Ripensare i beni comuni.
Post di Rosario Grillo.
“In geografia quello che veramente conta è ciò che non c’è. Perché quello che manca va pensato, desiderato, immaginato”.
(Matteo Meschiari)
Natalie Smith Henry, Local industries, 1940, Murale, American Art Museum |
Tra i docenti, la seconda si lega ad un imperativo logico-euristico, rivolto al discente in funzione di orientamento critico e di addestramento a idonee chiavi di lettura.
La assumo per introdurre una disamina del concetto di territorio. Aiuta la comprensione, la delucidazione iniziale circa la vicinanza tra luogo e territorio. Scelgo il secondo, in quanto incorpora da subito la terra nel discorso sul territorio.
Se è corretto riconoscere semplicemente con territorio un terreno assegnato, forse, forzando un po’, si può ricondurre il finale “orio” ad un possibile “orior” dal latino (sorgere). Così facendo, si riesce ad evidenziare il momento sorgivo del territorio e viene soddisfatto il rispetto del codice contestuale.
Natalie Smith Henry, Local industries, 1940, Murale, particolare |
Ebbene, è l’esempio più chiaro del nodo problematico che si addensa dentro il concetto di territorio.
La dottrina del primo fronte (tecno-politico) guarda l’intervento con occhio ingegneristico, guidato dallo scopo che si prefigge: insieme geopolitico ed economico, incurante del paesaggio e delle popolazioni locali coinvolte. Dal secondo fronte, la galassia variopinta dei NO TAV, si difendono le ragioni del territorio, che comprende paesaggio stile e qualità della vita, usi e tradizioni.
È anche vero che vanno aggiunti, alla distanza del ventennio trascorso, i costi economici, di molto avanzati rispetto a quelli di partenza. Ma, per la nostra questione, questi sono accessori secondari.
Il territorio, alla luce delle esemplificazioni fatte, include il tempo di vita, lo stile di vita; si fa, per così dire, anima che si distende e respira.
Natalie Smith Henry, Local industries, 1940, Murale, particolare |
Questi segnali possono raggrumarsi nella pandemia che ci coinvolge, la quale - ormai con concorde giudizio - riflette l’agonia della Terra, conseguente alle ferite inferte dall’antropocentrismo.
Se si legge così, l’Italia succitata non ha più il registro del primato esclusivo dell’urbanesimo con abbandono delle campagne; dei privilegi, politicamente perseguiti, di macro formazioni come le aree metropolitane e facsimili. Ma, all’inverso, si accinge a rivendicare i diritti, supportati da comportamenti e intraprese già avviati, delle terre basse, dei comuni montani, delle aree depresse e/o difficili, delle aree di spopolamento.
È l’Italia minore.
Si potrebbe parlare, a tal proposito, di una rivoluzione, portata avanti dalla scala del micro (micro aree, micro clima e via dicendo).
Natalie Smith Henry, Local industries, 1940, Murale, particolare |
Di seguito, quindi, prende corpo una filosofia del diritto che si sporge aldilà del privato, incurante di un trend culturale - in gran parte consociato al successo del neoliberismo - che ha promosso il verbo dell’individuo, ricco del suo libero arbitrio.
Una diversa filosofia del diritto si rituffa nel mare del Con-diviso, aiuta ad alimentare il fare del cooperativismo, ritrova le meraviglie degli usi civici, tarpa le ali delle pretese eccessive della proprietà privata. (3)
Note.
2. La filosofia dei beni comuni è tornata in vita tramite riflessioni giuridiche e disquisizioni filosofiche che si sono estrinsecate in iniziative di referendum. Hanno però una sostanza non contingente, soprattutto se riportate a certe dottrine che, nel corso della storia, hanno agglutinato il concetto di bene comune.
3. La conclusione mette in apice modalità del “mettere in comune”, qualità come “beni comuni”, condizioni di lavoro affini, contemplate nel cooperativismo che si confanno ad un sistema di vita lontano dall’individualismo.
Paradosso
RispondiElimina“In geografia quello che veramente conta è ciò che non c’è. Perché quello che manca va pensato, desiderato, immaginato”. (Matteo Meschiari)
Il prof, Matteo Meschiari non è così lontano da un immaginario nel cercare di trovare qualcosa che manca in un territorio. E così venire a scoprire un certo vaso di Pandora, la nostra Terra. Per esempio rivedere nella mappa di Porto Ferraio dell'Isola d'Elba, attraverso le tracce delle case, delle vie e tanto altro, frammenti di scenari del tempo di Napoleone Bonaparte esiliato su quest'isola. Una sua lettera dopo lo sbarco nelle mani della sua Luisa. E poi un guardiano inglese col cane che lo cerca invano, ma già si preparava una nuova guerra. Mai tanta storia a Porto Ferraio in un fazzoletto mappale!
Vedasi Storia nascosta: L'Aiglon fra storia e mistero, di cui al link: https://www.esonet.it/?p=665