Piccole resurrezioni.
Post e fotografie di Rossana Rolando
Anselm Kiefer, Caduta dell'angelo |
Nella sua concezione poetica, infatti, la morte non è soltanto il momento che mette fine alla storia individuale: essa è dentro il tempo, inscritta in ogni esperienza di negazione, di perdita di sé e di annientamento: “Siamo/ noi pure/ dentro l’animato grembo/ dove nascita/ e morte si affrontano/ sì, ma solo per confondersi.”¹ Per questo la vita che continuamente viene meno e manca, ha bisogno di essere raggiunta da altra vita,² perché sia possibile riemergere dalle ceneri e dai baratri: la vita medesima reclama vita e “così spirito lo spirito”, come la linfa per l’albero o l’acqua per l’arido deserto.³
Anselm Kiefer, Girasoli |
Pasqua? Sì, Pasqua –
ti è data ancora
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Resurrezione dai morti
O dal baratro
O dal gorgo
Di un tutto consumato tempo?
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Ci visita noi ceneri,
un sogno ricorrente
di fertilità
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Sua fine, sua resurrezione –
Ancora quella contesa?
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Pasqua, ora, nuovamente.⁴
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Anselm Kiefer, Girasole |
Per un verso, esse sono tratte dal risveglio della natura: “s’apre/ a sé risorta/la terra dopo il gelo/e dopo il travaglio”; “l’onda/ leggera e travolgente/ della resurrezione, si propaga/trabocca la sua vinta angoscia”.⁵
Per l’altro verso, risultano legate all’attimo in cui erompe uno spiraglio luminoso: “Guizzò una luce d’angelo…/ la luce, la cercava/ lui da tempo/ essendone già invaso/in tutti i suoi pensieri/ e sensi/ fin sotto le palpebre – e nel viso,/ raggiava nella mattina piena/ dove lui era, di transito…”.⁶
Cerniera di questo possibile “ricominciamento del tempo da se medesimo” è il sentimento della propria aridità, fonte di sofferenza vivificante, come si legge in una delle poesie della sezione Angelica: “Perché stenta,/ perché non mi sale fino al cuore/ combattendo/ quella strenua linfa?/come agli alberi? Come agli sterpi? - / pensa. – Stupida,/ e intanto non mi accorgo/ di me, della mia sete/ di anima che è anima/ essa pure”.⁷
Anselm Kiefer |
Note.
1. Mario Luzi, Ceneri, contenuta in Le poesie, Garzanti, vol. II, p. 942.
2. Cfr. Mario Luzi, Pasqua? sì, Pasqua - ti è data ancora, contenuta in Le poesie, cit., p. 767.
3. Mario Luzi, E' lei? - Si sente arida, contenuta in Le poesie, cit., p. 797.
4. Gli inizi sono riferiti alle poesie di Mario Luzi, Pasqua? sì, Pasqua - ti è data ancora, Pasqua orciana, Ceneri, Sua fine, sua resurrezione, Pasqua, ora, nuovamente, contenute in Le poesie, cit., rispettivamente pp. 767, 939, 941,943, 1172.
5. Mario Luzi, Pasqua, ora, nuovamente, contenuta in Le poesie, cit., p. 1172.
6. Mario Luzi, Guizzò una luce d'angelo, contenuta in Le poesie, cit., p. 1006.
7. Mario Luzi, E' lei? - Si sente arida, contenuta in Le poesie, cit., p. 797.
8. Mario Luzi, Guizzò una luce d'angelo, contenuta in Le poesie, cit., p. 1006.
Grazie! Continuamente abbiamo bisogno di risurrezione. Auguri!
RispondiEliminaGianni
Rispondo ancora con Luzi che vede in ogni istante, sempre, un nuovo cominciamento. Grazie del commento. Buona giornata.
EliminaMolto profondo Mario Luzi!
RispondiEliminaAncora auguri di una Pasqua serena, cara Rossana, e grazie per questi preziosi spunti di riflessione.
Sì, hai ragione: la profondità - filosofico teologica - è la cifra della sua poesia. Un abbraccio, cara Annamaria.
EliminaLeggo in ritardo, ma spero non fuori tempo. Non è mai tardi per risorgere. Grazie.
RispondiEliminaE' vero, non è mai tardi e, nello stesso tempo, non è mai abbastanza presto per risorgere "dal gorgo d'un oscuro tempo" (sempre Luzi).
EliminaCara Rossana, grazie per queste perle condivise. Un abbraccio e ancora Buona Pasqua.
RispondiEliminaLa poesia di Luzi è davvero un tesoro di perle, scrigno di parole capaci di aprire "una breccia nella roccia", "un varco" (sempre Luzi, con riferimenti montaliani). Un abbraccio.
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