Leon Joseph Suenens e il tema della speranza.
Post di Gian Maria Zavattaro.
Jean Fouquet, Miniatura raffigurante la discesa dello Spirito Santo, Metropolitan Museum New York, XV sec. |
Una nuova Pentecoste?
PERCHÉ LEI È UN UOMO DI SPERANZA?
Perché credo
che Dio è nuovo ogni mattina,
che crea il mondo in questo preciso istante,
e non in un passato nebuloso, dimenticato.
Ciò mi obbliga ad essere pronto ogni istante all’incontro.
Poiché l’inatteso è la regola della Provvidenza.
Questo Dio “inatteso” ci salva
e ci libera da ogni determinismo
e sventa i foschi pronostici dei sociologi.
Questo Dio inatteso è un Dio
che ama i suoi figli, gli uomini.
È questa la sorgente della mia speranza.
Sono un uomo di speranza non per ragioni umane
o per ottimismo naturale.
Ma semplicemente perché credo
che lo Spirito Santo è per sempre lo Spirito Creatore,
che dà ogni mattina, a chi lo accoglie,
una libertà nuova ed una provvista di gioia e di fiducia.
Sono un uomo di speranza perché so
che la storia della Chiesa è una lunga storia,
tutta piena delle meraviglie dello Spirito Santo.
Pensate ai profeti ed ai santi,
che in ore cruciali sono stati strumenti prodigiosi di grazie,
ed hanno proiettato sulla via un fascio luminoso.
Credo alle sorprese dello Spirito Santo.
Giovanni XXIII ne fu una.
Il Concilio pure.
Noi non ci aspettavamo né l’uno né l’altro.
Perché l’immaginazione di Dio
e il suo amore sarebbero oggi esauriti?
Sperare è un dovere, non un lusso.
Sperare non è sognare, al contrario:
è il mezzo per trasformare un sogno in realtà.
Felici coloro che osano sognare
e che sono disposti a pagare il prezzo più alto
perché il sogno prenda corpo nella vita degli uomini.
Pentecoste 1974
in
L. J. Suenens, Lo Spirito Santo nostra speranza - Una nuova Pentecoste?,o.c.,
pp. 11-12, Risposta del card. Suenens alla domanda del suo editore americano:"Perché lei è un uomo di speranza?"
Miniatura, dal Libro di preghiere Walduburg, Stoccarda, 1486 |
Miniatura tratta dal Libro delle ore, XV secolo, National Library NZ |
Miniatura tratta dal Libro delle ore, Walters Art Museum, 1500 circa |
Lo Spirito parla nel silenzio della preghiera, ma parla anche attraverso tutta la storia degli uomini. Si rivolge ad ogni generazione con un linguaggio nuovo, chiamandoci - lo ricordava il Vaticano II - a scrutare i segni dei tempi e interpretarli alla luce del Vangelo. "Dobbiamo riporre la nostra speranza nell’al di là, e al tempo stesso lavorare per anticipare il Regno di Dio fin d’ora. La speranza cristiana non soppianta la speranza degli uomini nel presente immediato; se ben compresa, ne è il miglior stimolo”(7). Come S. Pietro che - di fronte allo zoppo dalla nascita in attesa di ricevere qualcosa - non ha argento ed oro “ma quello che ho te lo dono: in nome di Gesù di Nazareth, levati e cammina”, così ogni cristiano può prendere il suo prossimo per mano, aiutarlo ad alzarsi e ritrovare una vita più umana (8).
Miniatura su pergamena, 1160 circa, Biblioteca Nazionale Austriaca |
Note.
1. L.J. Suenens (Ixelles1904-Bruxelles 1996), nominato nel 1945 vescovo da
Pio XII, è stato arcivescovo di Maline- Bruxelles e primate del Belgio dal 1961
al 1979. Nominato cardinale nel 1962 da Giovanni XXIII, al Concilio
Vaticano II sottolinea l'urgenza di adattare la Chiesa al mondo
moderno e la necessità di dialogo con le Chiese protestanti ed ortodosse; si
impegna perché siano presenti osservatori femminili, laici, religiosi;
come membro della commissione centrale per la preparazione dei lavori del
Concilio, sviluppa - insieme ai cardinali Montini, Lercaro,
Bea - temi decisivi e delicati quali la Chiesa come “popolo di
Dio”, i diaconi come ordine permanente aperto anche a uomini sposati, il ruolo
dei laici nella Chiesa… in particolar modo si impegna a stabilire relazioni
permanenti con "i fratelli separati" ed al dialogo con il mondo
contemporaneo… Memorabile nel 1963 il suo discorso, cui seguì una
lunga ovazione nonostante gli applausi fossero vietati dal regolamento
conciliare.
2. cfr.
o.c., pp.159-160.
3. o.c., p.120.
4. cfr. o.c., pp. 121-122.
5. cfr. L’ATEISMO CONTEMPORANEO, a cura di G. Girardi (Facoltà filosofica della Pontificia Università Salesiana di Roma), vol. IV, Il Cristianesimo di fronte all’ateismo, cap. IV Léon Joseph Suenens, Umanizzare o Evangelizzare, SEI, To, 1969, pp.660-662. “Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo, ha detto Pascal; questa parola deve servirci costantemente da trama, Il peccato originale continua a far sentire i suoi effetti attraverso i peccati attuali degli uomini. Pur essendo nel mondo e al centro di questo, il Regno di Dio non è di questo mondo: esso obbedisce ad altre leggi” (p.663).
6. cfr. o.c., p.662.663.
7. Suenens, Lo Spirito Santo Nostra Speranza, o.c. pp. 157-158. v.pure pp. 112-128-160-198.
9. Suenens, Umanizzare o Evangelizzare, in L’ATEISMO CONTEMPORANEO o.c., p. 671.
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3. o.c., p.120.
4. cfr. o.c., pp. 121-122.
5. cfr. L’ATEISMO CONTEMPORANEO, a cura di G. Girardi (Facoltà filosofica della Pontificia Università Salesiana di Roma), vol. IV, Il Cristianesimo di fronte all’ateismo, cap. IV Léon Joseph Suenens, Umanizzare o Evangelizzare, SEI, To, 1969, pp.660-662. “Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo, ha detto Pascal; questa parola deve servirci costantemente da trama, Il peccato originale continua a far sentire i suoi effetti attraverso i peccati attuali degli uomini. Pur essendo nel mondo e al centro di questo, il Regno di Dio non è di questo mondo: esso obbedisce ad altre leggi” (p.663).
6. cfr. o.c., p.662.663.
7. Suenens, Lo Spirito Santo Nostra Speranza, o.c. pp. 157-158. v.pure pp. 112-128-160-198.
9. Suenens, Umanizzare o Evangelizzare, in L’ATEISMO CONTEMPORANEO o.c., p. 671.
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Testo del Metropolita Ignatios di Latakia pronunciato al
Consiglio Ecumenico delle Chiese a Uppsala 1968 (in L. J. Suenens, LO SPIRITO SANTO NOSTRA SPERANZA o.c., p.29).
“Senza lo Spirito Santo
Dio è lontano,
il Cristo resta nel passato,
il Vangelo è lettera morta,
la Chiesa una semplice organizzazione,
l’autorità una dominazione,
la missione una propaganda,
il culto un’evocazione
e l’agire cristiano una morale da schiavi.
Ma in lui:
il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno,
il Cristo risuscitato è presente,
il Vangelo è potenza di vita,
la Chiesa significa comunione trinitaria,
l’autorità è servizio liberatore,
la missione è Pentecoste,
la liturgia è memoriale e anticipazione,
l’agire umano è deificato”.
Dio è lontano,
il Cristo resta nel passato,
il Vangelo è lettera morta,
la Chiesa una semplice organizzazione,
l’autorità una dominazione,
la missione una propaganda,
il culto un’evocazione
e l’agire cristiano una morale da schiavi.
Ma in lui:
il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno,
il Cristo risuscitato è presente,
il Vangelo è potenza di vita,
la Chiesa significa comunione trinitaria,
l’autorità è servizio liberatore,
la missione è Pentecoste,
la liturgia è memoriale e anticipazione,
l’agire umano è deificato”.
Nel gergo popolare “ uomo di spirito “ è insieme uomo gioviale e pieno di risorse. Lo spirito è quindi visto come energia. Se non erro Vito Mancuso si prodiga per far intendere Dio come energia e basterebbe far un piccolo passo avanti per unire energia ad amore... Purtroppo agisce ancora troppo spesso nella vecchia casta sacerdotale, in una certa catechesi l’idea obsoleta della Trinità come artificio . La Trinità relazione, la Trinità calata nella storia, in cammino risolve ogni dubbio sull’unicità del Divino. Stupenda la concezione dello Spirito Santo come creazione continua! Fuori dalla” dura corazza “ della predestinazione si respira Libertà. Dio ci ha creati Liberi e ci vuole Liberi. Ecco la libertà! In senso responsabile è attività che, nel terreno della nostra finitezza continua e svolge creazione, Deve, perché il Bene produce bene.
RispondiEliminaCaro Rosario, non resta che augurare a tutti noi e a chi ci legge di essere veramente “uomini e donne di Spirito”, come tu suggerisci, liberi “in senso responsabile” di continuare e svolgere la creazione, fidenti nello Spirito, come ci suggerisce la prima strofa dell’inno di Pentecoste. Auguro a te ed a tutti noi di vivere i prossimi due giorni come “tempo di pienezza”. Grazie.
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