In questo articolo si analizza il momento del negativo - la crisi che mette in discussione ogni certezza - come possibilità di una vera rinascita, affidata alle risorse umanistico culturali e non alla semplice sfida della Tecnica e del Mercato.
Di Rosario Grillo.
Davide Bonazzi, Superare la crisi globale |
Senza stravolgere il movimento dialettico della realtà, che la logica hegeliana riproduce, si rende necessario pensare alla natura di medium/opposizione che è incorporata nella negazione. Tanto riguardo serve per intendere la dinamicità insita nello svolgimento della realtà.
Settis esamina lo stato dell’economia italiana, riconoscendo la fioritura come un momento felice della condizione economica di una nazione.
La presenza della felicità testimonia lo stato di grazia, ovvero la fecondità della condizione culturale ed insieme economico-sociale, ad un punto tale da differenziare “prosperità” da “fioritura”, stato di benessere materiale da stato di felicità spirituale in senso lato.
Il discrimine è tra momento di mutazione estemporanea e meccanica e momento di trasformazione interiore, spinta di una performance di successo personale la prima, e molla di innovazione corale la seconda.
Il distinguo serve per passare in
rassegna gli sforzi ed i tentativi di riforma compiuti per la ristrutturazione del
nostro sistema economico, al fine di un
nuovo periodo di crescita.
Purtroppo sembra mettere in luce, con la pochezza dei successi ottenuti, la superficialità degli incentivi e, in buona parte, la loro riconducibilità alla classe delle innovazioni marginali ed epidermiche, frutto di favori congiunturali e di sprint individuali, privi di “ spirito di squadra”.
Purtroppo sembra mettere in luce, con la pochezza dei successi ottenuti, la superficialità degli incentivi e, in buona parte, la loro riconducibilità alla classe delle innovazioni marginali ed epidermiche, frutto di favori congiunturali e di sprint individuali, privi di “ spirito di squadra”.
Nello “spirito del tempo” e sull’onda
del mito del Mercato, ci si è affidati alla potenza della Tecnica, a discapito
del profilo umanistico del sapere, e, così, ci si è ridotti all’asfissia di una
cultura univoca, settoriale, forzatamente specialistica, senza alcuna
vibrazione universale.
Giustamente Settis invoca un nuovo Rinascimento, perché del Rinascimento era tipica la qualità creativa del sapere, meritandosi l’appellativo di “fioritura delle arti”.
Di recente, tra le letture fatte alla
rinfusa, ho trovato un appello alla rifondazione (rigenerazione, è più
appropriato) fatto da un giovane industriale – non un personaggio molto
conosciuto, né tra le stelle del firmamento industriale che siedono nella
reggia della Confindustria o frequentano la corte del nostro presidente del
Consiglio. Il personaggio proviene dalla medio-piccola industria del mobile e
fonda l’appello sulla necessità, qui in Italia, di un nuovo Rinascimento, cuore
di uno scatto vincente culturale prima, poi economico-sociale. Egli legge il Rinascimento come “epoca universale”, paradigmatica,
racchiusa nel supremo valore della Bellezza (1).
Giustamente Settis invoca un nuovo Rinascimento, perché del Rinascimento era tipica la qualità creativa del sapere, meritandosi l’appellativo di “fioritura delle arti”.
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Davide Bonazzi, Milioni di piccole cose fanno una cosa molto grande |
Anche da questo piano si trova conferma
della diversità tra “prosperità” adeguata ad un canone di utilità strumentale e
“fioritura” coerente con un profilo logico-etico-estetico di qualità
universale.
Della temperie rinascimentale si vuole condividere, inoltre, “l’armonia delle menti”, ovvero, nell’esigenza della ricerca, la messa a punto del lavoro d’equipe, lo spirito di squadra, atteggiamenti ben lontani dall’esaltazione dell’”ego”, che si fa forte della sua ambizione.
Della temperie rinascimentale si vuole condividere, inoltre, “l’armonia delle menti”, ovvero, nell’esigenza della ricerca, la messa a punto del lavoro d’equipe, lo spirito di squadra, atteggiamenti ben lontani dall’esaltazione dell’”ego”, che si fa forte della sua ambizione.
Si nota dagli esempi addotti che vengono
in risalto campi d’intervento piuttosto trascurati dalle scelte politiche e
fuori della formazione tradizionale, specificamente tecnica e semplicemente
basata sugli asset economici della nostra classe industriale. Nel raggio
d’azione di queste due “menti” (politici ed industriali) sono contemplate riforme
mirate al risparmio finanziario sul costo del lavoro e sul costo del Welfare,
da cui discendono tagli alla cultura, alla scuola, al tempo libero.
Davide Bonazzi, Suggerimenti per i piccoli investitori |
Ecco perché concludo richiamando la sublime “libertà” di ogni fiore, che nella natura è segno della vitalità spontanea (intrinseca o immanente): per i credenti simbolo della divinità che è in ogni cosa, per il nostro discorso economico-politico, paradigma di una scatto vincente, al di fuori di minuziose regole condizionanti e di soggettivi scopi di profitto (Kant, Critica del giudizio).
Nota
1. In kant la bellezza è legata ad un giudizio di gusto che cifra “ciò che piace universalmente senza concetto e senza finalità” (Kant, Critica del giudizio).
Per la presentazione di Davide Bonazzi, contenuta nel post “Competizione e scuola”, cliccare sull'immagine qui sotto:
Creatività è sulla bocca di tutti, ma di fondo è una condizione dello spirito, quando si libera da ogni condizionamento. La Bellezza è un viatico di tale condizione. Per questo celebro la cultura della Bellezza ed auspico un felice connubio tra umanesimo e tecnica.
RispondiEliminaCreatività e bellezza: esperienza culturale “paradossale” che può appartenere al “mercato” e far rifiorire la “tecnica”, nel riferimento ad un modello alternativo indispensabile ad orientare il senso complessivo del lavoro sociale e ad esprimere il legame con e tra le persone.
EliminaD'accordo: abbiamo bisogno di un Rinascimento umanista modulato sui bisogni e le sensibilità della società odierna. Grazie degli interessanti spunti di riflessione.
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