padre e della madre che accudiscono i figli, la vita che vivono ogni giorno marito e moglie, la vita dei lavoratori nelle varie professioni, la forza delle relazioni amicali ed interpersonali, l’impegno quotidiano nel volontariato, i progetti di chi si dedica ogni giorno all’azione politica e sociale perché animato/a da una forte passione...
Il fatto è che non sarebbe possibile la convivenza umana senza promessa, emblema della nostra condizione esistenziale, del nostro interagire con le persone nella società, del  nostro concepire il tempo della vita.
Preziosa nella sua fragilità, non si perde  nella fugacità dell’istante, lo trascende, invoca la  durata e la fedeltà nel divenire, unisce l’impegno con la coerenza, la libertà e il vincolo dell’obbligazione.
Andrea Malfatti, Mano sinistra
Paul Ricoeur afferma che proprio per questo la promessa è forse la più ambiziosa ed eccellente tra le nostre possibilità decisionali: rifiuta l’unilateralità del presente, anticipando progettualmente il futuro (fare una promessa significa in qualche modo essere padroni di un futuro già nel presente); trasforma il fluire del tempo, del nascere e del perire,  nella “durata”, dono da condividere con altri nell'accettazione della propria ed altrui finitezza; definisce la nostra libertà come responsabilità, plasma noi stessi,  segna  le relazioni interpersonali ed i rapporti sociali per il tempo che viene.
Per Ricoeur  alla base della promessa non vi è una struttura  duale (promettente-destinatario) ma triangolare: ”io devo mantenere la mia promessa” - “tu puoi esigere da me” - “è necessario mantenere le proprie promesse per aumentare la fiducia di tutti nello schema di cooperazione della propria comunità”». La promessa  trascende la sfera privata e diventa segno di una possibile  autentica comunità umana costruita sulla “dimensione fiduciaria” che il promettere stesso  rafforza e rende operante. Ogni  promessa di ciascuno di noi dunque  contribuisce a costruire e migliorare una convivenza basata sul rapporto fiduciario.
Andrea Malfatti, Angelo
Anzi, proprio perché impegna 
come soggetto responsabile chi la pronuncia, rivela  e fa appello al  fondamento morale insito nella capacità dell’uomo di restare fedele  a se stesso, al tu, al noi, alla realtà  che lo circonda. Infatti non tutti sono capaci di promettere e di mantenersi fedeli alla promessa. Lo sono unicamente coloro che vivono una dimensione etica, coloro che sono  capaci di  fiducia in se stessi e nel “tu”, capaci di amare, di donare e di disporre  di sé in libertà con la forza della decisione.
Oggi, nella nostra “società liquida” dove le “vite di corsa” sono la condizione umana generalizzata che si consuma nella quotidianità di un perpetuo e trafelato presente, è difficile una consapevole promessa, che non può essere consumata, ma che richiede fedeltà nella durata. Eppure, se data e mantenuta, può diventare una sorta di sfida alla liquidità ed  anticipazione di nuovi stili di vita e modalità di relazione. E allora è bene non cessare  di promettere e di esserne fedeli: finché ci saranno promesse (date e mantenute) potremo tutti contare sull’attesa gioiosa della vita, sulla gratitudine, l’amore  fedele, la pazienza, persino il perdono ... 
Per il credente cristiano  non vale forse la  ferma fede di D. Bonhoeffer che "Dio è Padre non perché esaudisce tutti i nostri desideri, ma perché mantiene le sue promesse"?
 
✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱ 
✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱

5 commenti:

  1. Rosario. Pro-messa…messa-pro. Nelle parole - il pensiero profondo, la Bibbia - dicono che è calato il Significato ed , in forza della disposizione di Dio, siamo esseri significanti.
    Tu, caro Gian Maria, curando e suggerendo questo significante post, hai favorito la nostra attenzione. Messa-pro, in favore, nel laboratorio processuale, creativo. Così dev’essere, se crediamo al “Regno che deve venire”, al Regno che abitiamo da ora e che abiteremo aldilà, che si alimenta della “ creazione continua”, alla quale portiamo “infime scaglie”.
    Hai calmato “le fiamme della mia rabbia “! Grazie 🙏 ✨🫂

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Rosario, grazie per la rua indomita apertura al promesso "Regno che deve venire, al Regno che abitiamo da ora e che abiteremo aldilà". Il tuo modo incrollabile di additare la speranza....

      Elimina
  2. Grazie. Grazie. Grazie, per queste parole e questi pensieri leggeri e liberi come un volo di rondine che alleggeriscono il cuore infondendo fiducia e speranza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a lei, caro/a Anonimo/a, che ci sollecita a volare liberi e leggeri!

      Elimina
  3. Sottoscrivo le parole del commento precedente. Mi ha fatto bene leggere questi richiami a Ricoeur: "La promessa trascende la sfera privata e diventa segno di una possibile autentica comunità umana costruita sulla “dimensione fiduciaria” che il promettere stesso rafforza e rende operante. Ogni promessa di ciascuno di noi dunque contribuisce a costruire e migliorare una convivenza basata sul rapporto fiduciario."

    RispondiElimina