La gratuità solidale che il volontariato esprime ha una radicale valenza culturale e politica: quella di un modello critico alternativo alla logica del mercato, del profitto utilitaristico e individualistico.
Di Gian Maria Zavattaro.
“Noi non siamo degli oppositori qualunque oggi e dei conviventi qualunque domani.
Prima, dopo e sempre siamo ”oppositori” e”conviventi”dei
liberali, dei socialisti, dei comunisti
e dei democristiani. Ci pieghiamo solo alla verità e alla
carità”.
Don P. Mazzolari, in Adesso, luglio
1954 (rivista quindicinale da lui fondata nel 1949)
Beppe Giacobbe, Giovani (Segui i tuoi sogni) |
Il 29 agosto 2016 su “Repubblica” I.
Diamanti in “Terremoto,
le due facce del volontariato” discorreva del “ritorno del
volontariato, che ha partecipato, attivamente, ai soccorsi. E continuerà anche
domani e dopo. Nelle aree colpite, in modo tanto violento e doloroso. Ma anche
intorno. E per “intorno” intendo l'intero Paese”.
Secondo lui il volontariato è “un modello di azione, individuale e sociale, orientato allo svolgimento di attività gratuite a
beneficio di altri o della comunità”. Citava due indagini statistiche:
l’Istat 2014 per cui i volontari in Italia, circa il 13% della
popolazione, sono 6.500.000, di cui 4 milioni inseriti in associazioni o
gruppi ed il resto in forme non organizzate; il Rapporto Demos 2015 su “Gli italiani e lo Stato” per il quale nell'ultimo anno quasi 4
persone su 10 avrebbero partecipato ad attività di volontariato, in base
a necessità o emergenze nazionali e locali. Il volontariato avrebbe due facce: “organizzata” e non. Progressivamente la prima si è
istituzionalizzata in “impresa”, spesso surrogando l'azione
degli
Enti locali e dello Stato per rispondere al disagio giovanile, alle
povertà vecchie e nuove e, in misura oggi crescente, agli immigrati
e rifugiati. E’ “Il volontariato di professione” che rischia però la dipendenza dai
finanziamenti “pubblici” e la sottomissione a logiche istituzionali e
politiche, non sempre limpide e trasparenti. L'articolista si guarda bene dal
demonizzarlo, non solo perché risorsa preziosa sul mercato del lavoro e dei servizi, ma anche perché offre riferimento e sostegno alla seconda “faccia”,
“il popolo del volontariato involontario”, fuori dalle imprese istituzionali. Fin qui Diamanti.
Beppe Giacobbe, Identità italiana |
Beppe Giacobbe, Prospettive |
Beppe Giacobbe, Anima |
C’è una radicale valenza culturale e
politica, dove “volontà” è il dono gratuito di sé e delle proprie
azioni, senza reciprocità.
Beppe Giacobbe, Capitali coraggiosi |
Beppe Giacobbe, Reti sociali |
Non basta indignarsi, bisogna -
ognuno apportando il suo piccolo granello di sabbia - costruire con i fatti
una comunità che abita nelle situazioni che quotidianamente costruiamo. “L’interesse
per la marginalità deve giungere alla stroncatura serrata dei processi di
emarginazione: lo stile della denuncia non deve essergli estraneo. Il
volontariato è chiamato a schierarsi. Non può rimanere neutrale. Non deve
essere pacificato. Pacifico, sì, nonviolento. Deve saper cogliere il
significato conflittuale della povertà. Non gli è consentito di starsene buono
in un angolo” (1).
Beppe Giacobbe, Dizionario visionario |
Coraggio di essere protagonista
(dal greco. πρωταγωνιστής, comp. di πρῶτος «primo» e ἀγωνιστής «lottatore,
combattente»), figura centrale di una narrazione, colui che ha un ruolo di
primo piano nelle vicende quotidiane della vita reale, che è in prima fila, non
secondo a nessuno nella presenza al mondo.
Coraggio di essere silenzioso
protagonista, spesso invisibile,
misconosciuto da una società senz’anima che ogni giorno propina il
successo, qui subito, come unico criterio di validità e legittimazione del sapere,
della politica, del legame sociale, del “vero”, del “giusto” .
Beppe Giacobbe, Empatia |
Coraggio di un’esistenza conviviale
fatta di gratuità che conosce la forza dello sguardo
e del sorriso, che non teme il confronto od il conflitto, che anzi sa gestirlo
senza mai rinunciare a vivere la vita come un reciproco dono
da condividere insieme, anche nei momenti più bui e brutali.
Beppe Giacobbe, Incrocio di culture |
E’ promessa di un futuro possibile e,
nella sua sfida alla società liquida, anticipazione - nell'orizzonte della
profezia - di possibili nuovi stili di vita e modalità di relazione.
Beppe Giacobbe, Tempo libero |
Note
(1)
La citazione tra virgolette è tratta da Don TONINO BELLO, Alfabeto della vita,
ed. Paoline, Mi, 2010.
(2)
cfr. C.M. Martini, Educare
al Servizio, (in part. c. 6 “Società complessa,
riconciliazione, eticità” pp.77-91, c. 7 “Nuovi
orientamenti della politica comunitaria di cooperazione” pp. 93-100, c.13 “Farsi prossimo nella
città” pp.157-164, EDB, Bologna, 1987.
Il volontariato è una realtà positive della realtà odierna,faro di luce in una transizione problematica e quanto mai complessa, pietra d'angolo ( nell'accezione evangelica), punto di riferimento nella società cosiddetta " liquida". Gian Maria ha saputo definirla e descriverla, come è possibile solo ad un competente della materia e ad un educatore "a tutto campo". Nel tessuto della narrazione, gli inserti iconografici si distinguono per la " precisione " e per la qualità.
RispondiEliminaLeggendo il tuo commento, mi viene in mente un passo dell’anonimo estensore della lettera a Diogneto che descrive la presenza dei cristiani nella società a lui contemporanea, per altri aspetti non meno “liquida” della nostra:“E’ tanto nobile il posto che Dio ha loro assegnato che a nessuno è permesso disertare” (VI, 10) . E ancora: “Imita Dio chi prende su di sé i pesi degli altri, chi nel campo in cui ha una qualche superiorità vuol fare del bene ad altri meno fortunati, chi dà con liberalità a quelli che ne hanno bisogno quei beni che passano per le sue mani, ma che sono stati ricevuti da Dio” (X,6).
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