Post di Rossana Rolando.
Andrej Rublëv, Trinità o Ospitalità di Abramo |
Andrej Rublëv, Trinità, particolare (Figlio) |
Andrej Rublëv, Trinità, particolare (Spirito) |
Andrej Rublëv, Trinità, particolare (Padre) |
Perciò in essa non può trovare spazio il racconto di Abramo e Sara, perché non vi può essere nell’idea della relazione divina nulla di contingente, di passeggero, di terreno. L’esperienza umana dell’incontro con l’altro è ambigua: porta con sé la possibilità della chiusura, della separazione, dell’inimicizia e non solo quella dell’ospitale apertura di Abramo. Nell’icona invece ogni possibilità negativa è da sempre e per sempre superata. Nessuna lacerazione può minacciare l'essenza del vicendevole Amore, nessun turbamento può toccare la Vita intradivina del reciproco riconoscimento.
Andrej Rublëv, Trinità, particolare |
E’ l’immagine del divino che non entra violentemente in lotta con il male, né si propone in modo predicatorio e moralistico, ma semplicemente si mostra nella sua trascendente bellezza e, 'solo' in questo rendersi visibile, si fa appello alla conversione e promessa di redenzione.
Andrej Rublëv, Trinità o Ospitalità di Abramo |
Grazie.Queste parole sono di conforto e ci invitano a posare il nostro sguardo proprio là dove possiamo trovare le ragioni della nostra speranza. Grazie Patrizia
RispondiEliminaGrazie.Queste parole sono di conforto e ci invitano a posare il nostro sguardo proprio là dove possiamo trovare le ragioni della nostra speranza. Grazie Patrizia
RispondiEliminaGrazie cara Patrizia per la tua presenza qui e per le tue considerazioni. Non so quello che pensi tu. A me pare che le icone abbiano - per noi occidentali - un fascino tutto particolare e ci comunichino una sensibilità pittorica e religiosa tutta da scoprire. P. Florenskij, nel suo saggio edito da Adelphi, chiama le icone “porte regali”, luoghi di accesso al divino e all’eterno.Un abbraccio, Rossana.
RispondiEliminaLe icone sono porte regali! Definizione magnifica e aperta. Le icone magneticamente attraggono esercitando un fascino indefinito e preciso. Sarà per la simbolicità, per l'astrattezza che suscita però palpito vitale, sarà per l'appannaggio di sacralità dichiarata oppure per quella finitezza tutta umana, per quel contenimento nelle forme stilizzate di debordanti contenuti che esulano anche dalla piena comprensione se non assumendosi una docilità verso il mistero, verso un irragionevole sentire che agita e non placa, non colma mai l'anelito a capire. Ed è un magma di incompreso e di perturbante come marosi minacciosi e comunque esistenti in cui navigazione avviene.
RispondiEliminaAggiungo la doverosa citazione del film Andrej Rublev di Tarkovskj un'opera stupenda, film che dura ore ma un rapimento in dimensioni altre, cornucopia di metafore e riflessioni. Grazie, sempre, alla vostra attenzione rivolta al pensare costruttivo, al miglior pensare possibile.
Grazie Laura, sai sempre cogliere nel profondo ciò che volevamo esprimere ed aggiungere considerazioni di grande valore. Inoltre hai un modo di scrivere che è bellissimo. Non abbiamo visto il film, lo terremo presente. Buona domenica, Rossana.
RispondiElimina