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domenica 8 settembre 2019

La freccia ferma, Elvio Fachinelli.

Elvio Fachinelli (1928-1989), psichiatra e psicoanalista italiano, applica il paradosso della freccia di Zenone - che rimane sempre ferma - alle situazioni bloccate della politica e ai comportamenti ossessivi dei politici, secondo un "idealtipo" ancora valido oggi.
Post di Rosario Grillo.

Elvio Fachinelli, 
La freccia ferma
Premessa.
Il volume misura la superficie di un corpo. Possono però esserci dei casi nei quali, contraendosi lo spazio, la consistenza ovvero la capacità di contenere non diminuisce anzi tende ad aumentare.
A questa specie appartiene un libro, di formato ridotto, che in sole duecento pagine tocca svariati argomenti, mantenendo un filo comune.
Il libro è: La freccia ferma di Elvio Fachinelli, piccola biblioteca Adelphi, 1992.
L’autore, psicanalista, concepisce il titolo pensando alla freccia di Zenone di Elea, che, scoccata, a fil di logica, in fedeltà ai requisiti eleatici dell’essere (unità, indivisibilità, immutabilità, uno-tutto), non raggiunge la meta e resta ferma.

L’ossessione.
Fachinelli studia principalmente il comportamento dell’ossessivo e rileva che in lui si concentra un insieme di casi clinici: ripetizione, spostamento, bipolarismo. (1).
La metafora della “freccia ferma” è lo specchio del tempo che si nega al divenire, al mutamento, e più ancora al progresso.
Nella disamina del comportamento ossessivo, tutt’al più, esso può inclinarsi nel verso di una circolarità: tempo ciclico o ruota del tempo.
Da qui il rinvio alla mitologia, summa di vicende arcaiche. Cronos, rappresentante di una divinità divoratrice dei suoi figli, esempio quindi di un comportamento ripetitivo, al cui interno agiva la violenza autoritaria e di sopraffazione. Prometeo, emblema della trasgressione del divieto (trafugò il fuoco) e della conseguente punizione divina (incatenato alla roccia e sottoposto alla tortura dell’aquila che gli rodeva il fegato), quindi della dialettica tra divenire storico e blocco storico.
Elvio Fachinelli, 
Su Freud
Nel tipo ossessivo, difatti, si dà luogo ad una ripetizione di atti - in certi casi, con inversione, per risalire alla causa - che mantengono inalterato il senso di colpa, implicando un misto di amore/odio verso il soggetto scatenante.
Esempio-simbolo nella mitologia: Edipo. (2)

Edipo oggi: un esempio di capo ossessivo.
Davanti al rigore, che è vera e propria rigidità di carattere, dell’uomo ossessivo, estensibile fino alla creazione artificiale di un “capro espiatorio”, soggetto-gruppo o anche forma-simbolo, mi è venuto di pensare ad un protagonista politico della recente scena politica nazionale.
In lui, il pieno di un’insistente autorità verso il pericolo dell’immigrazione, sta insieme al vuoto od assenza di cura degli affari del ministero di competenza. In lui, l’esibizione di un’energia, concentrata sull’episodio chiave, si congiunge con la passività di ogni scatto reattivo davanti alle controdeduzioni, segno di ingenuità e necessità di coazione a ripetere. (3)

Tempo arcaico, società arcaiche e società primitive.
L’occasione è propizia per evidenziare l’analogia con il comportamento, studiato ed analizzato da una vasta schiera di antropologi da Levi-Strauss a Malinowski et caetera, presente nelle società arcaiche,caratterizzate da una economia agricolo-pastorale, fortemente gerarchizzate e legate da un culto degli antenati.
In esso si rappresenta il legame, affettivo ed insieme gregario che unisce ad un membro, più o meno influente nella società, oggetto di paura e di culto: paura della sua morte e trasformazione della morte con elevazione al “nucleo degli antenati”, oggetto di venerazione. Che è modo per superare la paura attraverso la sublimazione.
Elvio Fachinelli, 
Al cuore delle cose
Anche qui è più che evidente il rapporto che nelle società si costituisce con l’apparato di norme morali, giuridiche ed insieme di costume, frutto della sublimazione conseguente al superamento del conflitto edipico. Società che possono bloccarsi ed irrigidirsi dentro un immobilismo, segnacolo di paura del tempo futuro e fissazione in un presente ripetitivo. È negazione della storia e Fachinelli la chiama letteralmente: esperienza. (4)

Il fascismo eterno ed il Fascismo storico.
Ma vi è modo per procedere ad un’interpretazione del fascismo con organicità e completezza, sfuggendo allo schematismo di una lettura per via unilateralmente psicanalitica.
Fachinelli, in un succinto e succoso capitolo, è capace di superare - e sarebbe meglio dire, penetrare oltre la superficie della semplice espressione - la tesi crociana (fascismo come parentesi storica) ritornando su Chabod, includendo il punto di vista di De Felice ed integrandolo con i suggerimenti provenienti da Tasca, da Settembrini, da Salvemini e dagli storici più attuali.
Così composto, il fascismo è la risposta di una società che ha perso la Patria, caduta nella rovina epocale del primo conflitto mondiale. Patria contemporaneamente invocata nel nome di una “vittoria mutilata” contro i traditori e i “senza patria” degli internazionalisti bolscevichi, con un programma adescante di interventismo sociale - si ricordi il programma di San Sepolcro e la prima fase del fascismo movimento -, facendo ricorso al mito storico della Roma imperiale.
Altro esempio, clamoroso e vagamente ripetitivo - analogie con il nazismo - di un blocco storico, di una freccia ferma, della negazione del divenire. (5)

L'attualità inattuale di Elvio Fachinelli
Conclusione.
In definitiva, Fachinelli rivela il disegno che sta dietro all’opera. Esso, mentre opera per la rimozione di barriere, accudisce e mantiene le differenze: tra individuo e società.
Al seguito del nesso tra ontogenesi e filogenesi si stringe una relazione, che però dev’essere abbastanza elastica per non rendere macchinosa la società da una parte e per preservare dall’altra l’irripetibile di ciascuna individualità.
In questa linea ha lavorato il Nostro, associando comportamento ossessivo e strutture di ogni società arcaica (6), modellando una riflessione che, piuttosto che assumere la foggia di una esteriore interdisciplinarità, vuole estrapolare un filo comune, trovandolo nella storia: un cronotipo.
Da qui dipende la “regia” dei  concomitanti piani: individuale - sociale, storiografico - psicanalitico, tra “colpo d’occhio storico” (il fascismo) e scandaglio clinico-analitico. (7)

🌟 Note.
1.Sono patologie studiate in psicanalisi. Ripetizione = comportamento morbosamente ripetitivo. Spostamento = distanziamento della tensione da sé con collocazione su altra persona. Bipolarismo = scissione in doppia maniera comportamentale (fobia/devozione).
2.Non sto a seguire il complesso di Edipo, già noto ai più, ed emblematico sia per la componente sessuale sia per quella sociale.
3.Esempio del water riportato da Fachinelli “ È fortemente preoccupato, durante il giorno, dal problema del water: bisogna a tutti i costi che il coperchio del water sia su, abbassarlo è peccato. Perché? Perché...abbassare il coperchio del water è come chiudere le porte, peccato...ed è peccato perché chiudere le porte significa considerare gli altri dei ladri, e questo è peccato...di qui si passa al problema di attaccare, criticare gli altri, dominarli, problema tormentoso per lui tanti anni fa: un uomo ‘in gamba’ è un uomo deciso, imperioso, franco nelle sue opinioni e nelle sue critiche, come era suo padre” p. 30 op.cit.
4.“(...) qui interviene l’esperienza, intesa come accumulazione collettiva, generazione dopo generazione, di mutamenti culturali introdotti dagli uomini nell’ordine naturale e culturale stesso. Ad un certo punto, e in determinate condizioni, la variazione provocata da questi mutamenti molecolari non può più essere bilanciata ed essa straripa dal cerchio della ripetizione dell’identico, su cui si basa la vita arcaica. Nasce un tempo che non è più ritualmente annullabile, ma che anzi si accumula indefinitamente: è ciò che chiamiamo di solito tempo storico “ p.61.
5.Rimando al capitolo VI dell’opera e faccio notare la messa a punto che conduce Fachinelli quando rileva “ un problema di morte riferito a un elemento di alto significato simbolico - la patria, appunto -  (...) in ragione di una relazione fortemente contraddittoria, rispetto ad esso, di coloro che si trovano a doverlo affrontare. Da un dilemma irrisolvibile nasce, come soluzione immediata dotata però di conseguenze incalcolabili, un movimento di rinnegamento della morte della patria e il trasferimento di questo simbolo in un’area di astratta assolutezza. Qui affiora in modo percettibile un tempo del ritorno (ciclico) e sorgono veri e propri riti di un culto patrio…” p.155/156
6.La pista fu lasciata da Freud, che scriveva di “religione privata”, propria dell’ossessivo, simmetrica al rituale sacro presente in molte società arcaiche.
7.Pagine 186-188.

3 commenti:

  1. Grazie Rosario, per la tua sollecitazione a riflettere, leggere dentro (intus-legere) e fuori di noi (il mondo presente e passato) per capire ed agire poi in coerenza. Grazie alla tua incessante ed inquieta ricerca culturale: è tuo merito farci continuamente aprire gli occhi su problemi, realtà e persone spesso poco considerate (conoscevo in modo molto vago Facchinelli, e poco più la Melandri). Molto interessante, avvincente e convincente, l’applicazione dello “scandaglio clinico-analitico” alla storia individuale e collettiva, al passato ed al presente, alle vicende politiche attuali (ed ai volti che le segnano) nell’esile, forse inesistente, confine tra normalità e patologia.

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  2. Il mio procedere zigzagante si sforza di tenere un “ filo d’Arianna” e questo si situa nel concetto di “tempo”. Poi è sempre bello scoprire , e tra le scoperte rientra E. Fachinelli. La libertà dagli schemi un po’ rigidi dell’insegnamento è sussidio notevole. Ma debbo dire che il sodalizio che mi hai consentito di instaurare è stato il “ brodo culturale “ necessario. Ancora e sempre grazie della vostra amicizia e grazie per questi immeritati complimenti.🎈

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  3. Grazie di queste utili riflessioni, scaturite dai testi di Elvio Fachinelli, studioso che non conoscevo e che vale la pena invece leggere.

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