Emmanuel Mounier |
Il Personalismo. |
Sin dai primi numeri della rivista Esprit (da lui fondata nel 1930) esplicite sono le istanze fondanti:
Dalla parte dei poveri |
La dimensione spirituale |
Il significato di rivoluzione |
Il primato dell'essere |
4. Prendere congedo dalla caricatura “borghese” del cristianesimo. Borghese per Mounier non è tanto l’appartenente ad un ceto sociale dominante, ma dimensione esistenziale, segnata dall’avarizia e dalla mediocrità. E’ l’uomo dell’avere, “che ha perso il senso dell’Essere e che si muove solo fra le cose, e cose utilizzabili, private del loro mistero”.
La scelta
personalista e comunitaria non è per gente tranquilla
che vive una pietà generica, il cui pacifismo in pantofole
detesta non altro che la propria paura della morte e delle
sofferenze, ed in realtà compiange unicamente la propria tranquillità
minacciata.
Il rapporto tra profezia e politica |
“Io voglio
accogliere e donare: è tutto” (1928, lettera di Mounier a J.Guitton). A
questa istanza rimarrà fedele per tutta la vita.
«Il personalismo non è un’etica per i “grandi uomini”, un nuovo tipo di aristocrazia, che sceglierebbe gli individui più eccezionali dal punto di vista psicologico o spirituale per farne i capi alteri e solitari dell’umanità. Si sa che questa è la posizione di Nietzsche. In seguito, molti ambiziosi, ebbri di disprezzo, hanno fatto i commedianti, al riparo del suo nome. Se la persona si realizza perseguendo valori posti all’infinito, essa è chiamata all’eccezionale in seno alla stessa vita di ogni giorno. Ma questo eccezionale non la isola, giacché ogni altra persona è chiamata all’eccezionale. Come ha scritto Kierkegaard, che pure talvolta s’è abbandonato alla tentazione dell’eccesso: “L’uomo veramente eccezionale è quello veramente normale”» (E. Mounier).
Una pedagogia |
«Il personalismo non è un’etica per i “grandi uomini”, un nuovo tipo di aristocrazia, che sceglierebbe gli individui più eccezionali dal punto di vista psicologico o spirituale per farne i capi alteri e solitari dell’umanità. Si sa che questa è la posizione di Nietzsche. In seguito, molti ambiziosi, ebbri di disprezzo, hanno fatto i commedianti, al riparo del suo nome. Se la persona si realizza perseguendo valori posti all’infinito, essa è chiamata all’eccezionale in seno alla stessa vita di ogni giorno. Ma questo eccezionale non la isola, giacché ogni altra persona è chiamata all’eccezionale. Come ha scritto Kierkegaard, che pure talvolta s’è abbandonato alla tentazione dell’eccesso: “L’uomo veramente eccezionale è quello veramente normale”» (E. Mounier).
Purtroppo a nessuno importa di queste verità. Il mondo sembra essere al tramonto. Ormai solo Dio ci può salvare.
RispondiEliminaGent.le signore/a, il suo commento mi pare una bella provocazione. Il pensiero e l'azione di Mounier erano, e sarebbero oggi, un atto di presenza alla miseria del mondo di oggi ed alla vista insostenibile del “disordine stabilito”. Era ed è per molti di noi la medesima percezione di una malattia mortale che rischia di condurre l'Europa alla catastrofe, la cui crisi - economica , sociale, politica, culturale - è il sintomo di una crisi di civiltà. Questa crisi radicale esige una risposta radicale: purificare i valori, rimetterli nella loro vera gerarchia, articolare tra loro la vita personale e la costruzione sociale. Non a caso Mounier qualificava la propria visione del mondo come ‟ottimismo tragico, illuminato dal paradosso evangelico “colui che si perde si troverà”.
RispondiEliminaBuongiorno, sto facendo la tesi su Don Mazzolari, vorrei comparare alcuni suoi temi agli scritti di Papa Francesco, penso che entrambi siano stati influenzati dal personalismo di Mounier, ma non trovo nessun testo di approfondimento teologico che mi aiuti a dimostrare questo per Papa Francesco. Può indicarmi qualche testo? grazie Anna
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