Poetica celebrazione dei luoghi dell'infanzia e della memoria legata anche all'evento tragico del terremoto nel centro Italia e allo spirito solidale che esso ha suscitato.
Di Rosario Grillo.
“Sugli Appennini si arriva seguendo la
bussola del cuore. Non si capita per caso sulla spina dorsale dell’Italia. Non
ci sono autostrade, né aeroporti, né treni veloci. S’impiega meno ad arrivare a
Parigi con un low cost”.
Così scrive Melania Mazzucco in una
lettera inviata ad un giornale il 28 agosto scorso, sulla scia della commozione
suscitata dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale.
Giuseppe De Nittis, La traversata degli Appennini |
Ciò che lei scrive di questi luoghi si
può ripetere per migliaia di centri montani minori, distribuiti per tutta l’Italia.
Per essi una denominazione: Italia minore.
Essi, meta di un pellegrinaggio, quasi
devoto, di quanti annualmente ricercano la “magia” de l’incontro con le
origini.
“Alla casa del padre, della madre, dei
nonni, dei bisnonni. E’ un legame ancestrale, una fedeltà peculiarmente
italiana” (M. Mazzucco).
Giovanni Fattori, Fattoria in collina |
Un simile costume sarà, forse,
provinciale – nel tempo della Globalizzazione, poi! – ma porta il marchio di
una “umanità recondita”, di uno spirito comunitario, che contraddistingue gli
italiani, e crea tra loro, forse, un cemento sociale specifico, che riaffiora nei
momenti di difficoltà.
Se ne è accorto un fine esploratore della
“comunità rurale”, qual è Carlo Petrini. Da qui ha attinto la proposta della
solidarietà “concreta” con i popoli terremotati attraverso il consumo,
maggiorato di un piccolo contributo, del piatto della pasta all’amatriciana.
Vincenzo Cabianca, Paesaggio con figure |
La stessa Mazzucco richiama le
molteplici “sagre cittadine”, tipiche di queste regioni, e ne celebra
giustamente l’incanto, la segreta armonia sociale che le circonda, la
semplicità genuina.
Facendo parte dello “stuolo”, che
periodicamente si è mosso e si muove dai luoghi di nuova dimora (molte volte,
parecchio prolungata nel tempo), alla volta dei luoghi dell’infanzia, confermo
quasi tutto delle sensazioni descritte dalla Mazzucco, della “alchimia degli
affetti” che viene attivata, della bellezza “insostituibile”, non solo
sentimentale, di tali luoghi.
E’ la celebrazione dell’Italia dei
borghi, e potrebbe essere la pista per itinerari turistici di grande fascino.
Né si deve pensare ad un cedimento “decadente”,
a cui propendono animi, già avanzati negli anni e bisognosi di “ristorazione”.
Fatale adescamento?!
Telemaco Signorini, Piazzetta di Settignano |
Tra parentesi, va pure rilevato che le
oasi di relativo silenzio e il gusto dell’arte minore ivi disseminata, vi sono presenti e vi hanno un valore non
indifferente.
Meriterebbe un discorso a parte il tema
del “silenzio che parla”.
Anche autori impegnati (vedi Pasolini)
hanno cantato la pregnanza di questi momenti, la valenza universale del “ritorno
ad Itaca”.
O me’
donzel, memorie
Ta l’odor de
la ploja
Da la tiere
‘a sospire,
‘A
nas. ‘ A nas memorie
Di
jerbe vive e roja.
In
font al pos Ciasarse
- come i
prus di roside -
Di timo
antic’ a trame.
Laju, ‘
i vif di dul
Lontan
frut peciador,
Ta un
ridi sconsolat.
O me
donzel, serene
Puarte la
sere ombrene, Tai
vecius murs; in siel
La lus
imbarlumis.
(Pasolini,
Poesie a Casarsa)
Sento un’eco di “rimembranze”, una sorgente di affetti; vedo sfilare figure archètipe ed apparire colori immacolati, annuso odoro di un tempo ed assaporo aromi reconditi!
Silvestro Lega, Il villino Batelli lungo l'Affrico |
Vincenzo Cabianca, Strada a Palestrina |
I Macchiaioli.
Tutte le immagini di questo post rappresentano opere di pittori appartenenti al gruppo dei Macchiaioli (Firenze, seconda metà dell'Ottocento) ad eccezione del pugliese Giuseppe De Nittis che comunque si avvicinò nel 1866 al movimento e ne condivise lo spirito verista.
Precorritori dell'impressionismo - data l'importanza attribuita alla macchia di colore e al chiaroscuro come mezzi espressivi per rappresentare la vivezza percettiva della realtà osservata - questi artisti condividono l'atteggiamento critico nei confronti dello spirito accademico dell'epoca legato ai cliché romantici e neoclassici. Il programma verista di uno sguardo realistico gettato sui luoghi e sui paesaggi (dipinti en plein air, per restituire la vera sensazione della luce e dei colori) e lo spirito patriottico - che vede alcuni di loro direttamente impegnati nel coevo Risorgimento italiano - si accompagnano al rischio di un provincialismo cronachistico e sentimentale. Ciò non toglie che essi siano riconosciuti come autentici artisti (in particolare Giovanni Fattori).
Concordo completamente con il senso della riflessione proposta da Rosario Grillo.
I luoghi del cuore sono minori solo per chi detiene il potere di sostenerli e farli vivere.
Anche senza terremoti, i piccoli paesini che contano sempre meno abitanti di cui nessuno si cura stringono il cuore.
Naturalmente, veder fisicamente distrutti i bei centri antichi che punteggiano l'Italia è un'evidente ferita che la ricostruzione sanerà solo in parte.
Buon Venerdì, grazie per lo spunto.
Anche noi pensiamo che il post di Rosario sia particolarmente coinvolgente ed insieme inquietante, con le motivazioni e i rischi che Lei ha messo bene in evidenza. Assistere allo scempio dei terremoti ed ancor più all’incuria dell’uomo è come lacerare una parte di noi che spesso molti non sanno o non possono o non vogliono riconoscere. Buon venerdì anche a Lei e grazie.
EliminaGrazie, in particolare a Rossana. Le sue scelte sono sempre raffinate ed appropriate.
RispondiEliminaGrazie a te Rosario, il tuo apprezzamento mi fa molto piacere.
EliminaGrazie... Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie a Lei per il commento. Ricambiamo l’augurio di una buona giornata.
EliminaCaro Rosario, il tuo post tocca corde sensibili, anche se celate nella pudica sensibilità di ognuno di noi. Non è solo il terremoto naturale che mi addolora (anche se i suoi guai e le sue rovine sono imputabili soprattutto alla mala negligenza ed alle omissioni di chi doveva provvedere, defraudando tutti), ma il terremoto postindustriale e l’idra famelica del mercato, il suo massacrante bombardamento mediatico, che costringono ad essere altro ed altri ed in primis spingono all’abbandono e all’incuria. Penso allo splendore delle montagne cuneesi o biellesi, al mio Monferrato, alle strade del vino, anzi dei colli di-vini, al succedersi dei filari e dei vitigni che i miei avi per generazioni hanno coltivato come si usava allora con il sudore la fatica, la vanga e la zappa; e le mie estati di bambino passate dai nonni…. Non c’è rimpianto né nostalgia melensa: è, come dici, “la bussola del cuore”, il “legame ancestrale”, la “fedeltà” che mi riporta alle origini, qualcosa che è mio, solo mio, o meglio nostro: è dolcezza, bellezza impagabile che non posso e non voglio comunicare perché indicibile (“il silenzio che parla”) e grazie a te, Rosario, oggi annuso, assaporo, odoro e mi sento vivo e vorrei abbracciare di un abbraccio panico l’universo intero e sorridere, solidale con tutti coloro che incontrerò.
RispondiEliminaE' sempre un piacere leggere uno scritto del Professor Grillo... L'inchiostro digitale traccia dei segni che, per me, rappresentano molto di quanto appartiene alla ruralità montana del nord mediterraneo.
RispondiEliminaQuando penso ai paesini arroccati nel centro nascosto della nostra penisola non posso non riconoscervi tratti comuni con i paesini della Laconia o delle parti montuose di molte isole greche; lì, dove il tempo del villaggio globale fortunatamente si ferma, riacquista valore e forza l'identità emozionale del singolo, nella sua unicità e nella sua enorme capacità relazionale: sale e respiro della nostra umanità troppo spesso tenuta nascosta...
Splendido commento,che conferma e rafforza i sentimenti e le emozioni che hanno ispirato il mio scritto. Viene sottolineata con proprieta' l'origine classica, nella tradizione della Magna Grecia e/o dell'esperienza comunale. Grazie
EliminaGrazie Ivan
RispondiEliminail tuo commento coglie l'essenza della Weltanshauung che ho cercato di proporre, anzi ne aiuta la comprensione.
Ti avevo perso di vista e son contento di averti ritrovato! Se posso parlare da tuo ex insegnante : sei maturato proprio bene !