"Ci rendiamo conto che non abbiamo politici in grado di affrontare l’immane fatica di pensare un mondo 'altro'."
Post di Gian Maria Zavattaro.
Fotografie di Silvia Marcolin (qui la pagina facebook)
Migranti. La denuncia del Papa: “La loro esclusione è scandalosa, schifosa, peccaminosa, criminale.... Chiediamoci quanto siamo davvero comunità aperte ed inclusive verso tutti”.
Fotografia di Silvia Marcolin |
📩 Mi chiamo Sadat alias Hamed Himed Mehmet Ali Mustafa Ahmet Hassan Nadir Rashad ,…, Fatmah, alias Lewa Nasha Munya Aisha Hasna Maryam fate voi…
Sono nigeriano
ivoriano senegalese togolese sudanese…, fate voi….
Non
sono un numero, non do spettacolo.
Sapete
che cosa vuol dire guerra?
A voi devo ricordare che cosa è la guerra? Chiedete
ai vostri nonni: le due guerre mondiali vi hanno causato più di 2 milioni di
morti, senza parlare dei feriti, degli invalidi, delle vedove e degli orfani
minorenni.
A voi devo ricordare che cosa significhino
brutalità violenza atrocità torture massacri macelli bombardamenti deliri di
morte tradimenti pianti a non finire di vedove e di orfani, disperazione,
privazione di ogni bene ed affetto, di ogni diritto? E fame sete miseria
desolazione.
Fotografia di Silvia Marcolin |
Sapete
che cosa sono la fame, la sete?
Sono i peggiori guai che possano capitare ad un
essere vivente, sono il più grave male dell’umanità che non solo ci abbruttisce
fisicamente (provate ad immaginare i vostri figli torturati da lancinanti
dolori della fame!), ma ci degrada psicologicamente, ci deforma nello spirito
oltre che nel corpo, ci sollecita alla rabbia incontenibile, alla bestemmia,
alla violenza, al delitto.
Non capite che la ribellione alla fame ed alla sete
investe le radici della vita in pericolo ed è qualcosa che nasce dal profondo
dell’anima?
Pensate che la fame e la sete non siano
impedimenti e possano consentire ”l’effettivo esercizio delle libertà
democratiche garantite dalla Costituzione italiana” (art.10)?
Pensate ancora che la mia fuga dalla fame e dalla
sete potesse avere alternative?
Fotografia di Silvia Marcolin |
Sapete
che cosa sono i lager libici, i ricatti alle nostre famiglie, i tormenti, le
torture, le più strane e crudeli vessazioni?
Come potete liquidarmi dicendo di tornare a casa ed
ipocritamente aggiungere che là potrete aiutami? Il vostro scherno è la vera
desolazione.
Sapete
dei barconi, dei gommoni e dei morti annegati? E dei porti che ci sono
interdetti, alla faccia della Dichiarazione dei diritti universali? E degli
scafisti (quelli veri, non i manovali) che nessuno tocca?
Ve lo godete lo spettacolo televisivo
quotidiano dei nostri barconi alla deriva, delle Ong interdette tra mille
contumelie e chiacchiere inutili?
Io ho un volto, sapete? E un nome, una famiglia e
la mia solitudine che ogni giorno mi accompagna nella nostalgia
degli affetti familiari.
Fotografia di Silvia Marcolin |
Sapete
che fine farò in nome della sicurezza, cacciato dagli Sprar, perché
ho solo un permesso “umanitario” che non vale più nulla?
Di sicuro mi nasconderò, di sicuro
mendicherò davanti alle vostre chiese, supermercati farmacie ed agli
angoli di strada, pronto a rendermi invisibile alla security. A
mendicare non la vostra pietà, perché per legge è morta. Forse il vostro obolo,
ancor più il vostro sguardo: guardatemi negli occhi, non volgete gli occhi
sfuggenti altrove, non cancellatemi, non fate finta che io non ci sia così come
le migliaia di vostri connazionali diventati invisibili.
A voi invece voglio dare la mia solidarietà,
disturbandovi con la mia presenza fastidiosa, magari provocandovi smarrimento e
senso di colpa. Lo farò solo con lo sguardo ed un sorriso
di fraternità. Per questo accetterò il vostro euro prima di tornare
invisibile, in attesa di reciproca accoglienza.
Alcuni di noi sono fuggiti a Ventimiglia e di là
sono riusciti, non so come, a passare in Francia dai loro parenti, ma prima o
poi è facile che li riprendano e li ricaccino in Italia, dove però non possono
più stare… E allora? E se ci fossero al mio e loro posto i vostri figli e
nipoti, o vostro padre e vostra madre?
Fotografia di Silvia Marcolin |
Una impossibile protesta collettiva, scene di
popolo in tumulto, una ribellione sociale a mio favore? Per carità,
assolutamente no! Semplicemente che vi rendiate conto e riconosciate che
sono uno schiacciato, sradicato, alla ricerca di nuove radici e di
quella dignità, data dal lavoro e da una nuova
cittadinanza, che voi vi arrogate come diritto imprescindibile
per voi ma non per gli “altri”.
Un amico volontario, uno di voi,
tra le tante cose un bel giorno mi ha dato un libro da leggere, per saggiare il
mio italiano, condizione indispensabile per una sana integrazione. Così
ho letto le prime pagine della Costituzione Italiana: non ho capito tutto, ma
ho capito che forse mi potrebbe rimanere qualche speranza, se voi che avete il
potere di decidere del mio destino sarete capaci di riconoscermi e riconoscervi
negli art.2 e 10, che non trascrivo, sicuro che voi li
conoscete a memoria.
Lo
sapete che se non c’è speranza il mio è stato un viaggio verso il
nulla?
Sapete che cosa vuol dire essere disperati?
Sapete che cosa vuol dire essere disperati?
Lo
volete sentire sì o no il mio urlo di oppresso?
Albenga,
Genova, Roma, Biella, Treviso…., fate voi…, novembre 2022.
Mi chiamo Sadat alias Hamed Himed Mehmet Ali Mustafa Ahmet Hassan Nadir Rashad ,…, Fatmah, alias Lewa Nasha Munya Aisha Hasna Maryam fate voi…
p.s. L’amico volontario ha corretto il
mio stentato italiano rendendolo, forse, leggibile. Grazie, amico.
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“Ci
rendiamo conto che non abbiamo politici in grado di affrontare l’immane fatica
di pensare un mondo “altro”. Ma saremmo fuori dalla civiltà e dalla stessa
fede, se stabilissimo che è “naturale” far pagare agli “ultimi” la nostra
voglia di vivere e la smodata presunzione di essere “superiori” ai comuni
mortali. L’Occidente è ad un bivio. O smette di dirsi umano e cristiano […],
oppure “condivide” ciò che è ed ha: cultura, tradizione umanistica, diritti
umani, fino a questa terra che è di Dio, e dunque di tutti, questo pane che la
terra ancora ci dona. Nessuno pensa che sia cosa da poco, ovvia e di immediata
attuazione. Non è follia, è l’unica saggezza possibile” (F. Scalia S J, in Adista n. 17, 09.05.2015).
“Anche quando sono stato nei campi profughi non ho fotografato gente povera o disperata, ma persone. Io non ho mostrato i miserabili, ma gente che viveva in equilibrio e poi ha perso la casa, la terra e cercava un altro luogo dove vivere. Questa è la fotografia: rispettarli e mostrare una storia” (Sebastião Salgado).
1. cfr. Avvenire dell’11 ottobre scorso: Migranti, la denuncia del Papa , art. di M. Muolo, pag.7. E ancora: “Ci rendiamo conto che non abbiamo politici in grado di affrontare l’immane fatica di pensare un mondo “altro”. Ma saremmo fuori dalla civiltà e dalla stessa fede, se stabilissimo che è “naturale” far pagare agli “ultimi” la nostra voglia di vivere e la smodata presunzione di essere “superiori” ai comuni mortali. L’Occidente è ad un bivio. O smette di dirsi umano e cristiano [...], oppure “condivide” ciò che è ed ha: cultura, tradizione umanistica, diritti umani, fino a questa terra che è di Dio, e dunque di tutti, questo pane che la terra ancora ci dona. Nessuno pensa che sia cosa da poco, ovvia e di immediata attuazione. Non è follia, è l’unica saggezza possibile”(F. Scalia S J, in Adista n. 17, 09.05.2015).
Gent.mo GianMaria, sto prendendo atto che scritti come il suo fanno parte di una sensibilità ormai di minoranza. E ne sono assai dispiaciuta. Saluti cordiali.
RispondiEliminaGentile e cara Maria, temo purtroppo di doverle dare ragione. Ma testimoniare le proprie convinzioni ed agire in coerenza fa parte del nostro - e suo - ottimismo tragico. Un caro saluto anche da parte di Rossana.
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