Sulle elezioni amministrative ad Albenga.
Post di Gian Maria Zavattaro
Fotografie di Rossana Rolando.
Albenga, Municipio |
“Chi mente abolisce la società” (I. Kant).
Il contesto locale regionale nazionale europeo mondiale, a dir poco inquietante, delle elezioni comunali ed europee rischia di spingerci ad un disincantato pessimismo, aggravato dal diffondersi di un inverecondo irrespirabile clima di reciproca ostilità (l'altro come nemico, bugiardo...), di martellanti accuse, di grossolana, per non dire faziosa, aggressività che ci avviliscono e stupiscono, anche da parte di persone di provata stima e rispetto. Eppure, a ben vedere, proprio questa difficile temperie dovrebbe invece spronare ognuno di noi a non rinunciare alla speranza di un corale cammino di rinascita. Le elezioni comunali ne dovrebbero essere la cartina di tornasole: microcosmo che ricapitola il macrocosmo.
Come tutti i cittadini ingauni pensanti, mia moglie ed io vogliamo consapevolmente scegliere, liberi da ogni seduzione. Proprio per questo - come tantissimi altri cittadini pensanti - ci siamo districati tra promesse ed accuse, guardando oltre le apparenze, prendendo atto della varia scelta delle urgenze da affrontare, dei problemi da risolvere, dei nodi essenziali del territorio da sciogliere, condividendo o meno molteplici aspetti.
Albenga, Piazza San Michele |
Solo a seguito di questa disamina (“attenta valutazione”) soggettiva - che altri potrebbero considerare discutibile od errata - noi voteremo il nostro candidato, che qui oggi dichiariamo è Tomatis.
Nutro grande rispetto per tutti i candidati, in particolare per chi ho avuto la ventura di conoscere negli anni della mia presidenza al G. Bruno (1). Ogni persona è sacra, degna di riguardo, d’ascolto, d’accoglienza ma anche, se è necessario, soggetto/oggetto di dialogo dissenziente o di ferma contrarietà.
Albenga, via Enrico D'Aste |
Albenga, sullo sfondo via Medaglie d'Oro |
Per quanto concerne la nostra ed altrui fede, semplicemente pensiamo che ogni cattolico è chiamato a fare la sua responsabile scelta secondo coscienza. Mi pare doveroso riportare qui la citazione di E. Mounier, ispiratore del nostro blog: “Ci sono cattolici di destra e cattolici di sinistra: è un fatto ed è un fatto opportuno. Ciò prova che il cattolicesimo supera tutte queste vicende politiche”.
Fermo restando il nostro voto esclusivo alla persona che più ci convince, non rinunceremo a dialogare con tutti. Conosciamo tante persone, lontane dalle nostre più profonde convinzioni - lo verifico ogni giorno nel mio decennale volontariato - per le quali la politica è sempre penultima, mentre l’etica ed il volto dell’altro sempre sono primi e ultimi: persone che testimoniano ogni giorno la loro opzione e passione politica costantemente sorrette da una tensione che non si piega a cedimenti o compromessi neppure in fase preelettorale.
Albenga, Piazza delle Erbe |
Nessuno (dico nessuno) deve volere che Albenga diventi polis scissa, in cui ognuno prende le distanze dall’altro, frantumata in sottosistemi chiusi, confinata in mondi a parte. Tutti insieme, ognuno con la sua singolarità, possiamo volere una città plurale interculturale aperta, in cui i diritti di tutti sono al primo posto ed è possibile incontraci senza sospetti, sorriderci, riconoscerci come persone, costruire e sognare insieme il futuro dei nostri figli e nipoti, eredi del cammino da noi aperto di solidarietà giustizia e pace, senza barriere ed esclusioni. Nella fermezza della identità e diversità di ciascuno.
Albenga, Piazza dei Leoni |
Per quanto ci riguarda, mia moglie ed io non abbiamo alcun dubbio su chi può rappresentare le nostre istanze sopra esposte. La speranza, matrice del nostro “ottimismo tragico”, ci suggerisce di sì. Perciò rivoteremo Tomatis.
Note.
1. Ho rispetto e riconoscenza per il candidato Podio e il dott. Ciangherotti. Quando svolgevo il servizio di preside al G. Bruno, si sono battuti arditamente e sinceramente – nell’ottica di una esemplare gratuità - per il bene delle scuole ingaune e del Liceo (in particolare l’Artistico!).
2. "La capacità di prestare attenzione a uno sventurato è cosa rarissima, difficilissima: è quasi un miracolo, è un miracolo. […] Soltanto chi è capace di attenzione è capace di questo sguardo. E’ quindi vero, sebbene paradossale, che una versione latina, un problema di geometria, anche se sbagliati, purché si sia dedicato ad essi lo sforzo adeguato, possono in un giorno lontano renderci capaci di portare a uno sventurato l'aiuto che può salvarlo nell'istante dell'estremo sconforto. Per un giovane capace di cogliere questa verità e abbastanza generoso per desiderare questo frutto più di ogni altro, gli studi saranno pienamente efficaci dal punto di vista spirituale, anche al di fuori di ogni credenza religiosa,..." cfr. S, Weil, Riflessioni sull'utilità degli studi scolastici al fine dell'amore di Dio, in Attesa di Dio, Rusconi Mi,1991, p.84. Pagine in cui si precisa con lucido ardore il valore di qualsiasi studio ed il suo significato sociale umano religioso, che non è mai affare individuale. Vuol dire cultura: oltre che possesso della parola, appartenenza alla comunità e responsabilità verso gli altri. Il monito rivolto ai detentori del potere mi sembra chiaro: l'autentica sincera lotta contro le ingiustizie e le povertà esige "attenzione" centrata sull'altro, non sui propri calcoli elettorali. E’ invito rivolto ad ognuno di noi ad operare secondo le proprie possibilità e capacità, prima che sia troppo tardi.
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