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giovedì 16 maggio 2019

Sull'inferno. Da Scoto Eriùgena a Borges.

Come conciliare l'idea di Dio con l'ipotesi di una possibile dannazione eterna?
Post di Rosario Grillo.
Immagini dei disegni per la Divina Commedia di Sandro Botticelli.

Sandro Botticelli, 
La voragine infernale
Io che sono l’E’, il Fu e il Sarà/ accondiscendo ancora al linguaggio/ che è tempo successivo e simbolo./ Chi giuoca con un bimbo giuoca con ciò che è/ prossimo e misterioso;/
io volli giocare con i Miei figli./ Stetti fra loro con stupore e tenerezza./ Per opera di un incantesimo/ nacqui stranamente da un ventre./ Vissi stregato, prigioniero di un corpo/e di un’umile anima./Conobbi la memoria,/ moneta che non è mai la medesima./ Il timore conobbi e la speranza,/ questi due volti del dubbio futuro./ Ed appresi la veglia, il sonno, i sogni,/ l’ignoranza, la carne,/ i tardi labirinti della mente,/ l’amicizia degli uomini,/ la misteriosa devozione dei cani./ Fui amato, compreso, esaltato e sospeso a una croce./ (J.L.Borges, Giovanni I,14)

J.L.Borges ha girato molto attorno ai temi teologici tanto da meritarsi la definizione di “teologo ateo da parte di Leonardo Sciascia. Il cardinale Ravasi è andato anche più in là, riconoscendogli una “fede implicita. (1)
Sandro Botticelli, 
La voragine infernale, 
particolare
In realtà sono state diverse le occasioni nelle quali lo scrittore argentino si è occupato di cose della fede, e celebri sono i suoi riferimenti ai Vangeli di Marco e di Giovanni. Altrettanto conosciuto è il suo attaccamento al libro di Giobbe, caso emblematico de “l’enigma del male e del dolore.
Si sa che la sua produzione letteraria è immensa. Cosicché a portarmi sulla pista delle considerazioni da lui dedicate all’inferno è stato un articolo di Tommaso Nin (2), che riflette sul nesso Borges-Scoto Eriùgena-Kierkegaard.
Scoto Eriùgena, tirato in ballo, è figura nobile della filosofia alto medievale. Egli, sulla scia di Sant’Agostino e “sulle spalle della Patristica, avvia una summa filosofica che s’incentra sul rapporto tra Dio e il mondo.
Il concetto principale è ripreso dalla tradizione neoplatonica: l’Uno e la sua ineffabilità.
Sandro Botticelli, 
La voragine infernale, 
particolare
L’economia del cosmo appare fatta di distensio e reditio: di derivazione delle cose da Dio e di ritorno di tutto in Dio, in conformità con il concetto di apocatastasi introdotto da Origene. (3)
Nel suo seno si attenua di molto l’effetto drammatico della condanna infernale ed emerge piuttosto un verso salvifico rivolto verso tutti e tutto.
Anche per questo, le sue tesi saranno successivamente guardate con sospetto dentro la Chiesa e colpite del segno eretico. (4)
Borges innesta il suo discorso (5) proprio su l’istanza logica della bontà divina, che esclude la reiezione eterna (inferno). L’idea stessa del Bene contraddice l’esistenza del male che Sant’Agostino aveva già tradotto con l’argomentazione del male non essere.
Borges conduce il discorso con il lume dello scarto di suggestioni e superstizione e della scelta de l’istanza tipica della coscienza, facendo conseguire la distinzione tra beatitudine e tormento, ma riservando al secondo lo “scotto” della separazione da Dio, simbolo di “pienezza e gloria”.
Sandro Botticelli, 
Inferno 
(disegno per la Divina Commedia)
La Chiesa ufficiale, come sopra scritto, nel condannare la dottrina di Scoto Eriùgena, fu condizionata dalle “pastoie e necessità” della sua  mutazione medievale in centro di potere, quindi utilizzò in pieno il terrore scaturiente dall’inferno. (6)
Ciascuno può notare l’incongruenza con le  più pure istanze morali, dalle quali deve farsi guidare la coscienza, e con il grumo delle contraddizioni e degli “interessi spuri che, tra Medioevo ed età moderna, dividevano il mondo della Cristianità.
In modo particolare, Borges riprende e rimuove il “grave caricodella predestinazione, concependo l’assurdità che l’idea di Dio contenga la scelta della “dannazione eterna”. Più consona, invece, la separazione, già in terra, del peccatore da Dio, in sintonia con il libero arbitrio. Se Dio è gioia - e per noi credenti lo è - la separazione da Dio, la scelta del peccato, è rimorso continuo.
Sandro Botticelli, 
Inferno 
(disegno per la Divina Commedia)
Kierkegaard, come da canone mosso dall’istanza del singolo, riflette sulla sorte “strettamente personale” dell’esperienza di fede e ne Il concetto dell’angoscia esplicita che Dio, forte della sua natura ontologica, “non sa nulla del male”. (7) Per conseguenza, il singolo nel “rischio della fede” deve affrontarne la prova. Il “consesso” dei fedeli può ritenersi, invece, investito dalla Speranza, virtù teologale, come poi argomenterà von Balthasar. (8)
Il pensiero di Scoto Eriùgena ritornerà in voga, e in modo esplicito a lui si richiama la teologia di von Balthasar. La Chiesa di Francesco I vi è accostata per via dell’omaggio reso dal pontefice, fin dal momento della carica cardinalizia in Argentina, a Borges. Seguendo questa pista, si conferma l’entusiasmo dell’apertura ecumenica del cardinale Ravasi, all’interno di un organismo come Il Cortile dei Gentili, espressamente rivolto al dialogo con le altre fedi e con i non credenti. (9)
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Note
1.Cfr. Lo scrittore Borges, un teologo ateo? (qui). Ravasi, ideatore de Il Cortile dei Gentili, ha portato in Argentina, in giornate di studio (2014), il confronto/dialogo sulla figura di Borges.
2. Tommaso Nin, Borges ed Eriùgena, www.academia.edu.
3. Spicca nella storia la figura di Scoto Eriùgena, riuscendo egli a dar corso al disegno strategico della Schola Palatina, creata qualche decennio prima da Carlo Magno: centro di impulso della circolazione del pensiero in secoli difficili di lenta ricostruzione (IX sec.).
4. Epoca di conflitti, tra potere e Chiesa, che spesso sconfinava in lotta tra ortodossia ed eresia.
5. La durata dell’inferno è un breve scritto contenuto in Discussione ed.
6. In questo contesto nacque l’idea del purgatorio, mancante di fondamento scritturale.
7. Kierkegaard, Il concetto dell’angoscia.
8.Von Balthasar, Sperare per tutti.
9. Nel confermare la sicura tenuta morale delle proposizioni scotiane riprese da von Balthasar, mi sovviene il consiglio del mio docente universitario di Filosofia morale, di rivisitare "la modernità" degli antichi filosofi medievali.

7 commenti:

  1. L'inferno esiste, diceva Hans Urs von Balthasar, ma é vuoto.

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  2. Oserei definire il tuo articolo intrigante, nel doppio significato etimologico-ancestrale (dal lat. intricare, imbrogliare imbarazzare di chi si immischia, crea imbarazzo, ci mette in difficoltà quando affronta temi decisivi troppo spesso rimossi, inquietanti, che ci obbligano ad interrogare fino in fondo noi stessi) e moderno-odierno (capace di attrarre e coinvolgere, avvincente, appassionante, affascinante, provocatorio). Così come è intrigante il “rimorso continuo” in un inferno, vuoto o pieno, ma dimensione irrevocabile di spiriti maligni. Così come è intrigante il “ de divisione naturae”, oggetto di disparate interpretazioni, e lo stesso Scoto Eriùgena di cui si sa ben poco se non la sua straordinaria abilità dialettica, la sua cultura superiore a tutti i contemporanei, la conoscenza del greco, l’audacia di pensiero, il tutto incorniciato dalla leggenda che lo fa morire ucciso dai suoi discepoli nel 877. Grazie delle inquietudini che susciti e della ricerca inconclusiva alla quale ci richiami, caro intrigante Rosario.

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    1. Intrigato si, Gian Maria, nella misura della mia fede, che cammina con la storia, risentendo dei contraccolpi dei pronunciamenti chiesastici.
      Negli anni cinquanta/sessanta: quanto indugiaresull’inferno, dipinto con le tinte più fosche e con le torture più avvilenti...pian piano, nelle braccia di Giovanni XXIII e dei deliberata del concilio Vaticano II, il respiro dell’Amore e il dialogo con le diversità.
      Di grande conforto ritornare nei “ secoli bui “( ? ) e trovare già sentimenti di accoglienza e di Amore universale. Ti detto già che ho ripensato ai consigli del prof. Bartolone ( filos. Morale ) sulla necessità di ripensare la Patristica.
      Fammi ringraziare Rossana, che instancabilmente accudisce e conforta il post con le sue scelte editoriali 🎈🌈

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  3. @Salvo Coco. Balthasar non ha mai detto che l'inferno è vuoto.
    "Sono state ripetutamente travisate le mie parole nel senso che, chi spera la salvezza per tutti i suoi fratelli e tutte le sue sorelle, “spera l’inferno vuoto." Balthasar

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  4. Io spero, lo sperano tanti cristiani. Altri cristiani invece non hanno speranza.

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  5. Giovanni Paolo II, a tal proposito ebbe a dire che «la dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti». A me e (ripeto) a tanti altri cristiani piace sperare che la misericordia di Dio si estenda ovunque. E, visto che la chiesa non ha mai condannato la frase "l'inferno é vuoto", non ritengo di essere eretico se mi affido alla speranza. Altri (e mi ripeto ancora) hanno poca dimestichezza con la speranza e con la misericordia divina e preferiscono ripetere le tradizionali dottrine della chiesa. Si legga ad es. la posizione del super conservatore Tommaso Scandroglio su NBQ il 30.03.2018 che si permette di bacchettare il papa (un anno fa i tradizionalisti non si erano ancora spinti a dichiarare eretico Francesco)... La certezza è che la misericordia divina si estenda anche sui tradizionalisti cattolici (e su Sandroglio) che come i farisei hanno la testa molto dura.

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  6. Seguo il dibattito, ma non ho una risposta.. Lo spirito del mio post, che include la considerazione di chi credente non fu ( Borges) allarga la maglia della Misericordia, nella speranza di interpretare al meglio la bussola del pontificato attuale.

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