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domenica 10 maggio 2020

Roberto Calasso, Il libro di tutti i libri.

L'ultimo libro di Roberto Calasso, scrittore, saggista e direttore della Casa editrice Adelphi.
Post di Rosario Grillo.

Roberto Calasso, 
Il libro di tutti i libri
Sto leggendo Il libro di tutti i libri di Roberto Calasso e, anche se non va bene procedere ad un’analisi prima del suo completamento, mi cimento nel lavoro che il titolo annuncia.
Che sia un excursus dentro la Bibbia risulta chiaro, perché a tutti è noto il suo volto: una sorta di “ grande codice dell’Occidente” (1), un incubatore di tutte le grandi opere della letteratura mondiale.
Calasso non ha mutato nel tempo il suo stile: espone e commenta. La contiguità della descrizione alla interpretazione richiede attenzione, ma è elemento fondante di svelamenti sorprendenti: fulcro di successive intuizioni e documento di ampia erudizione. (2)
✴️Abramo, Giobbe e Kafka
Un autentico “affondo” si trova nella “perlustrazione della figura di Abramo.
Abramo - è risaputo - è il primo Patriarca, messo in condizione di colloquiare con Dio (3), graziato con la concessione dell’eredità filiale, che in via diretta fa capo ad Isacco e in via indiretta a Israele  (avuto dalla schiava Hagar).
Ad Abramo è legato il precetto della sottomissione a Dio, compendiato nel sacrificio di Isacco.
Celebre, tra le tante, l’interpretazione di Kierkegaard, che ne fece la “figura dell’eroe di fede, racchiusa nella incondizionatezza della scelta.
Calasso esplora, tramite Kafka (4), una via esegetica attenta ad un particolare: il ritrovamento di un ariete, che sarà sacrificato al posto di Isacco. Si verifica in quel momento, dunque, una sostituzione.
Attenti, però, non una sostituzione arbitraria, ma la sostituzione legalizzata  da Yahvé.
Per questo, Calasso aggiunge che di mezzo c’è il libero arbitrio. Quale?
Alla lettera: la scelta arbitraria compiuta dall’uomo, che presume di compiere liberamente una sostituzione. “Se Abramo fosse stato capace di sostituire Isacco con un ariete, se Abramo avesse contato sul fatto che l’Angelo lo fermasse, da quel momento tutto avrebbe potuto essere sostituito con tutto. (5) “La conquista di Abramo non fu l’obbedienza totale, ma la capacità di sospendere il dono più raro che Yahvé aveva consegnato ad Adamo: la sensazione del libero arbitrio (6).
Franz Kafka, Aforismi di Zürau, 
a cura di Roberto Calasso
Su questa linea si muove Calasso, andando a scovare tramite lo Sifte Kohen (libro delle labbra del sacerdote) del 1690 l’insidiosa presenza di Satana, che va a tentare Sara.
Siamo davanti così alla contesa tra bene e male, senza intendimenti gnostici, ma con lo scopo di ricavare saggezza:  non c’è giustizia divina senza che “la fortuna vada ai malvagi e la sofferenza tocchi ai giusti”.
Calasso conferma richiamando Simone Weil, che nel Quaderno XI scrive “l’ordine del mondo è fatto per noi, per farci accettare la sofferenza, e si estende a ciò che noi non conosciamo, perché ha per noi un uso solo nella misura in cui è fuori di noi, indifferente a noi. Giobbe. La citazione si trova in Calasso, che, più avanti, fa comparazione tra Abramo e  Giobbe. Abramo, il graziato non per suo merito, Giobbe: il dis-graziato senza colpa.
Il crescendo così culmina nel riconoscimento della Grazia. La Grazia, lo dice il nome, è atto gratuito di Dio. (7)
Qui mi sovviene a conferma del chiaroscuro, la figura di G. Bernanos, che rappresenta nei suoi romanzi il lato oscuro della grazia nelle figure di due parroci. La grazia, nel cammino esistenziale, frequenta spesso personaggi sventurati ed umiliati.
Calasso chiosa in modo fulminante: la grazia non è favore, che premierebbe gli uomini “come esseri sovrani” (incoscienti), non è “come un’azienda che introdurrebbe al fervore produttivo; non è l’atto indifferente, probabilistico così funziona la macchina scientifica del mondo(8).
✴️Linguaggio - economia -società
Da qui inizio con la mia ipotesi.
Se è solo Dio a poter dare il via alla sostituzione vittima umana vittima animale, se solo Dio può fondare lo scambio cosa - parola (rimando ad Agamben Il sacramento del linguaggio; in Calasso: “nessuno avrebbe pensato diversamente, perché la sostituzione era una compagna costante della mente, a cominciare dalla parola che sulla sostituzione si fonda”) (9), allora, nella nostra pratica del linguaggio, dovremo avere estrema prudenza, pudore.
Roberto Calasso, 
L'innominabile attuale
Penso allo scambio merce-denaro.
È risaputo che nell’economia pre capitalista lo scambio avveniva tra le merci; fu Aristotele a segnalare ‘interpolazione del denaro nella formula MDM. La “crematististica” in Aristotele segnalava il pericolo, legato all’incursione del denaro. Esso portava scompiglio tra l’equivalenza delle merci, che aveva il fine precipuo del consumo necessario alla comunità sociale.
Marx si soffermò sullo spostamento verso DMD dove non era più la merce a fungere da bilanciere, ma il denaro: nello scambio innaturale, il fine era posto nell’incremento quantitativo, non più nella varietà qualitativa delle merci.
Da esso doveva prendere il via una artificializzazione del sistema economico, lontano dai bisogni reali e disumanizzante, visto che l’ingranaggio avrebbe contemplato la “mercificazione del lavoratore.
Ritorniamo, in questo modo, allo scopo pratico che guida le nostre riflessioni.
Anche oggi (10) - il tono si sta facendo sempre più perentorio - il Pontefice ha proposto come rimedio alla malattia “sociosanitaria della pandemia il modello delle comunità cristiane d’origine, dove i beni erano messi in comune, coerenti con i bisogni degli uomini.

✴️Note.
(1)  Nothorp Frye.
(2) Eccentricamente metterei in evidenza che l’apparente lontananza dal contesto del presente, quando ci angustiano episodi legati alla pandemia, lascia il campo alla considerazione che il tempo delle scelte - ed è questo - richiede letture di tale profondità ed apertura.
(3) Dio ha la veste non più di Elohim, ma quella di Yahvé. La natura di Elohim è più severa, cosmologica per così dire, invece con Yahvé si ha un interesse più vicino all’uomo.
(4)   Calasso segue la pista di una lettera kafkiana indirizzata a Klopstock.
(5)   Il libro dei libri, p.164 sottolineatura mia.
(6)   Idem p. 165.
(7)   Un semplice cenno alla disputata questione della grazia, che comincia con Agostino e culmina nel giansenismo. Incentrata sul rapporto tra la gratuità di Dio è i meriti delle opere pie umane.
(8)   Id. p.171
(9)   Agganciato a questo episodio biblico, quello della torre di Babele.
(10)  La stesura dello scritto è del 19/04/2020.

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2 commenti:

  1. Grazie. Sai sempre aprire squarci di saggezza per nutrire la mia paulo docta ignorantia. Condivido con tutto il cuore la tua conclusione, tanto più in questo periodo di forzato, ma liberamente assunto e benedetto, tempo di grazia dell’intus-legere, che ogni mattina concretizzo nell’ascolto e nella virtuale partecipazione alla Messa di papa Francesco, con il suo continuo puntuale commento agli Atti degli Apostoli ed il richiamo alle prime comunità cristiane…

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  2. Permettimi, caro Gian Maria, di far le lodi di Rossana, che ha inserito un video capace di mettere a fuoco più cose : la personalità di R. Calasso, un esteta del libro, la singolarità di una casa editrice, Adelphi, che si distacca dal comune e dice qualità, ciò che sta dietro ad un libro, che Calasso spiega bene : una meravigliosa fusione di traduzione ( quando l’autore è straniero) la “ copertina “, il testo.
    Ora ti ringrazio del tuo generoso commento. L’opera di Calasso serve oltre che da vademecum della Bibbia, anche come messa in chiaro di nodi culturali. Tra questi, ho narrato il primo, attento alla figura di Abramo. Poi ci sarebbe da segnalare quello su Mosè-Freud.
    Mi premeva, come tu hai colto, sottolineare la “ forza rivoluzionaria “ ( o vogliamo chiamarla palingenetica , per non urtare qualche sensibilità) del messaggio cristiano , che, in questo tempo, è bene riprendere.🌈🎈🎆

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