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mercoledì 31 luglio 2024

In Anassimandro il modello della scienza naturale.

All’interno di una scienza aperta, attiva in una società aperta, in un modello di Terra aperta, che Anassimandro aveva avviato.
 Post di Rosario Grillo.

Battista Agnese, Mappa mundi e Zodiaco, XVI sec.
Con argomenti diversi si può arrivare a stabilire la centralità della civiltà greca: lo confermano le mie due ultime letture. Di una, ho già dato conto ritraendola sull’asse tematico “dell’identità dell’Occidente” (1): un’opera fondamentalmente storiografica, attenta all’ imbastitura della storia della filosofia. Dell’altra parlo qui, percorrendo le nervature della filosofia della scienza greca. L’opera, in questo caso, è di Carlo Rovelli, Che cos’è la scienza? La rivoluzione di Anassimandro (2).
Carlo Rovelli, fisico di fama internazionale, ha la dote della chiarezza e, senza peli sulla lingua, mette alla gogna i vecchi testi dell’editoria scolastica (3). Figura centrale: Anassimandro, con tutta la corte del pensiero presocratico. La chiave: la “rivoluzione” compiuta da Anassimandro.
Siamo abituati (in parte, sviati) a leggere la rivoluzione come rottura e totale rovesciamento dell’ordine preesistente, meglio sarebbe attenersi al “nuovo ordine di pensiero” che in essa è inscritto: in questo senso si muove l’argomentazione di Rovelli. La “rivoluzione” di Anassimandro avviene nell’abbandono delle spiegazioni mitologico - religiose dei fenomeni naturali e della natura intera (dominio delle cosmogonie) con la scelta delle cause e delle leggi naturali.
Battista Agnese, Planisfero, 1540
Va riconosciuto il peso giocato dal contesto storico determinato dalla vivacità sociale e dalla posizione geografica. Mileto, dove nacque Anassimandro, è nella Ionia, colonia greca strategica, collocata nell’avamposto della Turchia (quindi, via di transito tra Occidente ed Oriente). Una constatazione che agevola la strada per riconoscere ad Anassimandro la proprietà di fondamentali scoperte: gnomone e mappa geografica del mondo (come immaginato allora). Entrambe fondamentali per quei mercanti - navigatori che solcavano le acque del Mediterraneo.
Dentro Mileto fermentava il lievito di una “società composita”, nutrita della linfa delle diversità culturali (genti e tradizioni che provenivano da Babilonia e dal regno persiano, dall’Egitto e dalla Fenicia) ed era la stessa città ionica ad inoltrarsi fino a Marsiglia. Lo scambio metteva le ali ad una comunità che usciva dal “medioevo ellenico”, una volta acquisite importanti novità: scrittura (Fenici) lingua fonetica (greca), polis, ovvero struttura che metteva in prova la libertà, si sganciava dalla monarchia e si avviava alla democrazia (assemblea, discussione, alfabetizzazione).
Battista Agnese, Atlante portolanico del mondo, XVI sec.
Erano questi i requisiti che alimentavano la “curiosità” di un Talete, probabile maestro di Anassimandro, di quei fisici attenti alla φ
ύσις, proiettati a dar ordine e sistema alla molteplicità fenomenica attraverso l´ἀρχή, ad impiegare la geometria e poi la matematica (Pitagora) per descrivere la realtà. Sulla linea di lunghezza di Anassimandro si muoverà Ecateo per sviluppare una migliore carta geografica. Nel gruppo degli intellettuali dell’epoca si distinse Erodoto, profondo conoscitore della civiltà egizia, riconosciuto iniziatore della scienza storica.
Elementi di una vera “forza d’urto”, costitutiva della qualità rivoluzionaria dell’ipotesi di Anassimandro: la Terra, sospesa nello spazio, intrinsecamente autonoma, autosufficiente nelle sue forze naturali (terremoti discendenti da fratture terrestri, fulmini e tuoni ridotti a fenomeni meteorologici…pesce, come primo essere vivente (4)). Di questo riconoscimento, Rovelli fa il presupposto per una successiva, ripetuta, dichiarazione circa la forma sferica della Terra (in Platone) e della presenza di ipotesi eliocentrica dentro la scuola pitagorica.
Battista Agnese, Manoscritto con atlante portolanico, 1540
Matura, in questo modo, l’impronta della scienza: un conoscere che si presta alle discussioni - già Anassimandro non escludeva la critica di alcune affermazioni di Talete -
che seleziona dal dibattito la soluzione probante, pronta a cambiarla in caso di ipotesi più razionali, sperimentalmente suffragate. Tutto all’interno di una scienza aperta, attiva in una società aperta, figlie di un modello di Terra aperta, che Anassimandro aveva avviato.
K. Popper farà proprio il “falsificazionismo”, ma già, tra i naturalisti greci, Senofane aveva improntato la rotta: conoscere in vista del “meglio”.
 
Note
(1) G. Cambiano, Filosofia greca e identità dell’Occidente, il Mulino.
(2) Ed. Oscar Mondadori.
(3) Vedi cenni ad Aristotele, Tolomeo, Medioevo, Copernico, Keplero.
(4) “ No, dice Anassimandro, il mondo non è come ci appare. Il mondo è diverso da come ci appare. Il nostro punto di vista sul mondo è limitato dalla piccolezza della nostra esperienza. L’osservazione e la ragione ci fanno capire che abbiamo pregiudizi sbagliati su come funziona il mondo. Lo spazio non ha una direzione privilegiata verso la quale le cose cadono: per la Terra nel suo insieme, tutte le direzioni sono eguali. Alto e basso, sono solo relativi alla Terra. Possiamo dire che le cose cadono “verso il basso”, solo se per “ basso” intendiamo “verso la Terra”. Per la Terra stessa non esiste un “ basso” verso cui cadere”. (C. Rovelli, op. cit.)

2 commenti:

  1. Grazie. Interessanti, opportune e necessarie riflessioni - in questo tempo idolatrico di uno scientismo apodittico, totalizzante, presuntuosamente onnirisolutivo ed onniconclusivo.
    Di contro aIla scienza qualis esse debet: sempre inconclusiva , dubitante, nella ricerca incessante del “provando e riprovando".

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