Dicono che ogni favola abbia una sua“morale”,
esplicita od implicita.
Quella esplicita? Non la conosco.
Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.
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C'era una volta una città in riva al mare... |
C’era una volta una città, Nottenga, in riva al mare, ad un tiro di schioppo dalle montagne: città triste, dove tutti (uomini, donne, vecchi, bambini, gatti, cani e canarini) non facevano altro che calcolare.
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...in cui tutti non facevano altro che calcolare ... |
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... si calcolava tutto ... perfino le probabilità... |
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... si voleva solo e soltanto calcolare, calcolare, calcolare .. |
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... si sognava di calcolare ... |
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... calcolando si invecchiava e si moriva... infelici ... |
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...un giorno il sindaco (o la sindachessa?) si presentò con una ricca documentazione circa alcuni errori di calcolo... |
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...gli strumenti di misurazione usati fino ad allora non potevano più andare bene... |
... non servivano per misurare i sentimenti, le emozioni ... |
Fu così che il consiglio comunale scoprì la poesia (dal greco “poiesis”, “creazione”, l’azione appunto che
ti trasforma dentro). E dal consiglio comunale - come un’epidemia, una spirale inarrestabile, anzi una travolgente valanga - la poesia invase la città e tutti vedevano tutto in una luce
diversa e si respirava un’aria musicale mai provata.
La gente per strada leggeva (leggeva!!)
scambievolmente poesie o cantava, interpellava di notte la luna e le stelle, si meravigliava ascoltando il vento e la
pioggia. Insomma gustava la vita. E il bello era che non si era mai soli, ma
insieme, ognuno additando all’altro lo stupore che tutti variamente conquistava.
E non è che non si calcolasse più, anzi, ma era diverso: tutto sembrava
cambiato, tutto e niente. I mali, i
lutti, le sofferenze continuavano come
prima, i problemi insoluti rimanevano
tali, così come i conflitti e le
incomprensioni della vita quotidiana, ma
era diverso.
C’era un’aria festante, un po’ “loca”, tanto che il consiglio decise
di cambiare il nome della città, troppo tetro e funereo. Pensa e ripensa,
l’idea era di suggellare l’inizio di una
rinascita cittadina: un nome che non rinnegasse nulla del buono del passato (quale fosse non fu mai chiarito) ma
insieme consacrasse il modo nuovo di
vivere la vita tutti insieme: un po’ come il sole, che dalla notte sempre rinasce all’alba di un nuovo giorno. Alba!? E allora al giovane consigliere venne
un’idea: basta con Nottenga, chiamiamola
Albenga!![]() |
... erano necessari altri strumenti ... |
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... altri strumenti, insieme e oltre a quelli utilizzati per calcolare ... |
C’è una morale? Forse sì, forse no.
Chi lo sa! Ad ognuno di noi trovarla…

Tutte le immagini del racconto - frutto di una nostra elaborazione - costituiscono parti dell'opera di Hans Holbein il Giovane, Ambasciatori (1533), sopra riportata.
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