Werner Sombart (1863-1941): pensatore tedesco da riscoprire, nell'ambito degli studi sociologici ed economici.
Post di Rosario Grillo.
Autore di studi che afferiscono il campo delle
scienze sociali, mobili per capacità intrinseca di andare dal marxismo allo
storicismo critico. (1)
In comune con Weber è il riconoscimento dello
“spirito” nell’area del comportamento economico. (2)
Ciò avviene in forza dell’importanza ch’egli,
assieme a M. Weber, riconosce ai moventi etico-politici del fare economico e
dell’organizzazione sociale.
Bisogna ricordare, per questo, che la dottrina di
Marx, a lungo andare, si incrostò sempre più di determinismo, come testimonia il
decorso della storia del socialismo tra fine ‘800 ed inizio del ‘900. (3)
Voglio aggiungere, in questo frangente, il nesso che
lega la riflessione di autori come Sombart al rilancio degli studi storici a
sfondo sociale (vedi Annales) e ricavare da essa l’attenzione alla soggettività
umana, a partire dalla basilare considerazione che l’uomo è protagonista della
storia, homo faber.
Ne discende un insegnamento valido anche per il
presente, che vede un’invadenza del pensiero economico esclusivamente caratterizzato
da calcoli statistici e da previsioni finanziarie .
La sociologia è stata esposta, fin dalla sua
nascita, alla presa del potere dominante, proteso a sfruttarla come scienza
oggettiva, indiscutibile. (4)
Cito a conferma la risposta data da Sombart alla
domanda circa il rapporto causale tra “organizzazione capitalistica” e “spirito
capitalistico”: “poiché le
organizzazioni sono opera degli uomini, bisogna che l’uomo e il suo spirito,
dal quale esse sono nate, siano esistiti in precedenza”. (5)
Gli accadimenti storici portarono, negli anni
venti-trenta, W.Sombart ad accostarsi ad istanze che saranno pubblicizzate e
strumentalizzate dal nazionalsocialismo. Occorre, con chiarezza, però, far
presente che la sua passività non mutò mai in condivisione e soprattutto che
l’accusa, a lui rivolta, di antisemitismo non ha nessun fondamento.
Nella parabola della sua riflessione rientrò infatti la messa in luce del ruolo che ebbero gli ebrei nella nascita del capitalismo - siamo sempre allo “spirito del capitalismo” - .
Nella parabola della sua riflessione rientrò infatti la messa in luce del ruolo che ebbero gli ebrei nella nascita del capitalismo - siamo sempre allo “spirito del capitalismo” - .
Fattori come: psicologia dell’emigrato, disciplina e
fedeltà alla legge, incarnati dagli ebrei, molto simili al puritanesimo, sono
le ragioni della tesi discussa da Sombart. (6)
La peculiarità del contributo sombartiano è
l’intreccio tra il ruolo delle città e la rivoluzione dei consumi, con la
nascita del lusso e della moda, e soprattutto l’accento posto sulla
militarizzazione.
A questo riguardo, metterei in luce due aspetti. Il
primo è semplicemente l’attribuzione alla guerra del ruolo attivo, generatore
del capitalismo. Piuttosto che il contrario. (7)
Il secondo è relativo al costume sociale. In questo
caso militarizzazione si riconduce ad un intervento di omologazione ed
uniformità sociali
- “mettersi in uniforme” - che diventano sempre più
frequenti nel tempo e che oggi dilagano. (8)
Concludo riconoscendo che su Sombart ebbero di
sicuro un peso la tradizione dello junkerismo prussiano e della Heimat tedesca,
ma non in misura tale da inficiare la serenità e la serietà scientifiche della
sua analisi storico-sociale .
🌟Note.
(1) Invento questa definizione, visto che ritengo che le sue teorie siano idonee a far parte del ventaglio di considerazioni storiche a spettro critico condotte dal mondo accademico tedesco nel primo ‘900
(2) Ne evidenzio
l’importanza anche per classificare da subito l a sua scienza economica nella
sfera delle scienze umane.
(3) Tutto ciò
ebbe ad influire sul l’abbandono della giovanile fede socialista di W. Sombart.
D’altro canto agì il "dibattito sul metodo", che si svolgeva in quegli anni.
(4) Saint Simon
ne parlava come scienza che risolveva il problema politico in "amministrazione
oggettiva della cosa pubblica", una specie di ingegneria sociale.
(5) W. Sombart,
Il borghese, in www.totustuustool.net viene richiamata la
somiglianza dell’inciso sombartiano con la riflessione di Antonio
Gramsci: "E questo pensiero pone sempre come massimo fattore di storia
non i fatti economici bruti, ma l'uomo, ma le società degli
uomini, degli uomini che si accostano fra loro, si intendono fra di loro,
sviluppano attraverso questi contatti (civiltà)
una volontà sociale,
collettiva, e comprendono i fatti economici, e li giudicano, e li adeguano alla
loro volontà,
finché questa
diventa motrice dell'economia, la plasmatrice della realtà oggettiva,
che vive, si muove, e acquista carattere di materia tellurica in ebullizione,
che può essere incanalata dove alla volontà piace,
come alla volontà piace"
(Scritti giovanili).
(6) vedi W.
Sombart, Gli ebrei e la vita economica. Georg e Mosse, che pure cita il pensiero di Sombart
tra gli ingredienti culturali del Terzo Reich, lo esenta da ogni ombra di antisemitismo.
(7) www.iuncturae.it La
mole di addestramenti, una rigorosa disciplina, la severa educazione sono il
segno distintivo di una nuova era. E al capitalismo, che aveva bisogno proprio
di questo tipo di uomo, questo lavoro è tornato utile. Non è necessario
arrivare a ipotizzare che le stesse persone che si erano formate sul campo di
battaglia, riutilizzassero adesso in fabbrica la stessa nuova arte della
sottomissione: l’esempio dato dall’esercito operò da sé e
lo spirito che lo pervadeva si è trasmesso al resto della popolazione ed è
stato mantenuto e tramandato nelle famiglie in modo che potesse, infine,
rifiorire in ambito economico. (…) In ogni caso, mi sembra abbastanza evidente
che qui si presenti un problema molto importante per la genesi di tutta la
cultura moderna, e in particolare quella economica, che vale sicuramente la
pena approfondire.” (Sombart, in Iannone 2015 pag. 81).
(8) Il nostro
blog si è soffermato su tale fenomenologia, in particolare sottolineando le
riflessioni che vanno da J. Bentham a M. Foucault a Byung-Chul Han.
"Gli antichi valutavano in base alla persona, noi borghesi in base al senso pratico. Cicerone esprime questo concetto in modo meravigliosamente conciso quando dice: Non è l'utilità dell'uomo che pesa sulla bilancia, ma quello che [egli] è" (Werner Sombart, Il borghese).
RispondiEliminaGrazie Rosario per questo articolo che riprende un autore meno noto al grande pubblico, ma sicuramente interessante.
Ho incrociato qualche testo di Sombart tra gli anni 60 e 70, senza mai approfondire… Grazie, caro Rosario, per questa occasione che ci offri di pensare e ripensare, in particolare per quanto è “relativo al costume sociale”. Ti ringrazio con un abbraccio.
RispondiEliminaMiei cari amici, ricambio il vostro ringraziamento. Sono sempre grato dell’opportunita’ che mi consentite di mettere in circolazione questi modeste considerazioni. Di SOMBART,ormai, si occupano ben pochi... La mia curiosità discende innanzitutto dalnucleo dello “ storicismo tedesco”, che lo potrebbe avere tra i suoi membri. Inoltre, da un dibattito intorno al marxismo, morto già Marx, fondamentale per il decorsodell’Internazionale socialista e per la storia del socialismo tourt court. E poi, perché ricerco fonti per contrastare la “ maledetta “ moda corrente di leggere economia in maniera esclusivamente quantitativa . Ogni briciola di Umanesimo ( e in Germania c’è n’è stato tanto ) mi attrae. 👋💫🌈
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