Il no della Grecia. |
“La nostra costituzione si chiama democrazia
perché
il potere è nelle mani non di una minoranza
ma del popolo
intero”
(Tucidide, II, 37).
La festa per la vittoria del no... |
Il no della Grecia...
Non posso stare zitto di fronte agli affossatori di destra e
di sinistra dell'Europa di Ventotene ancora tutta da costruire,
che confondono non a caso il no (greco e nostro) all'austerità con il
loro no all'Europa...
...non è un no al sogno dell'Europa... |
Il no della
Grecia cosa ha rappresentato …
Non sappiamo ancora che cosa voglia dire il no della Grecia
per il futuro dei Greci - e per il nostro futuro -, non sappiamo se sarà un ulteriore tracollo o se avrà
inizio un percorso di rinascita. Comunque il no della Grecia non è il no al sogno dell'Europa, ma è il no a questa Europa così come si è andata costituendo. E' la volontà
di un paese di decidere il proprio futuro, di rimettere al centro la politica come
decisione di un popolo, di non sentirsi schiacciato da anonime forze
sovranazionali.
... tra paure e speranze ... |
Cambierà
qualcosa nel modo di concepire l’Europa?
Il referendum in Grecia - pur nella problematicità della
pagina che si apre ora per la Grecia - sollecita l'Europa delle finanze a fare
i conti con il modo di praticare la democrazia, che poi vuol dire ripensare
quel sogno che non si è realizzato: l'Europa dei popoli.
L'ambiguità della famosa
citazione di Tucidide.
... la sfida della Grecia è un appello alla democrazia vera... |
Già G. Reale (Radici culturali e spirituali dell’Europa,
per una rinascita dell’”uomo europeo”, R. Cortina, Mi. 2003) aveva a suo tempo messo
in luce l’ambiguità contenuta nel proemio della Costituzione europea (approvata
ma mai ratificata e quindi mai entrata in vigore), là dove si vale della citazione
sopra riportata di Tucidide: “la nostra costituzione si chiama
democrazia perché il potere è nelle mani non di una minoranza
ma del popolo intero” (II, 37).
... una democrazia in cui le decisioni importanti non siano riservate a pochi... |
Bellissime parole, ma sono le parole di Pericle nel famoso
epitaffio in onore dei caduti ateniesi nel primo anno della guerra del
Peloponneso (431-430 a.c.). Pericle – ci rammenta Reale - è un’icona
perfetta per un certo modo di intendere l’Unione europea: formalmente
democratico, in realtà gestore di una democrazia che lui dirige,
senza prestare attenzione al dissenso, disprezzando il “bordello” della democrazia
partecipativa. Non a caso - conclude Reale - a proposito
della democrazia ateniese così Socrate si esprime nel “Menesseno”:
”Qualcuno la chiama democrazia, qualcun altro nel modo che gli piace, ma
in realtà è un’aristocrazia con l’approvazione della massa”. Noi oggi la
chiamiamo manipolazione, trionfo delle lobby finanziarie, potere delle banche, consumismo di massa, mercato
trasferito nell’arena politica ...
... non è questa l'Europa dei popoli... |
Nulla di più
lontano
dall' Europa sognata
e sperata da molti di noi,
sulle orme del Manifesto di Ventotene.
dall' Europa sognata
e sperata da molti di noi,
sulle orme del Manifesto di Ventotene.
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