"Persona e Comunità" è un blog di riflessione culturale, filosofica, religiosa, pedagogica, estetica. Tutti gli articoli sono scritti da: Gian Maria Zavattaro, Rossana Rolando, Rosario Grillo.
La sfida per tutti noi, sia che siamo coinvolti in un’esperienza religiosa sia che non lo siamo, è quella di essere integralmente umani (A. Fabris).
Post di Rossana Rolando.
Banksy, street art
La fede scomparsa è il titolo del libro di Adriano Fabris - filosofo della religione e docente universitario - pubblicato nel febbraio di quest’anno. Esso prende avvio da ricerche sociologiche che attestano la riduzione della presenza cristiana nella società contemporanea, confermata dalla comune percezione delle chiese vuote e dall’innalzarsi dell’età media di chi si dichiara praticante. (1)
L’avvicinarsi del Natale, non fa che corroborare la tesi di un inesorabile processo di svuotamento del nucleo religioso, sostituito dai bagliori di una festa sempre più legata ai circuiti consumistici, rivestiti di retorica vagamente sentimentale.
Se fosse uno scritto nostalgico, di stampo apologetico, o una trattazione teologica, volta a recuperare i contenuti della fede, in particolare legati alla tradizione cristiano cattolica, avrebbe un interesse limitato a determinati ambiti.
Invece il libro si allarga sul significato dell’esperienza religiosa nella contemporaneità e acquista quindi la statura di una riflessione universale sull’esistenza e sulla situazione dell’uomo nel mondo di oggi (occidentale e non solo, data la globalizzazione).
Banksy, La cicatrice di Betlemme
💥 Intanto il significato del titolo. La fede scomparsa non va intesa nel senso di un totale annullamento delle credenze. Anzi. Sul terreno religioso c’è ancora la fede, ma è prevalentemente quella cattiva: o perché indebolita nella sfera della soggettività che adatta i contenuti alle proprie esigenze o perché si afferma come fondamentalismo, ridotto a formule sicure e rigide, muscolose e identitarie (non solo nel contesto musulmano, ma anche in area cristiana).
Al di là delle varie chiese, ci sono poi molti modi per credere. Paradossalmente tante fedi sostituiscono la professione religiosa. Si crede nei mezzi tecnologici, nelle veggenti, nei guaritori…
Quindi, quando si parla del dileguarsi della fede, non si intende indicare una qualsiasi modalità del credere, quanto piuttosto il venir meno della fede religiosa autentica, concepita come relazione con l’Altro – nelle varie figure in cui questa alterità può presentarsi, visto che l’ultimo capitolo riguarda il dialogo interreligioso. La tesi di fondo potrebbe essere questa: la sparizione della fede, così intesa, si fonda su alcuni presupposti non discussi, accettati come tali nella mentalità comune. Di più. Di tale sparizione non si ha alcun sentore e, quindi, non si avverte alcuna mancanza, perché non si conosce più il “che cos’è” della fede stessa, il suo vero significato.
💥 Provo a delineare i principali presupposti non discussi.
Banksy, Angelo caduto
👉 Anzitutto la confusione tra bisogno e desiderio. Il bisogno può essere sempre appagato e, nello stesso tempo, una volta soddisfatto, viene rimpiazzato da un altro bisogno. All’interno delle società capitalistiche tutto invecchia rapidamente portando con sé l’esigenza del nuovo, che è poi l’ultimo della serie produttiva (l’ultimo telefono,l’ultima moda ecc…). Un nuovo soltanto apparente – perché destinato subito a diventare vecchio – capace però di assorbire in sé le spinte del desiderio.
Quest’ultimo, appiattito sul bisogno, perde la sua caratteristica di vuoto incolmabile, di autentica attesa del novum, di struttura del religioso, che la letteratura e la filosofia hanno chiamato via via inquietudine, nostalgia, spazio dell’infinito.
👉 Finitezza. Un secondo aspetto dell’analisi - relativa alla mentalità comune - mette in luce la differenza che passa tra le spiegazioni fornite dalla scienza e le esigenze di senso che nascono all’interno del vivere, con particolare riferimento alle situazioni limite (il dolore, la morte, la malattia, il male non eliminabile per buona volontà d’uomo). L’illusione di poter dominare il limite dell’esistenza attraverso la scienza e la tecnologia finisce per tradire il carattere stesso dell’approccio scientifico, trasformandolo in scientismo ovvero in fideistica convinzione.
Banksy, street art
👉 Impossibile e possibile. Un ultimo tratto della mentalità comune - strettamente legato ai due precedenti - riguarda il rifiuto dell’impossibile ovvero di ciò che non è possibile rispetto alle umane possibilità. Non a caso la categoria dell’impossibile è correlata alla logica della fede. In questa direzione, la disaffezione dei giovani nei confronti della sfera religiosa è particolarmente significativa, perché indica un cambiamento epocale nel modo di avvertire la vita: essa è sufficiente a se stessa. Basta il possibile e il reale. L’impossibile come apertura di possibilità inedite - cui la fede religiosa rimanda, si pensi alla resurrezione, nell’orizzonte cristiano - non ha più alcuna presa.
💥 Di lì la conclusione. La scomparsa della fede, lungi dall’essere un passo in avanti verso l’emancipazione dell’umano - liberato, secondo un comune modo di pensare, da vincoli e limitazioni - rappresenta un impoverimento dell’esistenza, sempre più appiattita in una dimensione unica, chiusa all’impossibile e al nuovo.
Su questo converge - in un’ottica puramente filosofica, che però apre all’impossibile - l’ultima grande opera di Massimo Cacciari, Metafisica concreta. (2)
💥 Note.
1. Adriano Fabris, La fede scomparsa. Cristianesimo e problema del credere, Morcelliana, Brescia 2023. La ricerca sociologica cui si fa riferimento viene citata nelle prime pagine: Roberto Cipriani, L’incerta fede. Un’indagine quanti-qualitativa in Italia, Franco Angeli, Milano 2020.
Rosario: Nel tuo post, cara Rossana, risaltano , ben evidenziati da te, molti difetti cronici della nostra società : 1 - il consumismo si è appropriato del Natale e ne ha fatto una sua festa, la festa dello sperpero . Il Santo Natale, per essenza : dono della Gratuità ( Grazia in Dono ) è così artificiosamente incartato in un falso involucro. 2 - Il consumismo - ancora - è ragione dello scambio tra desiderio( che rinvia ad un Indeterminato) e bisogno ( che pesca nel concreto, che fuori della naturale economia, è mistificazione). 3 - Dell’impossibile è necessaria la chiave metafisica. Banksy incorona il tutto. Abbraccio 🤗
Cacciari, nel suo libro stupendo - Metafisica concreta -, teorizza filosoficamente la possibilità dell'impossibile come "estremo del possibile". Citando Dostoevskij, afferma: "Ciò che Dostoevskij affronta, all'interno di una 'drammatica' religiosa, per la quale credere in Dio significa, alla fine, credere nell'Impossibile... è però segno di un'esperienza che può essere da tutti pensata" (p. 361). Il pensiero può spingerci ai confini del possibile e, come tale, deve essere coltivato, oggi più che mai, se non vogliamo rimanere schiacciati in ciò che è puramente osservabile e utilizzabile. Un grande abbraccio.
Rosario: Nel tuo post, cara Rossana, risaltano
RispondiElimina, ben evidenziati da te, molti difetti cronici della nostra società : 1 - il consumismo si è appropriato del Natale e ne ha fatto una sua festa, la festa dello sperpero . Il Santo Natale, per essenza : dono della Gratuità ( Grazia in Dono ) è così artificiosamente incartato in un falso involucro.
2 - Il consumismo - ancora - è ragione dello scambio tra desiderio( che rinvia ad un Indeterminato) e bisogno ( che pesca nel concreto, che fuori della naturale economia, è mistificazione). 3 - Dell’impossibile è necessaria la chiave metafisica. Banksy incorona il tutto. Abbraccio 🤗
Cacciari, nel suo libro stupendo - Metafisica concreta -, teorizza filosoficamente la possibilità dell'impossibile come "estremo del possibile". Citando Dostoevskij, afferma: "Ciò che Dostoevskij affronta, all'interno di una 'drammatica' religiosa, per la quale credere in Dio significa, alla fine, credere nell'Impossibile... è però segno di un'esperienza che può essere da tutti pensata" (p. 361).
RispondiEliminaIl pensiero può spingerci ai confini del possibile e, come tale, deve essere coltivato, oggi più che mai, se non vogliamo rimanere schiacciati in ciò che è puramente osservabile e utilizzabile.
Un grande abbraccio.