Ripensare il tempo nel mondo odierno per considerare le ragioni a favore di un generale rallentamento.
Post di Rosario Grillo.
Immagini delle opere di Mario Mazzella (Ischia, 1923-2008), pittore di chiara ispirazione metafisica, le cui figure sottili - intessute di mare e di cielo - appaiono sospese, al di fuori del tempo. Grazie alla gentile autorizzazione della Galleria omonima (qui il sito).
Mario Mazzella, Barche a riva |
Mario Mazzella, Tra i muri di Ischia |
Implicitamente B. Franklin dava impulso
alla corsa del tempo.
Troppo facile verificare la quantità delle
trasformazioni dì ogni tipo: nella tecnica - nella scienza - nel costume -
nell’organizzazione del lavoro - nei modi di comunicare.
Lo chiamano progresso… ma, da più di un
secolo ormai, sappiamo che il retro della sua medaglia è l’entropia.
Sul binario di questo treno ad alta
velocità corre un insieme di violenze ambientali che mettono a repentaglio la
sopravvivenza del pianeta. Mi associo, a tal proposito, all’opinione di Telmo
Piovani, che prospetta la possibile terza catastrofe della Terra.
Troppo spesso, rifletto, affrontiamo il
pericolo ambientale da una distanza/distacco emotivi, cullandoci nel sofà del
benessere che lo sviluppo tout court produce.
Rimando all’equilibrata enciclica del
papa, Laudato sii, che imposta nel
dovuto tessuto connettivo la questione ecologica.
Il concetto di tempo, che sento come “questione
esistenziale”, in virtù della mia formazione culturale, tocca profondamente il
nostro vivere in sincronia con il nostro essere.
Mario Mazzella, Borgo Sant'Angelo |
Subirò l’influenza della mia infanzia,
trascorsa in un piccolo paese, a contatto con la natura, con la campagna?
La Terra e tutto il movimento
giorno/notte, e degli astri, ha la sua regolarità. La sua rigidità è a
salvaguardia di terribili catastrofi. Quanti danni lamentiamo per aver prestato
scarsa attenzione all’equilibrio del territorio?
Nel seno del ritmo della produzione
agricola, quella naturale, è inscritta la misura della pazienza, della
serenità, della qualità di un prodotto combinato attraverso il dono della
natura e l’abilità manuale dell’uomo.
Mi prendo il rischio di pubblicizzare
l’associazione Slow food, mettendo in rilievo il paradigma della
produzione di qualità, lontana dagli artifici biotecnologici, che la alterano
sia in chiave di quantità sia nel metodo di coltivazione.
Faccio menzione con sguardo critico della
scuola di pensiero, denominata decrescita felice.
Mario Mazzella, Il castello fatato |
Non si insegue nessun “Eden perduto”! Si
mettono in riga i peccati della industrializzazione demoniaca, della
globalizzazione sregolata, che poi prende, di fatto, come suoi conduttori le forze
oligarchiche finanziarie.
Si valorizza soprattutto il protagonista
dello scenario e politico e sociale ed economico: l’Uomo.
Nell'uomo e nella sua dignità è inscritta
l’inalienabile capacità artigianale. Lo faccio dire ad un grande del remoto
passato: Anassagora, che sentenziava: “l’uomo è superiore agli animali perché
possiede le mani”.
Mario Mazzella, Reti e panni al sole alla spiaggia dei pescatori |
Non sarò mai convinto dalla robotica, perché
il limite invalicabile sta nel quid della irriproducibile mente umana,
come del resto riconoscono i più seri neurobiologi.
Mi servo, per suffragare l’argomentazione,
del confronto operato da un mio amico tra l’arca di Noè, superiore al diluvio,
e il Titanic, simbolo del progresso tecnologico, travolto dalla tempesta
oceanica.
So di dovermi confrontare con i mistici
della Tecnica, del passo di corsa et similia.
Nella configurazione storica culturale
identificabile, il Futurismo, vasto movimento, che possiamo allargare
dall’ambiente italiano a quello europeo, faccio rientrare anche E. Jünger.
Mario Mazzella, Colori di Ischia |
Metto in evidenza soprattutto la cultura
della morte, che accompagna tale letteratura ed importa poco che si dica:
della morte eroica.
In contrasto, lo slow è attenzione
alla Vita e celebrazione della Bellezza, che la Natura rappresenta, giorno per
giorno.
Concludo, avvalendomi di Simone Weil,
figura storica di una resistenza spirituale, calata nella realtà della
condizione operaia da lei provata.
Nella sua testimonianza, l’impegno a pensare
il presente².
In un altro post (già lo annuncio)
tratterò invece la chiave di lettura che Furio Jesi userà su questo tema: il
Tempo - memoria e durata.
✽Note.
1. E. Jünger, Politische Publizistik
2. Pensare il presente con Simone Weil di F. Amigoni e F. Cesare Manara
✽Note.
1. E. Jünger, Politische Publizistik
2. Pensare il presente con Simone Weil di F. Amigoni e F. Cesare Manara
Mario Mazzella, "na caserella" |
Mario Mazzella, Gozzo d'Ischia a riva |
Il gozzo sognante suggella il senso profondo del post.
RispondiEliminaAmo interpretarla come amaca di riflessione! Grazie ed un amichevole saluto.
EliminaLucida, critica, dura e tenera come non mai la tua analisi, caro Rosario. Oggi nel mio pellegrinaggio mensile a Genova ci rimuginerò sopra. Non è solo un elogio personalissimo della lentezza (quasi divenuta stretta parente della gratuità), non è solo un monito a tutti rivolto, è – per quanto mi riguarda - un invito pressante accorato ad ognuno di noi a “perdere tempo”, cioè a “non perdere tempo”, il mio il tuo il nostro tempo e soprattutto quello delle future generazioni. E in questo tempo di quaresima mi sembra una prospettiva da assumere. Il tempo della vita, insieme dono e compito, oggi è tradito dalle nostre vite di corsa immerse in una frenetica liquidità. “Presenti essi sono assenti” (Eraclito). E al presente trafelato vorace di consumatori e distruttori, caro Rosario, tu opponi, citando Weil, l’esercizio della “fedeltà all’uomo e alla storia” (le generazioni future), l’esercizio del pensiero conviviale che, nel riconoscere la nostra ricchezza e la nostra povertà, coltiva speranze che pongono in discussione noi stessi e ci mettono in guardia da questa cultura, rintronata dalla sua incapacità di affrontare il vero compito dell'uomo, appunto pensare e rendersi responsabile verso l'altro. Non è forse la tua invocazione un grido d’amore universale?
RispondiEliminaIl tuo partecipe commento mi commuove e mi conforta sempre più sulla nostra sintonia. Come dici tu : un grido d’amore universale!
EliminaSull’esempio di San Francesco, nel senso vissuto da Gesù.
🙏 grazie!🍀
sì concetto di tempo questione esistenziale. grazie
RispondiEliminaDa tempo ci batto sopra : tempo esistenziale, chiave della Relazione.
EliminaGrazie🌷
Sottoscrivo parola per parola lo scritto. Riporto le profetiche parole di Alex Langer, compianto politico ecologista: "Citius altius e fortius (...) un motto per le Olimpiadi che erano certo competitive, ma erano in qualche modo un gioco, oggi potrebbe essere assunto come quintessenza della nostra civiltà e della competizione della nostra civiltà: sforzatevi di essere più veloci, di arrivare più in alto e di essere più forti. (...) Io vi propongo il contrario, io vi propongo il lentius, profundius e soavius, cioè di capovolgere ognuno di questi termini, più lenti invece che più veloci, più in profondità, invece che più in alto e più dolcemente o più soavemente invece che più forti (...). Con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha il fiato più lungo."
RispondiEliminaSplendida citazione. Grazie di cuore, buona giornata.
EliminaOttima proposta la decrescita dell’ego.
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