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sabato 12 novembre 2022

Non chiamatemi "carico residuale".

"Ci rendiamo conto che non abbiamo politici in grado di affrontare l’immane fatica di pensare un mondo 'altro'."
Post di Gian Maria Zavattaro.
Fotografie di Silvia Marcolin (qui la pagina facebook)
 
Migranti. La denuncia del Papa: “La loro esclusione è scandalosa, schifosa, peccaminosa, criminale.... Chiediamoci quanto siamo davvero comunità aperte ed inclusive verso tutti”. 
 
Fotografia di Silvia Marcolin
Inequivocabilmente, vista l’aria che tira, vogliamo chiarire le nostre scelte ed il nostro agire, riproponendo - con qualche variazione - il post del febbraio 2019. (1)
 
📩 Mi chiamo Sadat alias Hamed Himed Mehmet Ali Mustafa Ahmet Hassan Nadir Rashad ,…, Fatmah, alias Lewa Nasha Munya Aisha Hasna Maryam fate voi…
Sono nigeriano ivoriano senegalese togolese sudanese…, fate  voi….
Non sono un numero, non do spettacolo.

Sapete che cosa vuol dire guerra?
A voi devo ricordare che cosa è la guerra? Chiedete ai vostri nonni: le due guerre mondiali vi hanno causato più di 2 milioni di morti, senza parlare dei feriti, degli invalidi, delle vedove e degli orfani minorenni.
A voi devo ricordare che cosa significhino brutalità violenza atrocità torture massacri macelli bombardamenti deliri di morte tradimenti pianti a non finire di vedove e di orfani, disperazione, privazione di ogni bene ed affetto, di ogni diritto? E  fame sete miseria desolazione.
Pensate che la mia fuga dalla guerra  potesse avere alternative?

Fotografia di Silvia Marcolin
Sapete che cosa sono  la fame, la sete?
Sono i peggiori guai che possano capitare ad un essere vivente, sono il più grave male dell’umanità che non solo ci abbruttisce fisicamente (provate ad immaginare i vostri figli torturati da lancinanti dolori della fame!), ma ci degrada psicologicamente, ci deforma nello spirito oltre che nel corpo, ci sollecita alla rabbia incontenibile, alla bestemmia, alla violenza, al delitto.
Non capite che la ribellione alla fame ed alla sete investe le radici della vita in pericolo ed è qualcosa che nasce dal profondo dell’anima?
Pensate che la fame e la sete  non siano impedimenti e possano consentire ”l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana” (art.10)?
Pensate ancora che la mia fuga dalla fame e dalla sete potesse avere alternative?
 
Fotografia di Silvia Marcolin
Sapete che cosa sono i lager libici, i ricatti alle nostre famiglie, i tormenti, le torture, le più strane e crudeli vessazioni?
Come potete liquidarmi dicendo di tornare a casa ed ipocritamente aggiungere che là potrete aiutami? Il vostro scherno è la vera desolazione.

Sapete dei barconi, dei gommoni e dei morti annegati? E dei porti che ci sono interdetti, alla faccia della Dichiarazione dei diritti universali? E degli scafisti (quelli veri, non i manovali) che nessuno tocca?
Ve lo godete lo spettacolo televisivo quotidiano dei nostri barconi alla deriva, delle Ong interdette tra mille contumelie e chiacchiere inutili? 
Io ho un volto, sapete? E un nome, una famiglia e la mia solitudine che ogni giorno mi  accompagna nella nostalgia degli affetti familiari.

Fotografia di Silvia Marcolin
Sapete che fine farò in nome della sicurezza, cacciato  dagli Sprar, perché ho solo un permesso “umanitario” che non vale più nulla?
Di sicuro mi  nasconderò, di sicuro mendicherò  davanti alle vostre chiese, supermercati farmacie ed agli angoli di strada, pronto  a rendermi invisibile alla security. A mendicare non la vostra pietà, perché per legge è morta. Forse il vostro obolo, ancor più il vostro sguardo: guardatemi negli occhi, non volgete gli occhi sfuggenti altrove, non cancellatemi, non fate finta che io non ci sia così come le migliaia di vostri connazionali diventati invisibili.
A voi invece voglio dare la mia solidarietà, disturbandovi con la mia presenza fastidiosa, magari provocandovi smarrimento e senso  di colpa. Lo farò solo con lo sguardo ed un sorriso di  fraternità. Per questo accetterò il vostro euro prima di tornare invisibile, in attesa di reciproca accoglienza.
Alcuni di noi sono fuggiti a Ventimiglia e di là sono riusciti, non so come, a passare in Francia dai loro parenti, ma prima o poi è facile che li riprendano e li ricaccino in Italia, dove però non possono più stare… E allora? E se ci fossero al mio e loro posto i vostri figli e nipoti, o vostro padre e vostra madre?

Fotografia di Silvia Marcolin
Sapete che cosa voglio da Voi?
Una impossibile protesta collettiva, scene di popolo in tumulto, una ribellione sociale a mio favore? Per carità, assolutamente no!  Semplicemente che vi rendiate conto e riconosciate che sono uno schiacciato, sradicato,  alla ricerca di nuove radici e di quella  dignità, data dal lavoro e da una nuova cittadinanza,  che voi vi arrogate come  diritto imprescindibile per voi ma non per gli “altri”.
Un amico volontario, uno di voi, tra le tante cose un bel giorno mi ha dato un libro da leggere, per saggiare il mio italiano, condizione indispensabile  per una sana integrazione. Così ho letto le prime pagine della Costituzione Italiana: non ho capito tutto, ma ho capito che forse mi potrebbe rimanere qualche speranza, se voi che avete il potere di decidere del mio destino sarete capaci di riconoscermi e riconoscervi negli art.2 e 10, che   non trascrivo,  sicuro che voi  li conoscete  a memoria.

Lo sapete che se non c’è speranza il mio è stato un viaggio verso il nulla? 
Sapete che cosa vuol dire essere disperati?
Lo volete sentire sì o no il mio urlo di oppresso?

Albenga, Genova, Roma, Biella, Treviso…., fate voi…, novembre 2022. 

Mi chiamo Sadat alias Hamed Himed Mehmet Ali Mustafa Ahmet Hassan Nadir Rashad ,…, Fatmah, alias Lewa Nasha Munya Aisha Hasna Maryam fate voi…

p.s. L’amico volontario  ha corretto il mio stentato italiano rendendolo, forse, leggibile. Grazie, amico.

Fotografia di Silvia Marcolin
“Ci rendiamo conto che non abbiamo politici in grado di affrontare l’immane fatica di pensare un mondo “altro”. Ma saremmo fuori dalla civiltà e dalla stessa fede, se stabilissimo che è “naturale” far pagare agli “ultimi” la nostra voglia di vivere e la smodata presunzione di essere “superiori” ai comuni mortali. L’Occidente è ad un bivio. O smette di dirsi umano e cristiano […], oppure “condivide” ciò che è ed ha: cultura, tradizione umanistica, diritti umani, fino a questa terra che è di Dio, e dunque di tutti, questo pane che la terra ancora ci dona. Nessuno pensa che sia cosa da poco, ovvia e di immediata attuazione. Non è follia, è l’unica saggezza possibile” (F. Scalia  S J, in Adista n. 17, 09.05.2015).

“Anche quando sono stato nei campi profughi non ho fotografato gente povera o disperata, ma persone. Io non ho mostrato i miserabili, ma gente che viveva in equilibrio e poi ha perso la casa, la terra e cercava un altro luogo dove vivere. Questa è la fotografia: rispettarli e mostrare una storia” (Sebastião Salgado).   
 
Fotografia di Silvia Marcolin
Nota.
1. cfr. Avvenire dell’11 ottobre scorso: Migranti, la denuncia del Papa , art. di M. Muolo, pag.7. E ancora:  “Ci rendiamo conto che non abbiamo politici in grado di affrontare l’immane fatica di pensare un mondo “altro”. Ma saremmo fuori dalla civiltà e dalla stessa fede, se stabilissimo che è “naturale” far pagare agli “ultimi” la nostra voglia di vivere e la smodata presunzione di essere “superiori” ai comuni mortali. L’Occidente è ad un bivio. O smette di dirsi umano e cristiano [...], oppure “condivide” ciò che è ed ha: cultura, tradizione umanistica, diritti umani, fino a questa terra che è di Dio, e dunque di tutti, questo pane che la terra ancora ci dona. Nessuno pensa che sia cosa da poco, ovvia e di immediata attuazione. Non è follia, è l’unica saggezza possibile”(F. Scalia S J, in Adista n. 17, 09.05.2015).

2 commenti:

  1. Gent.mo GianMaria, sto prendendo atto che scritti come il suo fanno parte di una sensibilità ormai di minoranza. E ne sono assai dispiaciuta. Saluti cordiali.

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  2. Gentile e cara Maria, temo purtroppo di doverle dare ragione. Ma testimoniare le proprie convinzioni ed agire in coerenza fa parte del nostro - e suo - ottimismo tragico. Un caro saluto anche da parte di Rossana.

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