Il valore dello studio ed il suo significato nella vita della persona e della società, per un futuro improntato alla responsabilità.
Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle illustrazioni di Anna Masini (in arte Ninamasina), per gentile autorizzazione (http://www.ninamasina.it/).
“Gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla”
(S. Weil, Riflessioni sull’utilità degli studi scolastici al fine
dell’amore di Dio,
in Attesa di Dio, Rusconi, Mi,1991, p.84).
(S. Weil, Riflessioni sull’utilità degli studi scolastici al fine
dell’amore di Dio,
in Attesa di Dio, Rusconi, Mi,1991, p.84).
Ninamasina, Simone Weil |
Mi è parso perciò valesse la pena rilanciare un piccolo post, pubblicato al tempo dei primi vagiti di questo blog, esattamente il 16.9.2013. Si tratta di una pagina che ha conservato a mio parere tutta la sua fragranza: S. Weil con lucido ardore precisa il valore dello studio - qualsiasi studio, dalla versione latina al problema di geometria “anche se sbagliati” - ed il suo significato sociale umano religioso, che non è mai solo affare individuale, perché a ben vedere studio vuol dire cultura, cioè, oltre che possesso della parola, appartenenza alla comunità e responsabilità verso gli altri (1).
Ninamasina, Se fossi una rondine |
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Ninamasina, Immagine selezionata per il Street Art Festival di Bologna |
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Ninamasina, Rondini |
Il monito rivolto ai detentori del potere mi sembra altrettanto chiaro: l’autentica sincera lotta contro le ingiustizie e le povertà esige, prima che sia troppo tardi, “uno sguardo anzitutto attento” centrato sull’altro e non sui propri calcoli: “semplicemente” sguardo che indica e segna il cammino di un vero autentico “cambiamento”.
Ninamasina, Mani |
Note.
(1) Cultura come possesso della parola ed appartenenza
alla comunità (d. Milani). Cultura - cito H. Gadamer – come parola
della domanda (“parola inquieta, che va dal piacere di porre
domande dei Greci fino alla sete di sapere della ricerca scientifica che
progredisce senza limiti”), parola della poesia e dell’arte (“tutto
ciò che, senza essere utile a qualcosa, si raccomanda da sé, talché
nessuno chiede a che cosa serve e che nel momento in cui viene partecipato
appartiene a tutti”), parola della promessa, della
riconciliazione e del perdono (“che è come una prima e ultima
parola". E’ grazie ad essa che “la diversità, l’inestricabile alterità che
divide l’uomo dall’uomo, si fa superabile, anzi viene sublimata nella
prodigiosa realtà di un vivere e di un pensiero comuni e solidali”) (cfr.
H. Gadamer, Elogio della teoria, Discorsi e saggi, Guerini e
Associati, Milano, 1990, pagg. 23 – 27).
(2) S. Weil, o.c., pp.83-84.
(3) “La scuola siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità […], dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico […]. E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare “i segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso” ( Lettere di don Milani priore di Barbiana, Mi, Mondadori,1970, p. 222-223).
(2) S. Weil, o.c., pp.83-84.
(3) “La scuola siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità […], dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico […]. E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare “i segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso” ( Lettere di don Milani priore di Barbiana, Mi, Mondadori,1970, p. 222-223).
Bellissimo...grazie! Per tutti questi motivi ho scelto di lavorare nella scuola!
RispondiEliminaLa sua dichiarazione, in quanto estensibile a migliaia di docenti, ci fa sperare in un futuro decisamente migliore, fecondo di reciproca fraternità, per i nostri giovani. Grazie a Lei.
EliminaDalle stalle alle stelle, mi viene da dire.
RispondiEliminaMi è piaciuto molto il tuo sdegno, la lucidità e la misura dell’espressione, nei confronti della situazione politica attuale e dei suoi interpreti.
Poi parla l’angelo e vi mostra come dovremmo essere in noi stessi e verso gli altri. Confrontato con la situazione generale dell’oggi’ roba da mistici, maestri spirituali santi illuminati.
Mi basta una scuola dove si impara a leggere i contenuti prodotti nella storia, a sviluppare pensiero su quanto “letto” e proiettarlo nel presente; a rimanere vivaci per continuare a imparare nel vivere.
Caro Gianni, grazie per il tuo augurio: il tornar a rivedere le stelle, presente al finale di tutte le tre cantiche, esprime il passaggio dalle tenebre alla luce della speranza. Per il resto sono d’accordo: ciò che è essenziale è continuare ad imparare a vivere. Ciao.
EliminaGiusto ieri ho visto filmato reportage su “analfabetismo funzionale “ in Italia, con conseguente scoramento. Si evidenziava lo scemare progressivo della concentrazione. È come l’attenzione.
RispondiEliminaPer S. Weil è fondamentale perché essa ci permette di aderire all’Essere e di metterci nell’ “attesa di Dio”. Su questo binario , come illustra Gian Maria, corre la pregnanza dello studio.
Ed è a questa fonte che la “parola si fa promessa”, come scrive Gadamer, consentendoci di armonizzare, in favore di un frutto più saporito, le nostre reciproche diversità.
Don Milani si accoda, raccomandando di percorrere “l’asse dell’equIlibrio” per intuire negli occhi di ogni allievo le energie del domani ( vocazione) e lavorare per favorirlo.
Ome si vede siamo dentro un registro che ci allontana dal rumore, dalla campagna d’odio, dal compiacimento untuoso, dalla propaganda interessata.
Grazie Gian Maria🎈
Caro Rosario vorrei, tra le tante cose che mi ha ispirato il tuo commento, solo brevemente chiosare il tuo cenno alla promessa: la promessa è tale solo se ispirata dal pudore lungimirante della cultura, perché richiede fedeltà nel tempo inteso e vissuto come durata e non come successione discontinua di istanti puntiformi consumati per accaparrarsi immediato successo. La promessa non ha nulla da spartire con la chiacchiera traditrice dell'imbonitore o l'incantamento del politicante strapazzone. Un caro saluto.
EliminaBellissimo considerare lo studio come responsabilità verso gli altri. Perché se coltivo in me la curiosità, la ricerca, l'impegno, l'interesse per tutto ciò che mi circonda, questo sarà il mio bagaglio come persona e continuerò ad occuparmi del bene collettivo, avrò uno sguardo allo stesso tempo profondo e lungimirante, insieme a una sensibilità e a un amore gratuito per tutto ciò che mi circonda.
RispondiEliminaGrazie Sig.a Maria Paola. Condivido appieno le sue riflessioni. Cultura rimanda inesorabilmente all’etica della responsabilità: nel so significato etimologico non è forse “quanto concorre alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale e all'acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società”? Grazie.
EliminaGrazie per il bell'articolo, da diffondere a scuola.
RispondiEliminaUn cordiale grazie.
EliminaGrazie!...senza questo sguardo, credo ogni studio sia inutile per una crescita personale e sociale.
RispondiEliminaIn piena sintonia, semplicemente aggiungerei che ”questo sguardo”- I Care di don Milani – ha ben poco a che vedere con l’empatia intesa come momentanea emozione ma è un’acquisita capacità – con le modalità suggerite da S. Weil – di com-passione che sa esplorare i sentimenti, le emozioni, i vissuti, i significati e gli orizzonti altrui ed umilmente essere di aiuto.
EliminaIlluminante e nutriente. Grazie! Buon fine settimana.
RispondiEliminaGrazie e ricambio di cuore il buon fine settimana.
Eliminagrazie per lo scritto. sì, sguardo profondo e lungimirante. sensibilità e amore. se posso, vorrei segnalarVi la puntata di oggi su Radio3 Tutta L'Umanità Ne Parla. ..tra gli altri, parla anche don Lorenzo Milani! credo Vi piacerà molto. grazie ancora
RispondiEliminaAnche noi seguiamo regolarmente i programmi mattutini di Rai tre, compreso quello citato del sabato, che oggi solo in parte - mi recavo in auto ad un convegno – ho potuto seguire. Buona domenica.
EliminaGrazie! Riflessione bellissima ed illuminante. Lo studio come esercizio dell'attenzione, che parte dal sé ma deve arrivare all'altro.
RispondiEliminaSintesi inappuntabile. La ringrazio.
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