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domenica 20 ottobre 2024

Segni di un'apocalisse

Post di Rosario Grillo

Premessa

Albrecht Dürer, I quattro cavalieri dell'Apocalisse
L’otto ottobre 2024, ascoltando la trasmissione di Giorgio Zanchini (Quante storie), sono rimasto impressionato dalla domanda di un ascoltatore concernente l’aderenza delle questioni trattate con lo scenario proprio dell’Apocalisse.
La parola apocalisse si traduce letteralmente con “togliere il velo”, quindi rivelare. La letteratura apocalittica subentra nel periodo che vede la crisi delle figure individuali dei profeti. Si allarga così lo scenario dell’apocalisse: segni premonitori della fine e, al contempo, rivelazione di quanto si era tenuto nascosto.
Cerco adesso il nesso tra gli elementi dell’apocalisse e i temi descritti (crisi ecologica, segnacolo del mancato rispetto della alterità nella veste di: esseri umani sentiti come diversi, animali, cose inanimate, natura tutta con i suoi elementi di aria fuoco acqua terra ed i loro derivati).
Pesa soprattutto la versione “volgare” dell’apocalisse, riconosciuta come situazione di crisi irreparabile. Mi lascio guidare anche dalla sensazione evidenziata da alcuni commentatori, che spiegano la superficialità di certi costumi odierni con la rarefazione della tensione escatologica (il presentismo invece è molto diffuso!).
Infine recinto il campo della mia analisi. Tralascio le cose divine e gli annessi teologici e mi occupo di cose terrene e secolari.

Nella politica e nella società

Albrecht Dürer, Battaglia degli angeli
Come risaputo, nella politica gli uomini trovano la cifra del loro stare assieme con lo scopo di darsi le regole della convivenza e la ragione per rispettarle.
Non è luogo qui per discettare sui diversi regimi politici, ma è sempre d’uopo richiamare la pregnanza della democrazia greca, capace di tante fermentazioni.
Individuiamo così, subito, il capitolo predisponente dello scompiglio in atto: una babele di lingue opportunamente istigata, una confusione che inclina all’alterco, un diffuso invito a custodire l’identità e a deplorare la diversità. Ci manca un’opportuna guida politica.
La politica oggi difetta della sua materia maieutica e della scala della programmazione. Indulge invece all’individualismo e all’utilitarismo. Venuto meno un serio tirocinio formativo, vanno di moda carrierismo e clientelismo.
In effetti, mancando la competenza, la politica è rimasta invischiata in una posizione di subordinazione alla economia. L’economia, nel frattempo, ha elevato il tasso della sua autorità, rivestendola di apparente scientificità declinata in chiave di scienza statistico- quantitativa, lontana dai requisiti umanistici e dalla confidenza con l’etica.
Albrecht Dürer, Apertura del quinto e sesto sigillo
Largo e tentacolare lo spettro della crisi, a cominciare dal crollo del Welfare: in dismissione con la scusante del bilancio finanziario, ma nella realtà pilotata da un preoccupante passo indietro dello Stato in materia di protezione e di cura della parte debole.
A grappolo ne conseguono: la crisi della sanità pubblica, la precarizzazione del lavoro, la disfunzione del cambio generazionale, il marasma dell’istruzione pubblica, la devianza del sistema rieducativo-carcerario, il diniego della libertà di movimento (problema migratorio). Entra nel quadro il rituale della politica del rinvio in tema di allarme climatico: settore emblematico dell’incrocio tra propensione all’austerità e cedimento ai poteri forti, in modulazione di contingentismo.
Alla casistica si aggiunge la cosiddetta “pandemia del disagio psichico”, ovvero un aumento considerevole del disagio psichico, specialmente tra i giovani, riconducibile alla caduta della speranza nel futuro.
Prendo poi lo spunto dell’argomento presente nella sociologia di fine ottocento inerente il piano super-organico della società; lo rileggo alla luce di questa nostra realtà. Per mettere in evidenza la sconnessione tra le società nazionali e la Società Internazionale,
Albrecht Dürer, San Michele sconfigge il drago
seriamente compromessa nel percorso che faticosamente, dopo la sconfitta dei Totalitarismi, si era delineata attraverso gli organismi mondiali di conciliazione.
La guerra, prima frenata dalla paura atomica, poi sparsa in una miriade di pezzi, adesso pericolosamente riassume il volto di una “giustizia del mondo”. In realtà è la configurazione del massacro della popolazione civile e della distruzione totale.

NB Volutamente ho descritto genericamente, visto che lo scopo era far apparire la soglia di un’apocalisse.

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1 commento:

  1. Un’analisi – tanto stringente quanto dura, tanto impietosa quanto vera - che non fa sconti e dovrebbe far pensare i non pensanti.......... .Non c’è scampo per noi,, caro Rosario, se non continuare, sul tuo esempio, ad annunciare e denunciare e “far apparire la soglia di un’apocalisse”.



















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