Dicono che ogni favola abbia una sua “morale”,
esplicita od implicita.
Quella esplicita? Non la conosco.
Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.
Ecco l'efficace immagine comparsa qualche giorno fa sulla pagina facebook di alcuni amici. |
Quid est
veritas? Io non possiedo la verità, anche se riconosco che essa è la
condizione della mia esistenza, del suo senso e del suo valore,
della mia libertà. Ognuno di noi si sforza di ricercarla dal suo parziale
e limitato punto di vista e non dovrebbe pretendere di possederla totalmente. E’ proprio
questa ricerca inconclusiva ed inesaustiva ad illuminare l’esistenza, ad
aiutarci a superare l’illusione e l’errore, a rivelare la necessità del
dialogo, del confronto e del rapporto interpersonale.
Le parti... |
In questo
tempo di privazione mi capita invece troppo spesso di ascoltare
sentenze, proclami, certezze, radicali proposte risolutive (la Grecia, i
migranti, il terrorismo, la scuola, …) da parte di tanti politici e guru locali e
nazionali: qualcuno sicuramente
in buona fede (per quel che vale questa espressione), ma quasi tutti privi della
“conditio sine qua non” per parlare con cognizione di causa, solo
assicurata dalla faticosa diuturna ricerca di una visione d'insieme, connotativa
e denotativa, scevra da pregiudizi e da umori faziosi.
Ci tocca ascoltare troppi parolai,
che non possiedono il limite della pacatezza, che rifiutano ogni
inquietudine, ogni dubbio e sospetto.
E così
mi è venuta l’idea di riproporre in sintesi una favola: quella
dell’elefante, descritta da par suo da Gabriele Mandel (1924 – 2010). Italiano,
di discendenza turco-afghana e di madre ebrea, proprio grazie alle sue origini miste dedicò tutta la sua vita a promuovere il dialogo tra le diverse religioni e
culture. La favola è contenuta in Saggezza islamica, le novelle dei
Sufi, 1992, ed. Paoline.
... e la fatica di raggiungere una visione d'insieme... |
.. poiché tanti tasselli ci sfuggono ... |
... come nella favola dell'elefante ... |
... si narra di un imperatore indiano che donò un elefante... |
Agli
amici impazienti, il primo, che aveva toccato una zampa, riferì: “è come
una colonna, una grande colonna tutta tonda”.
Il
secondo, che aveva tastato la proboscide, replicò: “Niente affatto: è
come una grossa corda, molto grossa e molto lunga.”
Il primo. |
Il secondo. |
Il terzo. |
Il quarto. |
... nessuno aveva colto la verità dell'elefante. |
Forse sì, forse no.
Chi lo sa! Ad ognuno di noi trovarla…
Chi lo sa! Ad ognuno di noi trovarla…
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"La verità". L'aneddoto riportato da Gian Maria, indica a mio avviso, quanto più vi sia di incerto nel certo. I sudditi del Re, pur nel buio più completo, danno la propria descrizione dell'animale: ciascuna diversa dall'altra. Concordo che siamo attorniati da Soloni depositari della verità. Ma quale verità? " Verità ricerca della fede, rivelata?" Direi che quelle di natura teologica possono ritenersi tali - Per le altre, nutro più che seri dubbi. Non passa giorno che non ci vengano propinate "verità", che si rivelano poi - bufale. Ognuno, aggiusta la verità a proprio uso e consumo. Chi ne paga lo scotto, i poveri e traditi destinatari. Tra queste comode verità e le menzogne, non trovo alcuna differenza.
RispondiEliminaIl credente cristiano indubitabilmente sa per fede chi è e dove risiede la Verità che gli è stata rivelata. Sa dov’è, ma non pretende di possederla, sa di dovere impegnarsi come tutti nella sua ricerca che non ammette sconti. Purtroppo, come tu dici, sembra che, in altri ambiti, si affermi solo la maschera, la deformazione, il far credere che ognuno abbia o propugni la sua presunta verità. Presunta, perché per prima cosa ci si dovrebbe accordare sul significato univoco di verità, sulla sua possibilità e limiti, sui suoi condizionamenti storici e se sia, nella conoscenza, semplicemente una riproduzione corretta della realtà oppure, invece o anche, il mio cosciente rapporto di reciproca ospitalità con il mondo e con gli altri. Operazione tanto disperata quanto impossibile … Io penso che esista una verità per tutte le realtà: verità della persona, verità di una narrazione, verità delle relazioni, verità persino della società (le vere dinamiche sociali) e della politica (le vere soluzioni politiche) ecc… In altre parole nessuno di noi se la trova davanti già confezionata, ma deve imparare a cercarla e ricercarla nel mondo, con gli altri e negli altri. Caro Franco, scusa la digressione, ma il tuo commento non poteva lasciarmi silenzioso. Grazie.
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