L'ultimo libro di Roberto Calasso, scrittore, saggista e direttore della Casa editrice Adelphi.
Post di Rosario Grillo.Roberto Calasso, Il libro di tutti i libri |
Che
sia un excursus dentro la Bibbia risulta chiaro, perché a tutti è noto il suo
volto: una sorta di “ grande codice dell’Occidente” (1), un incubatore di tutte
le grandi opere della letteratura mondiale.
Calasso
non ha mutato nel tempo il suo stile: espone e commenta. La contiguità della
descrizione alla interpretazione richiede attenzione, ma è elemento fondante di
svelamenti sorprendenti: fulcro di successive intuizioni e documento di ampia
erudizione. (2)
✴️Abramo, Giobbe e Kafka
Un
autentico “affondo” si trova nella “perlustrazione” della figura di Abramo.
Abramo
- è risaputo - è il primo Patriarca, messo in condizione di colloquiare con Dio
(3), graziato con la concessione dell’eredità filiale, che in via diretta fa
capo ad Isacco e in via indiretta a Israele
(avuto dalla schiava Hagar).
Ad
Abramo è legato il precetto della sottomissione a Dio, compendiato nel
sacrificio di Isacco.
Calasso esplora, tramite Kafka (4), una via esegetica attenta ad un particolare: il ritrovamento di un ariete, che sarà sacrificato al posto di Isacco. Si verifica in quel momento, dunque, una sostituzione.
Attenti,
però, non una sostituzione arbitraria, ma la sostituzione
legalizzata da Yahvé.
Per
questo, Calasso aggiunge che di mezzo c’è il libero arbitrio. Quale?
Alla
lettera: la scelta arbitraria compiuta dall’uomo, che presume di compiere
liberamente una sostituzione. “Se Abramo fosse stato capace di sostituire
Isacco con un ariete, se Abramo avesse contato sul fatto che l’Angelo lo
fermasse, da quel momento tutto avrebbe potuto essere
sostituito con tutto”. (5) “La conquista di Abramo non fu
l’obbedienza totale, ma la capacità di sospendere il dono più raro che Yahvé
aveva consegnato ad Adamo: la sensazione del libero arbitrio” (6).
Franz Kafka, Aforismi di Zürau, a cura di Roberto Calasso |
Siamo
davanti così alla contesa tra bene e male, senza intendimenti gnostici, ma con
lo scopo di ricavare saggezza: non c’è giustizia divina senza che “la fortuna
vada ai malvagi e la sofferenza tocchi ai giusti”.
Calasso
conferma richiamando Simone Weil, che nel Quaderno XI scrive “l’ordine del
mondo è fatto per noi, per farci accettare la sofferenza, e si estende a ciò
che noi non conosciamo, perché ha per noi un uso solo nella misura in cui è
fuori di noi, indifferente a noi. Giobbe”. La citazione si trova in Calasso,
che, più avanti, fa comparazione tra Abramo e
Giobbe. Abramo, il graziato non per suo merito,
Giobbe: il dis-graziato senza colpa.
Il
crescendo così culmina nel riconoscimento della Grazia. La Grazia, lo dice il
nome, è atto gratuito di Dio. (7)
Qui
mi sovviene a conferma del chiaroscuro, la figura di G. Bernanos, che
rappresenta nei suoi romanzi il lato oscuro della grazia nelle figure di due
parroci. La grazia, nel cammino esistenziale, frequenta spesso personaggi sventurati ed umiliati.
Calasso
chiosa in modo fulminante: la grazia non è favore,
che premierebbe gli uomini “come esseri sovrani” (incoscienti), non è “come un’azienda”
che introdurrebbe al fervore produttivo; non è l’atto
indifferente, probabilistico” così funziona la macchina scientifica
del mondo” (8).
✴️Linguaggio - economia -società
Se
è solo Dio a poter dare il via alla sostituzione vittima umana vittima animale,
se solo Dio può fondare lo scambio cosa - parola (rimando ad Agamben Il sacramento
del linguaggio; in Calasso: “nessuno avrebbe pensato diversamente, perché la
sostituzione era una compagna costante della mente, a cominciare dalla parola
che sulla sostituzione si fonda”) (9), allora, nella nostra pratica del
linguaggio, dovremo avere estrema prudenza, pudore.
Roberto Calasso, L'innominabile attuale |
È
risaputo che nell’economia pre capitalista lo scambio avveniva tra le merci;
fu Aristotele a segnalare ‘interpolazione del denaro nella formula MDM. La “crematististica” in Aristotele segnalava il pericolo, legato all’incursione del
denaro. Esso portava scompiglio tra l’equivalenza delle merci, che aveva il
fine precipuo del consumo necessario alla comunità sociale.
Marx
si soffermò sullo spostamento verso DMD dove non era più la merce a fungere da
bilanciere, ma il denaro: nello scambio innaturale, il fine era posto
nell’incremento quantitativo, non più nella varietà qualitativa delle merci.
Da
esso doveva prendere il via una artificializzazione del sistema economico,
lontano dai bisogni reali e disumanizzante, visto che l’ingranaggio avrebbe
contemplato la “mercificazione del lavoratore”.
Ritorniamo,
in questo modo, allo scopo pratico che guida le nostre riflessioni.
Anche
oggi (10) - il tono si sta facendo sempre più perentorio - il Pontefice ha
proposto come rimedio alla malattia “sociosanitaria” della pandemia il
modello delle comunità cristiane d’origine, dove i beni erano messi in comune,
coerenti con i bisogni degli uomini.
✴️Note.
(1) Nothorp Frye.
(1) Nothorp Frye.
(2) Eccentricamente
metterei in evidenza che l’apparente lontananza dal contesto del presente,
quando ci angustiano episodi legati alla pandemia, lascia il campo alla
considerazione che il tempo delle scelte - ed è questo - richiede letture di
tale profondità ed apertura.
(3) Dio
ha la veste non più di Elohim, ma quella di Yahvé. La natura di Elohim è più
severa, cosmologica per così dire, invece con Yahvé si ha un interesse più
vicino all’uomo.
(4) Calasso
segue la pista di una lettera kafkiana indirizzata a Klopstock.
(5) Il
libro dei libri, p.164 sottolineatura mia.
(6) Idem
p. 165.
(7) Un
semplice cenno alla disputata questione della grazia, che comincia con Agostino
e culmina nel giansenismo. Incentrata sul rapporto tra la gratuità di Dio è i
meriti delle opere pie umane.
(8) Id.
p.171
(9) Agganciato
a questo episodio biblico, quello della torre di Babele.
(10)
La stesura dello scritto è del 19/04/2020.
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Grazie. Sai sempre aprire squarci di saggezza per nutrire la mia paulo docta ignorantia. Condivido con tutto il cuore la tua conclusione, tanto più in questo periodo di forzato, ma liberamente assunto e benedetto, tempo di grazia dell’intus-legere, che ogni mattina concretizzo nell’ascolto e nella virtuale partecipazione alla Messa di papa Francesco, con il suo continuo puntuale commento agli Atti degli Apostoli ed il richiamo alle prime comunità cristiane…
RispondiEliminaPermettimi, caro Gian Maria, di far le lodi di Rossana, che ha inserito un video capace di mettere a fuoco più cose : la personalità di R. Calasso, un esteta del libro, la singolarità di una casa editrice, Adelphi, che si distacca dal comune e dice qualità, ciò che sta dietro ad un libro, che Calasso spiega bene : una meravigliosa fusione di traduzione ( quando l’autore è straniero) la “ copertina “, il testo.
RispondiEliminaOra ti ringrazio del tuo generoso commento. L’opera di Calasso serve oltre che da vademecum della Bibbia, anche come messa in chiaro di nodi culturali. Tra questi, ho narrato il primo, attento alla figura di Abramo. Poi ci sarebbe da segnalare quello su Mosè-Freud.
Mi premeva, come tu hai colto, sottolineare la “ forza rivoluzionaria “ ( o vogliamo chiamarla palingenetica , per non urtare qualche sensibilità) del messaggio cristiano , che, in questo tempo, è bene riprendere.🌈🎈🎆