L'incontro commovente con l'artista e l'uomo Antonio Ligabue.
Post e fotografie di Rossana Rolando.Antonio Ligabue, Scoiattolo |
«Mumintroll
[…] gioca a nascondino con gli amici. Si nasconde nel cappello grande e nero di
un vecchio mago senza sapere che tutto ciò che vi entra cambia aspetto. Quando
Mumintroll esce dal cappello i suoi amici si ritraggono spaventati: il suo
aspetto è cambiato e ora è terrificante, quasi mostruoso. Mumintroll, tuttavia,
non sa di essere cambiato e non capisce perché gli amici fuggono. In preda al
panico, intrappolato nella solitudine delle sue nuove sembianze, cerca di
spiegare che è lui, è sempre lui, ma loro scappano via urlando per il terrore.
In quel momento arriva la mamma di Mumintroll, lo guarda stupita e gli domanda
chi è. Lui la supplica con lo sguardo di riconoscerlo perché se lei non lo
capirà, come potrà vivere? Allora lei lo guarda negli occhi, osserva
profondamente l’anima di quella creatura, che non assomiglia affatto al suo
caro figlioletto e dice con un sorriso: “Ma tu sei il mio Mumintroll”. E in
quel momento accade un piccolo miracolo: il mostro, l’estraneo, svanisce e
Mumintroll torna a essere quello di prima»¹.
Antonio Ligabue, Lepre con paesaggio |
«Se
l’arte può essere una terapia, la pittura di Ligabue è almeno stata una forma
di sopravvivenza. Lui era quei quadri che continuavano a chiedere amore. E che
in tale domanda, nel coraggio di tale domanda, mostrano tutta la dignità
dell’essere umano quale mendicante di un “tu”. E ricordano a chi guarda la vera
vocazione di ogni uomo: in un’esistenza precaria e minacciata, continuare a
cercare amore»².
🌟Gli
animali.
Antonio Ligabue, Testa di Tigre |
La retrospettiva si apre con la prima
sala, dedicata alla rappresentazione delle famose fiere di Ligabue: da Caccia grossa a Leopardo che assale un cigno; da Leone con leonessa a Leone
con serpente; da Leopardo nella
foresta a Testa di tigre…. La ferocia
delle belve, ripetutamente messa in scena, non può essere confusa con il gusto
esotico di gratuite rappresentazioni fantastiche, ma costituisce il risultato
di una violenza della vita che il pittore avverte su di sé e sublima nella sopraffazione
sanguinosa e intercambiabile della natura (la volpe in fuga con la gallina tra
le fauci è la stessa che, in un dipinto successivo, viene divorata dall’aquila).
Antonio Ligabue, Leopardo con serpente |
🌟Il
gesto artistico.
Antonio Ligabue, Aratura con buoi |
Sulla tela c’è lotta, tormento, dolore,
morte, lacerazione… ma anche armonia, bellezza, colore, vita, tenerezza… in una
sorta di superiore pacificazione degli opposti.
Anche la ricostruzione della propria contraddittoria
identità passa attraverso il pennello: la memoria viva dell’infanzia vissuta in
Svizzera è sempre raffigurata sullo sfondo dolce di paesaggi, case, chiese.
🌟Gli
autoritratti.
Antonio Ligabue, Autoritratto con grata |
Eppure - quel volto martoriato e sovraesposto
- non provoca ripugnanza, ma suscita una più alta profonda “pietà”, una vera
fraterna com-passione.
Nello sguardo – sempre obliquo, come di
animale braccato - si condensa tutta la resistenza di un’invocazione muta.
Ed è un incontro che
coinvolge e interpella, come se il gesto di umana considerazione, negato a
Ligabue su questa terra, fosse quello ancora ostinatamente reclamato e
finalmente ottenuto.
Nello spazio sovratemporale dell’arte si
realizza il miracolo di un riscatto che
- con lui e oltre lui - si rende possibile per tutta l’umanità ferita e
reietta.
⭐1. Luciano Manicardi, Gli autoritratti di Antonio Ligabue: "Dam un bès", contenuto in Ligabue, Skira, Milano 2018, p. 47.
2. Ibidem, p. 49.
⭐1. Luciano Manicardi, Gli autoritratti di Antonio Ligabue: "Dam un bès", contenuto in Ligabue, Skira, Milano 2018, p. 47.
2. Ibidem, p. 49.
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La ferita è emorragica quindi insanabile, ma l'arte per tutti gli artisti afflitti dal dolore di vivere, è un salvataggio, una sfida estrema per un beneficio di autostima, un conforto esistenziale, una sorsata di autoconsolazione.
RispondiEliminaLigabue commuove perché di sé dice: ecce homo, questo sono, un esemplare difettoso, imperfetto, folle, strampalato eppure commuovo, induco a pena, a senso di pietà. E tutti questi sommuovimenti e sentimenti sono appannaggio del cuore umano senziente.
Grazie Rossana, un post bellissimo!
Cara Laura, amica preziosa, grazie per le tue considerazioni che mi trovano in totale sintonia, anche nel tuo uso sempre particolare ed efficacissimo del linguaggio. Hai perfettamente ragione. Infatti , Ligabue, erroneamente qualificato per molto tempo come “pittore naïf” oggi viene prevalentemente considerato un “espressionista tragico”, un artista che dipinge le proprie angosce, come Kirchner, Van Gogh, Munch… Grazie, un grande abbraccio.
EliminaAtteso e coinvolgente! Semplicemente avverto che il fine dell’arte, con la comunicazione è liberazione....e Ligabue, possiamo ritenere, raggiunse lo scopo.
RispondiEliminaMolto bello, Rossana 👌
E, infatti (come dice Sergio Negri presidente del comitato scientifico della “Fondazione Museo Antonio Ligabue” di Gualtieri), l’ampia serie degli autoritratti – che, anche nella mostra di Palazzo Ducale, occupa quasi un’intera sala – non ha naturalmente una valenza narcisistica, ma piuttosto un valore introspettivo, un viaggio dentro i dolori della propria mente. Grazie Rosario, sempre affettuoso e generoso.
EliminaSi, un post bellissimo e commovente. Grazie :-)
RispondiEliminaGrazie alla tua fine sensibilità artistica e culturale.
EliminaGRAZIE è SQUARCIO DEL E NEL CUORE
RispondiEliminaE GRAZIE PERCHé- STUPENDO
Sì, Ligabue tocca il cuore, perché nella sua arte prodigiosa e nella sua storia, seppure tanto tragica, c’è un’implorazione che appartiene, in forme diverse, ad ogni uomo.
EliminaGRAZIE è SQUARCIO DEL E NEL CUORE
RispondiEliminaE GRAZIE PERCHé- STUPENDO
Grazie davvero Roberta, di cuore, per questo commento! Un caro saluto.
EliminaRoberta Il blog di Gian Maria (e Rossana e Rosario) è di grande qualità !
EliminaGrazie Marco per il gradito apprezzamento!
EliminaRossana, grazie. un saluto di sole e vento
RispondiEliminaBellissimo e commovente: mi associo al commento di Gianni Marras. Grazie.
RispondiEliminaGrazie anche a te Maria per la tua amicizia e vicinanza!
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