Può la seduzione coniugarsi con l’etica ovvero con il rispetto dell’alterità?
Post di Rossana Rolando.
La domanda può, forse, lasciare stupiti, ma – a ben vedere – non troppo. Conosciamo tutti le maglie in cui spesso irretisce il potere seduttivo, nella vasta gamma delle sue espressioni, dalla più frivola alla più maligna.
Cosa nasconde, infatti, la volontà di se-ducere, condurre con sé, attrarre?
Già a partire dal “cosa nasconde”, si comprende come la seduzione, di cui sto parlando, non sia semplicemente il frutto di una dote naturale – sia essa l’avvenenza fisica o il fascino che sprigiona da una qualche personale qualità - ma sia invece il risultato di un’astuta regia, di un calcolo ben ponderato.
Prendo in considerazione qualche esempio.
Spesso – pensiamo ai social – la seduzione cela interessi più o meno mascherati. Chi promuove la propria immagine - nei tempi, nei modi e nei contenuti dell’esposizione - lo può fare per suscitare nei seguaci (followers) ben precisi sentimenti di fiducia e ammirazione, tali da indurre a comprare i prodotti efficacemente pubblicizzati. La seduzione, in questo senso, non è mai innocente, suppone sempre un uso dell’altrui ingenuità a servizio dei propri scopi. L’attrazione artificiosamente costruita è funzionale ad un vantaggio, non è disinteressata, benché – per essere credibile – debba e voglia apparire tale.
Nella stessa logica strumentale, nel corso del Novecento, dal momento in cui sono entrati in scena i mezzi di comunicazione di massa, la politica ha largamente utilizzato mezzi seduttivi, nell’uso del linguaggio, dei simboli, delle immagini, al fine di ricavare consenso politico ed elettorale.
Félix Vallotton, La camera rossa, 1898 |
In tutti i casi, la natura della seduzione, la sua intima malizia è data dalla scissione fondamentale dell’estetico rispetto all’etico. Lo dice in modo mirabile Kierkegaard nel suo Diario del seduttore, frammento della più vasta opera Aut Aut. Il seduttore, Johannes, corteggia la giovane Cordelia, non nel modo sensuale e immediato del Don Giovanni, quanto piuttosto con la raffinatezza intellettuale e spirituale di chi vive poeticamente ed esteticamente. Cordelia rimane ammaliata da questo interprete finissimo della letteratura, della musica, che consapevolmente usa i tesori della cultura per soggiogarla e dominarla.
Félix Vallotton, La visita, 1899 |
L’accezione negativa della seduzione trova il suo apice in ambito religioso, in vari passi del testo biblico. Qui l’inganno della seduzione - di chi pure può presentarsi come “angelo di luce” (2 Cor. 11:14,15) - coincide con l’azione tesa a fuorviare, a fare uscire di strada. Il seduttore per eccellenza è, infatti, il Maligno.
Non a caso Gesù invita i suoi discepoli a stare attenti: “Guardate che nessuno vi seduca!” (Videte, ne quis vos seducat, Marco 13,5).
Félix Vallotton, La biblioteca, 1915 |
Mi pare che il sottile discrimine, tra la seduzione buona e le forme sopra ricordate, sia proprio dato dal disinteresse e dalla responsabilità con cui si utilizzano le risorse della seduzione.
Non cerca forse di sedurre chi tiene una conferenza, chi sa trovare le parole che risvegliano l’intima ricerca della conoscenza? Non deve essere seduttivo il linguaggio di un intellettuale, di un maestro di vita, di un insegnante? L’educazione che libera e conduce fuori dalle strettoie degli stereotipi e dei luoghi comuni, non è forse l’atto di trasmissione del desiderio, di una seduzione – di chi insegnando impara - data dalla bellezza umanizzante della cultura?
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Trovo ed apprezzo magnifica armonia tra contenuto ed immagini.Sorprendente la miscela tra il tono esortativo e quello problematico ( rispettato fin nella conclusione che resta aperta, in onore al maestro Platone).
RispondiEliminaIl tema sorge dalla natura generativa di Eros. Ma Eros, appunto, ha natura ambivalente: può essere dominato dall’egocentrismo, deve essere rivolto alla alterita’. Un abbraccio Rosario
Condivido il giudizio di Marina Degl'Innocenti: la pittura di Félix Vallotton "sottilmente straniante", è "tale da suggerire, soprattutto negli interni segreti e silenziosi... un'atmosfera inquietante". Si addice a questo tema che tocca i meandri tortuosi della psiche, con riferimento particolare alla seduzione, nei suoi risvolti narcisistici.
RispondiEliminaUn abbraccio, Rossana.
Magistrali le tue riflessioni, accompagnate dalla pittura di Vallotton, che sconoscevo. Grazie, cara Rossana. E buona domenica delle Palme.
RispondiEliminaBuona domenica delle Palme anche a te, cara Maria. Le riflessioni, come hai visto, sono suscitate dalla rilettura di Kierkegaard, che è sempre ricca di spunti, anche per l'oggi.
EliminaTrovo per es., nei Diari, questa affermazione, in continuità con quanto detto nel post: "Andare dietro all'applauso del 'momento' è come correre dietro alla propria ombra".
Abbiamo grandi maestri...
Un abbraccio, Rossana.
Sempre sottili e profonde le tue riflessioni insieme alle tue domande, cara Rossana. A proposito di seduzione, mi veniva in mente anche il profeta Geremia che si rivolge a Dio dicendo : "Mi hai sedotto, Signore, e mi sono lasciato sedurre". Una seduzione che sembra un tranello in cui è caduto il profeta, ma al tempo stesso un fuoco che lo pervade interiormente. Bellissimo.
RispondiEliminaGrazie!
Grazie, cara Annamaria. Citi una figura straordinaria, Geremia, in lotta con Dio (come Giobbe). Gianfranco Ravasi ne ha dato una profonda interpretazione, nel suo libro dedicato al profeta (Il profeta Geremia, ed. Qiqaion), lasciando intatta tutta la drammaticità del suo grido. Bello anche l'articolo del Sole 24 ore di cui lascio il link qui. Un abbraccio.
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