Jackson Pollock, Direzione (particolare) |
Si sa che l’orientamento dovrebbe invece contrassegnare tutta la vita scolare: un processo che, a partire dalla prima età, è volto a formare progressivamente giovani né statici né passivi, ma “lottatori e conciliatori”, disponibili ad interagire con gli altri ed a gestire ogni nuova situazione, capaci di conquistare la propria identità nella conoscenza di sé, della realtà locale e globale.
-
conoscere il mondo del lavoro attraverso itinerari mirati, in cui lo studente
scopre e sperimenta la propria autonoma identità, prova ad interagire
e crescere con gli altri ed ipotizza le sue scelte future
- riflettere sull’esperienza, controllare le proprie capacità di trasferire le conoscenze nella prassi, verificare le proprie abilità e competenze, scoprire in sé eventuali aree potenziali, in armonia con il curriculum scolastico
- rendersi consapevole che oggi è prevalente la produzione di beni immateriali (informazioni, simboli, idee, valori…) rispetto alla produzione di beni costruiti in serie
- riflettere sull’esperienza, controllare le proprie capacità di trasferire le conoscenze nella prassi, verificare le proprie abilità e competenze, scoprire in sé eventuali aree potenziali, in armonia con il curriculum scolastico
- rendersi consapevole che oggi è prevalente la produzione di beni immateriali (informazioni, simboli, idee, valori…) rispetto alla produzione di beni costruiti in serie
Jackson Pollock, Alchimia (particolare) |
- dominare e non essere dominato dalla tecnologia multimediale che sta producendo una rivoluzione culturale nella vita privata e nella psicologia degli individui, nelle aziende, nell’organizzazione della città.
Nessuno, né la singola scuola né l’extrascuola, può illudersi di poter “fare orientamento” da solo. Unica prospettiva è la collaborazione sinergica di tutti i soggetti istituzionalmente competenti in rete verticale (continuità tra scuola dell’obbligo, scuola superiore, istruzione e formazione postsecondaria) e soprattutto trasversale (con territorio e società civile).
Jackson Pollock, Direzione (1945) |
Jackson Pollock, Alchimia (1947) |
Jackson Pollock, la forma dentro il caos. I curatori della collezione Peggy
Guggenheim di Venezia ci hanno gentilmente autorizzato a
pubblicare (qui il sito) le
due opere di Jackson Pollock qui riprodotte. La figura di Peggy è determinante nella diffusione e valorizzazione
dell’arte cubista, astratta e surrealista novecentesca e, in particolare, nella
promozione di Pollock e del movimento statunitense della metà del Novecento,
conosciuto sotto il nome di espressionismo astratto o anche di arte informale.
Pollock è iniziatore di uno stile, chiamato Action Painting, che utilizza il metodo Dripping (sgocciolatura), versando direttamente il colore, spremuto dal tubetto o versato dal barattolo, sulla tela, senza l’intermediazione del pennello. Al di là della tecnica quel che va sottolineato è l’ordine sotteso all’apparente disordine, le corrispondenze e le simmetrie che si nascondono sotto i colori e gli intrecci, la cura del dettaglio che non lascia nulla al caso, in particolare in Alchimia (Alchemy, 1947), l’opera capolavoro di Pollock, considerata una vera e propria icona della sua arte. Far emergere dalla complessità stratificata – dei linguaggi, della realtà, delle relazioni – una direzione, un orientamento, un filo da seguire: questo è il messaggio più interessante che l’arte informale ci propone. La razionalità, l’ordine, la forma non precedono l’esperienza, come un disegno della mente che voglia imporsi e imbrigliare la realtà, ma vanno cercati dentro la ragnatela dell’inconscio e delle sue pulsioni, dentro l’informità del caos.
Pollock è iniziatore di uno stile, chiamato Action Painting, che utilizza il metodo Dripping (sgocciolatura), versando direttamente il colore, spremuto dal tubetto o versato dal barattolo, sulla tela, senza l’intermediazione del pennello. Al di là della tecnica quel che va sottolineato è l’ordine sotteso all’apparente disordine, le corrispondenze e le simmetrie che si nascondono sotto i colori e gli intrecci, la cura del dettaglio che non lascia nulla al caso, in particolare in Alchimia (Alchemy, 1947), l’opera capolavoro di Pollock, considerata una vera e propria icona della sua arte. Far emergere dalla complessità stratificata – dei linguaggi, della realtà, delle relazioni – una direzione, un orientamento, un filo da seguire: questo è il messaggio più interessante che l’arte informale ci propone. La razionalità, l’ordine, la forma non precedono l’esperienza, come un disegno della mente che voglia imporsi e imbrigliare la realtà, ma vanno cercati dentro la ragnatela dell’inconscio e delle sue pulsioni, dentro l’informità del caos.
Segnaliamo la mostra in corso a Firenze (19 marzo - 24 luglio): DA KANDINSKY A POLLOCK. LA GRANDE ARTE DEI GUGGENHEIM.
In questo video si può ascoltare una breve ed efficace presentazione di Jackson Pollock (si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima dell'avvio).
In questo video si può ascoltare una breve ed efficace presentazione di Jackson Pollock (si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima dell'avvio).
Post di Gian Maria Zavattaro
Iconografia
di Rossana Rolando.
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