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domenica 28 maggio 2023

Il mito, la mitologia, la prospettiva.

Il mito nella storiografia.

Post di Rosario Grillo.
Immagini delle illustrazioni di Alberto Magri (vedere nota a fondo pagina), per gentile concessione (qui il sito).

Alberto Magri, Menocchio, dipinto
Carlo Ginzburg si è conquistata la fama di storico di vaglia a partire dalla pubblicazione del libro Il formaggio e i vermi del 1976; aprì allora squarci di novità metodologiche nella storiografia italiana. Il suo spessore di autore si è confermato poi arricchendosi di chiavi interdisciplinari.
Dopo questa presentazione, voglio seguire le sue argomentazioni davanti al tema del mito, sviluppate in Occhiacci di legno, opera ripresa ed ampliata nel 2019. (1)
Il mito contrasta con una certa storiografia, che alla storia applica la severa misura della razionalità; facendo parte dell’irrazionale, viene sbrigativamente “messo in soffitta”, a rappresentare la “zavorra” del progredir della ragione. I positivisti, in ispecie, avevano elevato una barriera insormontabile davanti alla “verità oggettiva” dei fatti.
C. Ginzburg non ha però il passo dello storico “a la page”, frequenta la scuola dell’illuminismo, ma sa distinguere, così come sa che, per dirimere una questione, occorre improntare la genealogia storica e seguirne il divenire.
Alberto Magri, Inquisitore, foto di Stefano Ciol
Il suo celebre personaggio Menocchio aveva già portato in scena un “insieme di forze sentimenti ed immaginazioni” oscure. (2)
Qui, in Occhiacci di legno, il tema conduttore è il distanziamento, che, visto di primo acchito, sembra portarci lontano dalla ricerca del Tu, che nel nostro blog è imperativo morale. Ma un chiarimento è subito da fare: che il distanziamento ha, in questo caso, il senso della prospettiva. E la prospettiva è materia prima del pensare storico, come dell’arte.
Il primo capitolo del libro in oggetto è proprio: Mito e mitologia.
Ginzburg comincia dalle origini del pensiero occidentale, vagliando il problema dentro la matassa della civiltà greca. Autore d’obbligo: Platone, che si spinge oltre la schematica riprovazione del valore ontologico-etico-gnoseologico del mito, visto che, in qualche luogo, al mito ricorre. Il mito, per Platone, è d’ausilio nel piano noetico, nelle “dottrine non scritte”, dove oggetto diventa il Bene in sé. 
Possiamo inoltre parlare di uno scambio tra la dialettica, unica scienza capace di affrontare l’essere del “non essere”: di cogliere la tensione dentro le “diversità” delle idee, e il mito, che nel Timeo porge aiuto alla cosmologia con il Demiurgo.
 
Alberto Magri, Menocchio, foto di Stefano Ciol
Presa questa strada, si riesce ad andare oltre la scolastica contrapposizione tra Platone ed Aristotele e a leggere la continuità di sviluppo del problema quando il secondo riconosce un terreno di pertinenza al mito: la verosimiglianza. Mentre si riconosce così l’effetto della classificazione aristotelica delle scienze, che riserva dignità alle scienze pratiche-poietiche, si riceve un metodo più duttile, capace di confrontarsi con la sfida della Sofistica.
Al pensiero umano si permette un gran guadagno: la possibilità di avvalersi, a fini euristici, della finzione.
Ginzburg annota: “…la poesia è fictio anche perché, come la fictio legale, costituisce una realtà che è vera a tutti gli effetti, ma non vera in senso letterale. In una pagina citata da San Tommaso (…) e certo nota a Dante, sant’Agostino aveva insistito sulla necessità di distinguere una fictio che è menzogna da una fictio che è aliqua figura veritatis” (3)
Alberto Magri, Menocchio interrogato, foto di Stefano Ciol
A tutti gli effetti, la poesia viene a caratterizzarsi, oltre che per l’ordine sentimentale, anche per l’ordine epistemologico. Le sue metafore sono il proprium di un senso profondo della realtà.
Su questo terreno si muovono certi uomini rinascimentali (M. Ficino potrà combinare prisca theologia e pia philosophia) e, più avanti, G.B. Vico delineerà le prime due età della “storia nova”, fantasia e senso.
Nel cammino, si resta incantati dalle aperture di sant’Agostino, che già danno vivacità al pensiero medievale (Scoto Eriugena, Abelardo), per fecondare successivamente la poesia di Petrarca e la prosa di Boccaccio.
Se adesso restiamo al piano dell’arte ed osserviamo la “pratica delle immagini”, tipica di pittori e scultori, possiamo ulteriormente penetrare dentro le corrispondenze. Ginzburg prende ad esempio il don Chisciotte capolavoro del parametro metaforico; gli riconosce grande maestria quando rappresenta lo scenario dell’incongruenza della cavalleria e capacità di intensa irradiazione culturale in chiave interdisciplinare nel quadro storico del Seicento.
Passano, attraverso la pittura, in virtù delle capacità rivelatrici delle immagini, le affinità e la radicata convinzione circa l’utilità pedagogica del linguaggio metaforico, anche per il campo teologico.
 
Alberto Magri, L'Inquisizione, foto di Stefano Ciol
Visto, comunque, che il cammino storico allarga i confini e tocca “altri mondi”, si trova il modo per puntualizzare i contraccolpi di certi incontri: tra cui il “mito del buon selvaggio” , già presente nel ‘500 e poi la dose eccedente di eurocentrismo allegata all’avanzata del colonialismo europeo. Non deve sfuggire, in questo contesto, la pregnanza della nota ghinzsburghiana: “È stato sostenuto che l’egemonia sulla comunicazione contribuì, non meno dei fucili e dei cavalli, alla conquista dell’impero azteco da parte di un gruppo di soldati spagnoli” .
L’excursus non si ferma qui, perché, dopo aver accennato al patriottismo (infarcito di miti), si focalizza sull’impiego del mito nella politica attuale. Passaggio d’obbligo: il frutto che ne ricavano i regimi totalitari. (4). L’attenzione, infine, è riservata anche alla sua presenza nella “scatola delle illusioni”, ammannita dalla politica odierna  in combinazione con il capitalismo consumistico. 

Note.
💥Relativamente alle immagini, riportiamo qui le informazioni gentilmente fornite dall'autore, Alberto Magri: "non esistevano immagini iconografiche sul volto di Menocchio prima del mio operato. Negli anni 90 ci sono state delle opere teatrali e nel 2018 il film di Alberto Fasulo (con mia consulenza visiva e storica). I 'miei Menocchi', sono il frutto del lavoro di molti anni di ricerca storica, archivistica, per gli aspetti degli usi e costumi dell'epoca, nei testi storici e nei dipinti del cinquecento; ho realizzato oltre 500 tra schizzi, disegni e dipinti sul Menocchio, oltre che dei corti, animazioni e il libro".
(1) Si trova in edizione Quodlibet.
(2) Menocchio è appunto il “personaggio de Il formaggio e i vermi. In precedenza, 1966, in un’altra opera, I benandanti, Ginzburg aveva fatto un ampio affresco di tali e tante “energie”.
(3) Occhiacci di legno, p.54.
(4) Ginzburg cita Hitler che parlava così della propaganda: “Il suo compito deve consistere, […]come nel manifesto pubblicitario, nel rendere attenta la massa[…]. L’azione della massa dev’essere sempre diretta più al sentimento, e solo molto secondariamente al cosiddetto intelletto[…].Chi vuol guadagnarsi la grande massa, deve conoscere la chiave che apre la porta del suo cuore. Non si chiama oggettività, cioè debolezza, ma volontà ed energia”. Op. cit. p. 85.
 
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1 commento:

  1. Cara Rossana hai letto nel profondo del mio contributo è così mi hai regalato le meraviglie delle immagini e del video di Alberto Magri. Effettivamente, da varie angolazioni, vengo riportato in un “ centro di polarità “, che mescola immaginazione e razionalità. La “ finzione “ ci introduce in una “ soglia di possibilità “ che esula dal cerchio rigido della realtà di fatto.
    Ti faccio parte poi della prima parte del mio vivere al nord che è cominciato a Sacile, vicino a Pordenone. A Pordenone ci sono ritornato nell’anno del mio servizio militare ( 1971). Mi è familiare il Friuli Venezia Giulia, perché sai che, con l’occasione di mio fratello sposato con donna triestina, ho visitato in largo quella regione. Sotto certi aspetti “quelle storie” sono espressione del loro animo.
    Di C. Ginzburg mi attrae sempre il confessato contrasto tra l’argomentazione di fine filologia, a misura di razionalità, e il groviglio degli oggetti indagati che partecipano dell’ irrazionale. Grazie ✨🌹🤗

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