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sabato 11 maggio 2019

Il 26 maggio riscoprire e ricostruire l'Europa.

Ogni generazione dovrebbe ricominciare da capo: l’Europa è un cantiere, un progetto storico da costruire e ricostruire ogni volta.
Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini dell'illustratore Francesco Bongiorni (qui il sito instagram).

Francesco Bongiorni, 
Crisi europea
Parlare dell’Europa è parlare di noi, del nostro passato presente e futuro: di come intendere e vivere la nostra presenza nel mondo globalizzato, di come preoccuparci sia di chi condivide con noi questo tempo-spazio 2019 sia delle generazioni che si seguiranno, consapevoli e grati per quanto ha fatto la generazione che ci ha preceduto.
Tra breve voteremo. C’è l’urgenza pressante di dare ai tanti interrogativi sull’Europa una risposta di ferma speranza, nutrita da un cuore ed un pensiero veramente liberi da ogni meschino calcolo e/o subdola seduzione.

Gli interrogativi.
Dov’è l’Europa nella babele delle differenze storiche e geografiche, dei sovranismi e populismi dilaganti? Vogliamo un’Europa discorde in perenne diaspora, unicamente segnata da vincoli economici di mercato e dominata dagli imperativi della  finanza, oppure speriamo in “un’Europa capace di riconciliazioni etniche ed ecumeniche, pronta ad accogliere lo straniero, rispettosa di ogni dignità, capace di suscitare e promuovere un’intesa tra i popoli che assicuri per tutti i continenti, la giustizia e il pane, la libertà e la pace“?  
E’ possibile costruire un’unità anche politica  per tutti noi? Si può pensare l’Europa senza la passione ed i sogni dei giovani?
Quali candidati votare? Chi potrà raccogliere le nostre speranze e la nostra fiducia, senza ingannarci con vane promesse ed illusorie apparenze?
Io singolo cittadino che posso fare nel mio agire quotidiano?  Conosco veramente le istituzioni  europee (parlamento commissione  consiglio dell’UE consiglio europeo carta costituzionale trattati...)?
Educare alla cittadinanza europea è un optional o precisa responsabilità? E, non ultimo almeno per me, quale  compito spetta al credente?
  
Francesco Bongiorni, 
Consapevolezza
L’U.E. di oggi è un’istituzione sovranazionale sviluppatasi a partire dal secondo dopoguerra per la volontà di sei Paesi fondatori:  prima istituzione politica della storia a nascere dalle ceneri di due guerre fratricide diventate mondiali. E’ nata con l’intento di garantire che gli eventi nefasti del passato non potessero più ripetersi. Gli obiettivi dei Padri fondatori erano e sono chiari: garantire la pace dei popoli europei e consolidare le giovani democrazie ancora fragili (1). Oggi diamo per scontati e naturali fatti e comportamenti prima dell'UE inimmaginabili: nei passaporti per i paesi extra UE la scritta Unione Europea precede Repubblica Italiana; il cambio di valute è morto e sepolto, in tasca abbiamo l’euro;  se ci spostiamo da uno stato membro all’altro non ci sono più code alla dogana, non c’è bisogno di passaporti perché c’è libertà di circolazione; l’Erasmus è un’esperienza straordinaria di incontri interculturali…
Oggi però la crisi economica e valoriale dell’Europa sembra minare la tenuta dell’Unione: dilagano euroscetticismo e malessere, paure e diffidenze reciproche; manca una politica fiscale così come è assente una politica estera europea; non c'è volontà di un percorso comune di accoglienza dei migranti, anzi un nutrito drappello di stati si arrocca nel rifiuto,  costruendo muri materiali e psicologici; lo strapotere delle lobby finanziarie non trova ostacoli in un’Europa burocratica, troppo centrata sull’austerity, dove  le regole i parametri le cifre i conti sembrano più importanti dei cittadini, dove si salvano le banche e meno i posti di lavoro, dove la solidarietà è puro flatus vocis… Europa per molti matrigna, sorda, lontana. Non è questa l’Europa di domani  che vogliamo con il nostro voto né vogliamo ritornare agli stati a sovranità nazionale.
Francesco Bongiorni, 
Malattia
La menzognera e masochista illusione nazi(onal)sovranista si vale oggi di nuovi “giochi  circensi”: i media a loro servizio che portano il marchio dell’alienazione, versione aggiornata dei “panem et circenses” (2). E’ una spirale con ben precisi intendimenti:  enormi fonti di profitto ed insieme accaparramento di acritici e dogmatici consensi, strumenti di distrazione sociale, canali per inoculare inestirpabili pregiudizi, per esasperare paure ed insicurezze, per consentire ai burattinai  di coprire magagne inettitudini scandali… Anche il razzismo serve egregiamente come espediente di conservazione del  potere, dileggio delle culture altrui, arma per assicurarsi facili ”placet” umorali  contro i migranti, contro l’Europa e l’euro, cause di tutti i mali. Ovvia soluzione è distaccarsi dall’Unione europea, smarcarsi dall’euro, chiudere i porti in nome della sovranità e identità nazionale, facendo finta di ignorare che i nostri problemi si risolvono unicamente nell’orizzonte della globalizzazione. 
Ma ciò che veramente si ignora è il significato dell’identità europea, che non si è costruita né si costruisce a discapito dell’alterità, sacrificando tutto ciò che è diverso. Non a caso il motto del’UE è “uniti nella diversità”: l’Unione Europea  è nata dall’incontro di culture anche distanti fra loro, che riconoscono che le identità sono plurali. L’identità europea si costituisce proprio attraverso questa molteplicità. L’Europa, scriveva Morin, ”è una nozione dai molti volti, che non ha unità se non nella sua molteplicità”.  

Francesco Bongiorni, 
Alternative
Nell’Europa di domani io voglio  essere  un cittadino europeo ed italiano con tutti i miei diritti e doveri, in sintonia con tantissime donne ed uomini liberi che credono nel valore della legalità, che non si possono ingannare con due twitter o sedurre con promesse insulse: donne ed uomini che nelle loro diversità di parte e di fede sono concordi nella visione della società fondata sulla  persona e la solidarietà sociale, accomunati dal gusto di  pensare senza curarsi di referenze o deferenze.  
Voterò coloro che esplicitamente daranno garanzia d'impegnarsi a:  - superare per prima cosa la schizofrenia tra l'Europa degli stati e l'Europa dei popoli;
- colmare  il ritardo e lo scarto tra principi dichiarati e politiche perseguite;
- battersi contro l’esclusione sociale, in  sintonia con l’esortazione contenuta nel  preambolo della costituzione europea (approvata ma mai ratificata) di  “proseguire questo percorso di civiltà, di progresso e di prosperità per il bene di tutti i suoi abitanti, compresi i più deboli e bisognosi”;
- promuovere  investimenti nella ricerca e nella  formazione permanente;
- essere presenti nelle scuole perché si introietti il  concetto di comunità (familiare scolastica sociale locale nazionale europea), si diffonda la cultura della cittadinanza europea e il senso di appartenenza;
- incrementare forme  di partecipazione dove i giovani siano protagonisti di modelli di cittadinanza europea attiva, contestualizzata in azioni concrete (Erasmus, scambi culturali tra scuole - volontariato in altri paesi - reti sociali tra scuole territori regioni organizzazioni enti pubblici stati nazionali piccole e medie imprese - conoscenza dello  statuto europeo,  dei diritti della persona, uomo o donna, cittadino o straniero). Il che significa sollecitare la scuola al suo compito precipuo: educare a pensare.
Francesco Bongiorni, 
Partnership
A Noi laici credenti il compito di condividere in particolare con tutti i cittadini europei la scommessa della solidarietà  e riconoscere che l’unità  europea si fa non solo con l’ésprit del gèometrie ma soprattutto con l’ésprit de finesse: grandi ideali, speranza e profezia per un’Europa che si deve immaginare e sentire come fascino di un’avventura.   
Abitare le culture degli uomini, essendo sale e lievito di fraternità, è responsabilità storica di noi laici credenti: siamo noi a trovarci accanto a tante persone che, pur non condividendo la stessa fede, credono fermamente nella pace e nell'Europa. Volere la pace e l'Europa significa vivere il principio dell’alterità, assumere la responsabilità verso l’altro come criterio essenziale di orientamento delle scelte personali e politiche: l’altro sono tutti, in particolare il povero, il diverso, l’immigrato, l’ultimo, il penultimo, il terz’ultimo... Vivere il principio dell’alterità significa accoglienza, solidarietà tra paesi ricchi e poveri, rispetto di ogni uomo e donna calpestati e, per chi si sforza di testimoniare il paradosso dell’amore cristiano, abolizione dell’inimicizia, smascheramento di ogni idolatria, vigilanza per non cedere alla tentazione dell'onnipotenza del potere.
Non saranno indolori le votazioni del 26 maggio prossimo: c’è il rischio di una discriminante xenofoba, che specula sull’insicurezza, dà fiato alla paura, solletica gli istinti più oscuri e regressivi.
Francesco Bongiorni, 
Le idee
Secondo Morin e Cacciari, se ricordo bene, ogni generazione dovrebbe ricominciare da capo: l’Europa è un cantiere, un progetto storico da costruire e ricostruire ogni volta. Votare per l’Europa di domani è dare senso a questa speranza: smascherare leggi e strutture ingiuste  nei riguardi di chi è altro diverso; demolire sul piano individuale miriadi di pregiudizi frutto di mancanza di informazione ed educazione; stimolare capacità di incontro e di riconciliazione, riscoprire la cultura della gentilezza, rendere la nostra Europa migliore di come l’abbiamo trovata.

PREGHIERA PER L'EUROPA
(tratta dalla rivista “Il Cenacolo”)
Padre dell'umanità, Signore della storia,
guarda questo continente europeo
al quale tu hai inviato tanti filosofi, legislatori e saggi,
precursori della fede nel tuo Figlio morto e risorto.
Guarda questi popoli evangelizzati da Pietro e Paolo,
dai profeti, dai monaci, dai santi;
guarda queste regioni bagnate dal sangue dei martiri
e toccate dalla voce dei Riformatori.
Guarda i popoli uniti da tanti legami
ma anche divisi, nel tempo, dall'odio e dalla guerra.
Donaci di lavorare per una Europa dello Spirito
fondata non soltanto sugli accordi economici,
ma anche sui valori umani ed eterni.
Una Europa capace di riconciliazioni etniche ed ecumeniche,
pronta ad accogliere lo straniero, rispettosa di ogni dignità.
Donaci di assumere con fiducia il nostro dovere
di suscitare e promuovere un' intesa tra i popoli
che assicuri per tutti i continenti,
la giustizia e il pane, la libertà e la pace.
(Carlo Maria Martini)

Note.
Francesco Bongiorni, 
Un lungo viaggio fatto in breve
1. Non a caso nel 2012 l’Unione Europea è stata insignita del premio Nobel per la pace con la seguente motivazione:“Per oltre sei decenni ha contribuito all’avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa”. Secondo il presidente del Consiglio europeo di allora Herman Van Rompuy il premio riconosce che l’UE è “La più importante istituzione per la pace mai creata. I cittadini di tutti i paesi dell’Unione dovrebbero essere orgogliosi di essere europei”. In realtà “essere orgogliosi” implica riconoscersi in una sorta di identità europea condivisa e  possedere un certo sentimento di appartenenza, che deve essere innanzitutto seminato e coltivato. A  mio avviso il primo di questi semi è stato gettato con la carta dei diritti europei (Nizza, 2000), di cui alcune frasi recitano:“I popoli europei nel creare tra loro un’unione sempre più stretta hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni […] Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto. Essa pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia”.
2."il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e giochi circensi" Giovenale, Satire,X, 81. 

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10 commenti:

  1. Inauguro con piacere i commenti con una esclamazione di gioia per la tua viva sollecitazione: partecipe, informata ed educante.
    Hai ragione : è tempo ormai per l’educazione all’Europa dentro le scuole ( e ricordo pure che qualche editore si era già mosso al tempo del mio insegnamento,son passati quasi venti anni), perché l’Europa vive nelle coscienze, prima che nei mercati. Lo stop dato alla Costituzione europea è stata una rovina...e la crisi subentrata ha completamente sviato i governanti. Deve ripartire la spinta dal basso! Se fosse per i giovani, sarebbe già fatto, loro che si muovono in maniera trans frontaliera, che praticano il multilinguismo e la multiculturalità, ma le solite inerzie, i vecchi apparati, ingigantiti da manovre subdole di un ritorno di “fiamma nazionalista” minacciano il futuro, creando fumo e confusione, distraendo con falsi e pericolosi obiettivi di xenofobia ed intolleranza...
    Come tu dici, Gian Maria, scelta oculata, ispirata e consapevole, aderente all’identità europea : uniti nella diversità!

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    1. Caro Rosario, solo un flash, per non sminuire il tuo commento: ieri Albenga ha accolto come si meritava un certo Salvini. C’erano i giovani soprattutto, sempre più immuni dallo stordire delle sirene… Buona domenica.

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  2. Bellissima riflessione, da sottoscrivere fino all'ultima virgola. Come pure significativo il commento di Rosario. Bisogna cominciare dal basso per costruire. I giovani ci stanno dando una lezione...

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  3. Non c'è futuro senza coesione. Grande riflessione la tua.

    Il cardinal Martini era un profeta. Hai fatto bene a postarla

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  4. Grazie della profonda e vera riflessione, che condivido in rete.

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  5. Investire su scuola, educazione e ricerca al primo posto, assieme a volere la pace. Un piccolo dettaglio fondamentale: non basta dire di credere e volere la pace, per ottenerla. Bensì bisogna fare una scelta semplice e coraggiosa: ripudiare con determinazione la guerra! Come è scritto nella nostra Costituzione......nella quale è scritto pure che la nostra repubblica è fondata sul lavoro, che sta diventando sempre più un lusso per pochi con condizioni e contratti che tutelano il mercato e non il benessere autentico della persona. Dobbiamo lavorare molto e in.maniera soprattutto onesta, sincera sui diritti della persona, dal suo concepimento al finire della sua esistenza. Conclusione: scelte responsabili e coraggiose.......che ho visto fare per es. Alla nave ong Mare Jonio di Sinistra, Italiana ( ora sequestrata )con un prete di 25 anni a bordo. I giovani , i ragazzini sono molto più concreti e coraggiosi di noi adulti in questo periodo!

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    1. Condivido pienamente le sue preoccupazioni, le sue speranze e soprattutto la sua fiducia nella scuola ed ancor più nei giovani. Riporto una pensiero di H. Arendt, che amavo ripetere ai miei studenti e docenti: “L’educazione è il punto in cui si decide se noi amiamo abbastanza il mondo da assumerne la responsabilità, anzi da salvarlo dalla rovina che sarebbe inevitabile senza il rinnovamento costituito dai giovani e dai nuovi venuti”. Grazie.

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