“timor de
re non timenda
cogitatio
de re non cogitanda,
sensus
rei quae non est”
(paure
per ciò che non si deve temere,
pensieri
su ciò che non merita alcun pensiero,
percezioni
di ciò che non esiste)
John Dryden -1631-1700 -,
Dryden's Poetical Works, Astor ed., 1899.
Le nostre insensate paure... |
A poco più di un anno di distanza
dall’insediamento della nuova amministrazione ingauna non è facile capire che
cosa in città sia cambiato e se le promesse elettorali siano state mantenute
non solo da parte di chi governa ma anche e soprattutto da parte
dell’opposizione. Viviamo in una città condizionata, come tutte, dal contesto
regionale, nazionale, globale, irto di contraddizioni e di lacerazioni: crisi
che continua a perseguitarci alla faccia delle smentite, disoccupazione,
tensioni sociali, pace internazionale periclitante, subdolo razzismo
strisciante...
... all'interno della realtà in cui ci troviamo ... |
Governare la città è obiettivamente difficile e richiede a volte anche di fare l'impossibile. Eppure
nella competizione del maggio 2014 un
po’ di speranza era rifiorita sulla possibilità di una “pedagogia
cittadina”, intesa ad una gestione partecipata del potere che
testimoniasse la possibilità di amministrare e fare opposizione senza
bisogno di gridare, di accusare, di dire mezze verità ovvero menzogne, di
deridere ed irridere l’avversario. Erano in tanti ad aspettarsi da parte di
maggioranza e minoranza la decisa volontà di ricucire un’Albenga divisa,
che non poteva andare molto lontano, perché per procedere c’è bisogno di
tutti, a meno di cedere agli interessi tracotanti del trasversale “partito della
paralisi”.
... con le speranze suscitate un anno fa da maggioranza e opposizione ... |
Volentieri in questi mesi ho
ri-conosciuto amministratori e responsabili di pubblici uffici disponibili,
capaci di comunicare e soprattutto di ascoltare. In primis il Sindaco, il cui
stile mi piace molto, ma da cui continuo ad aspettare azioni di
coraggio (il coraggio creativo dei giovani, quello che fa imboccare nuove
strade impensate); l’amico Maurizio che vive in profondo l’“I care” di don
Milani, ma che spero deciso quanto prima a rompere con la dittatura del cemento, a
salvare il territorio scegliendo di de-classificare le aree su cui in
precedenza si era pensato di costruire; altri nomi - qualcuno di
"destra", qualcuno di "sinistra" - per
ora li tengo per me; di altri ancora non so che dire o perché per
mia colpa non so nulla di loro o perché, specie i giovani, hanno ancora
molto da imparare.
... la maggioranza sarà in grado di agire con coraggio... di rompere con la dittatura del cemento?... |
Albenga ha fame di cultura, di sicurezza, di strade curate, di bilanci partecipati e
di tantissime altre cose, ma in primis di rispetto reciproco, che
consente a tutti di guardare e vedere meglio. E questo dipende da tutti ma in
particolare dall’opposizione, la quale senza il rispetto rischia di vedere
male e di meno. La mancanza di rispetto, condita di rivalsa, competizione
e magari di effimero protagonismo, oscura gran parte di ciò che si
vede.
... e l'opposizione?... |
... l'opposizione saprà rifiutare pettegolezzo, insulto, faziosità? ... |
... senza cavalcare insensate paure ... |
Albenga mi pare il microcosmo
che per molti aspetti ricapitola davvero il macrocosmo: qui, come dappertutto
altrove, il rischio è di velare i veri problemi che ci assaltano e che reclamano
la nostra attenzione, mentre siamo inondati da timori assurdi, da
pensieri dettati da un presunto buon senso vuoto di senso, da
oracoli che vogliono farci sentire (come vedere, udire, odorare, toccare,
dis-gustare) cose inesistenti: timor de re non timenda, cogitatio de re non
cogitanda, sensus rei quae non est…
... per cercare di dare risposta ai veri problemi ... |
In riferimento poi alle notizie di questi giorni non posso accettare che si alzino anche nel nostro Albenganese nuovi muri e si dica che, siccome il “nostro” ingauno
benessere proviene dai turisti, nessuno di loro (e di noi) deve essere
disturbato da tristi visioni di poveracci in transito. Siamo sicuri che sia
“nostro” questo benessere? Di chi è veramente? Siamo sicuri che i poveracci
siano solo loro, i transeunti? Non è un po' troppo semplicistico, per usare un eufemismo?
... nella comune tensione alla salvaguardia della dignità di ciascun uomo ... |
Per quanto mi riguarda,
continuerò ad ascoltare le voci che gridano nel deserto (Papa Francesco, Enzo
Bianchi, Alex Zanotelli, Ernesto Olivero, Desmond Tutu, economisti come Nicola
Carace, tanto per fare qualche nome) ed a vedere l’altro versante,
nascosto ma reale, esistente, quello che ogni giorno si
scortica le mani: il volontariato ingauno così fervido, l’impegno solidale
di tante persone, il coraggio di tanti giovani.
Con mia moglie
vorrei continuare ogni giorno ad affrontare paure vere (in particolare la
paura più grave perché impercettibile ed inarrestabile che è la crescente uniformità
acritica dell’opinione pubblica nelle piazze virtuali e reali), a
pensare in libertà i pensieri
decisivi per dare senso e valore al tempo e spazio in cui tutti viviamo,
a "sentire" la reale esistenza di tutta un’umanità
dolorante che non può lasciarci indifferenti.
... nell'ascolto della "parola contraria" ... |
... perché a ciascuno sia data una prospettiva ... |
Senza infingimenti
compassionevoli e soprattutto senza lasciarci abbindolare dal ridondante
indottrinamento dei media: timor de re
timenda, cogitatio de re cogitanda, sensus rei quae non est.
... per questo vorrei continuare a pensare e scrivere in libertà. |
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Concordo in tutto... sui giudizi, sulle speranze, sui timori
RispondiEliminaGrazie.
EliminaFinalmente qualcosa degno di essere letto! Sono ad Albemga da 5 anni e non avrei mai detto avesse tutte queste componenti culturali, antiche e moderne tali da rappresentare veramente un microcosmo. A me personalmente, venendo da Torino ed avendo vissuto in prima persona gli anni 67-78-80 che hanno sconvolto l'Italia,avendo avuto don Ciotti come maestro di oratorio, ancora chierico, le paure o le percezioni delle paure che piú colposcono sono: l'aggressivitá, quella.verbale,quella politica, anche su intenet. Come se non se ne potesse fare a meno! E la prima cosa che mi viene in mente è: "chi è senza peccato scagli la.prima pietra!"; questo proprio in una terra Inguna che ha vissuto i primi martiri cristiani ed i veri insegnamenti cristiani, in una terra ingauna da cui partí San Martino per fondare i Cistercensi. Molti Albenganesi peró non ricordano piú le lorontradizioni, o per dimenticanza o per motivi culturali e questo è un male. Comunque tornando al nocciolo, la.violenza e l` aggressivitá è ormai dappertutto,come fosse qualcosa.di normale. specie quella verbale, è quindi diventato impossibile discutere,fare analisi politiche e quant'altro per arrivare poi a decisioni condiviseed accettate. Questa per me è una vera paura, che la violenza diventi normale (vedi..isis..vedi certi mov. politici), giustifata anche politicamente, proprio come avvenuto in quegli anni! Per me è un dejá vu.
RispondiEliminaMi sono trasferito 13 anni fa da Biella ad Albenga e anch’io, con un certo stupore, ho preso atto della potenziale ricchezza culturale di questo nostro amatissimo “microcosmo”, legata alla sua storia almeno bi millenaria. Concordo anche che esiste il rischio di una perdita della memoria storica: quella vera, che incide sui comportamenti quotidiani e si esprime nel rispetto delle tradizioni che incarnano valori atemporali e non la spocchia accademica erudita. La storia non è mai stata, né qui né altrove, magistra vitae e mi pare che il suo “dejà” vu lo confermi. Con ciò rimango ottimista, anche se si tratta, come diceva Mounier, di “ottimismo tragico”, che è poi quello di don Ciotti, che Lei ha ricordato ed al quale faccio anch’io riferimento. Del mio ultimo anno di preside al Liceo di Albenga ricordo soprattutto un evento indimenticabile, che finalmente ero riuscito a realizzare: l’incontro al cinema Ambra di don Ciotti con gli studenti ed i docenti del liceo. Un testimone che continua ad augurare a tutti - come fece allora – il coraggio di avere più coraggio. Grazie per il suo bel commento.
RispondiEliminaLa discussione ad oggi è preclusa per tanti motivi. I social media, a mio avviso, sono quelli che stanno incancrenedo la società più di qualunque altra cosa. E parlo perchè sono dentro quel mondo, lo vivo tutti i giorni, ci sono praticamente nato. La comunicazione dell'odio, dell'attacco verbale hanno, in questo contesto, ampio spazio. Molte volte la tentazione è stata quella di chiudere tutto, sottrarsi a quel mondo che sa seminare solo zizzannia. Poi però sovviene la ragione: se ciascuno di noi, che ha un messaggio vero da portare, mollasse dove c'è più bisogno del suo impegno, sarebbe un disastro.
RispondiEliminaI fuochi artificiali, così amati ad Albenga, sembrano requisito imprescindibile. Io, da ingegnere in erba (molto in erba), li vedo come un inutile spreco di soldi. Ora, non voglio dire che non debbano essere fatti, ma fare 20 minuti di fuochi tutti uguali è così diverso da farne 5 vedendoli una volta per ciascuno? Quei soldi potranno essere usati in modo molto più proficuo per tutti. Strade, marciapiedi, pulizia dei fossi, e sì, anche la creazione di altri eventi, perchè, diciamolo, si possono spendere meno soldi e fare le cose bene comunque. Basta solo un po' di fantasia e buona volontà.
Purtroppo su maggioranza e opposizione, ad oggi, non mi sento di esprimere la mia opinione. In questo momento sono fuori dal mondo, fatico anche fatica a leggere un giornale al mese (sono sotto esami universitari), ma prometto che appena ne avrò l'occasione tenterò anche io, da buon cittadino, di informarmi maggiormente (come mi piacerebbe molto fare). Nel frattempo mi complimento per l'articolo, ottimo come sempre!!
Gent.le Matteo, è la convinzione di mia moglie e mia, per quanto non nativi digitali (bruttissima espressione, tra l’altro…), quella che anima anche te: testimoniare che si può comunicare, senza alcuna presunzione e con tutti i limiti che caratterizzano ognuno di noi, un linguaggio diverso anzi antitetico alla violenza, all’odio aggressivo, alla banalità della barbarie e del pettegolezzo. Quanto ad Albenga, mi riservo ulteriori considerazioni in un prossimo post. Facciamo naturalmente conto della tua promessa di non desistere da una cittadinanza attiva, perché solo voi giovani potete cambiare il mondo in meglio. Un caldo saluto affettuoso.
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