Omaggio alla terra di Sicilia e al suo duplice spirito.
Post di Rosario Grillo
Fotografie di Rossana Rolando.
Cefalù, 2019 |
Le difficoltà sono ancora maggiori per colui che si è allontanato da quella terra, spinto da esigenze superiori, anche se vi fa ritorno, per lo più annualmente. A causa della malinconia, in lui subentrano emozioni che restano attaccate al lato soggettivo; complicano così lo sguardo oggettivo. Agiscono in sovrappiù interferenze provenienti dalle nuove abitudini, frequentate in habitat diversi, insofferenze per certi retaggi, che pure fissano, molte volte, il lato tipico del costume, della gente, della tradizione.
Agrigento, 2019 |
Opportuno quindi il ritmo lento per farsi “coccolare” dal “tempo ritrovato”, per rivestire un vecchio abito, per tornare a vedere con gli occhi di un bambino. (1)
“Libri, libri” invocava Gesualdo Bufalino: indicava lo strumento ermeneutico principe per capire un’isola che incanta solitamente per il sole raggiante, le stagioni miti, il colore dei mare... oggi per lo più per i piatti di una cucina barocca.
Nei libri spuntano certe metafore brillanti, chiavi per aprire lo scrigno, che molto spesso rimane ermeticamente occluso al desiderio d’indagine, all’impresa della conoscenza, alla “volgarità” della divulgazione.
Nel popolo della Sicilia si può trovare una sorta di atavico sentimento di chiusura - e in questo caso non è solo riserbo. Seleziono la descrizione fatta da Manlio Sgalambro che la riconduce alla insularità (2).
Mazara del Vallo, 2019 |
Lo scopo non è, però, fare la raccolta delle meraviglie e delle celebrità, che peraltro sono stranote.
Piuttosto da qui bisogna ricavare l’insistente propensione al romanzo storico, per il quale, però, occorre far distinzione tra quelli a carattere verista (Verga, De Roberto) (4), quelli d’impegno civile (Sciascia, Consolo), quelli d’affresco e di commedia (Bufalino, Camilleri).
Nella storia è sepolto - qui sepoltura indica giacimento minerario che va via via dissepolto - il sedimento, il precipitato, come si trattasse di una reazione chimica, l’in-ventus.
Così si spiegano le polarità: 1 dell’immobilismo - l’ostrica dei Malavoglia che si presta anche alla protesta verso l’obbligo della leva che toglieva braccia alla “famiglia” e dirigeva verso terre ignote; 2 del “movimento”, del viaggiare, che si può modulare in molteplici maniere, andando dall’impresa commerciale all’emigrazione (verso nord, verso il nord Europa, verso i nuovi continenti).
Fritto Sicilia, 2019 |
Questo scatto (ri-scatto?), al quale accenna Bufalino, si può declinare in tanti modi, e molto spesso non è niente temperato. Come quando - è Sciascia, ripreso da Consolo a parlare - “la linea della palma risale verso nord”.
Nella linea della palma c’è anche l’arroganza della mafia, che come piovra allarga i suoi tentacoli verso le altre regioni d’Italia.
Sempre restando nella cifra di questa ambivalenza, lo scrittore V. Consolo ha creato la doppia immagine “olivo/olivastro”. Il primo è fragranza di frutti, è storico elemento del paesaggio mediterraneo.
Castroreale, 2019 |
Il compianto scrittore di Sant’Agata Militello, affetto dalle sue radici messinesi, memore dei suoi frequenti viaggi di traghetto, spiega l’aderenza del nome scelto dalla compagnia di trasporto, Caronte, il cerbero dantesco, che traghetta verso gli inferi: introduce al “sottosuolo” dell’isola?
Allo stesso tempo, Consolo ripensa il contrasto di Scilla e Cariddi, personificazioni mitologiche delle correnti dello stretto, custodi della “porta” e, in quanto tali, agenti di tempesta e sconvolgimento che portano lontano, allontanano il visitatore (il curioso?).
“Quella porta ai due lati dello stretto, nel passaggio obbligato, nel confine tra la vita e la morte, la natura e la cultura, in quel canale ribollente, in quell’utero tremendo di nascita e di annientamento: Scilla e Cariddi” (l’olivo e l’olivastro).
“Utero”, “nascita e annientamento”, “vita e morte”, “natura e cultura”: tutte immagini di dissidio.
Castroreale, 2019 |
A Messina, la città dello stretto, mi voglio fermare. Nella sua provincia, il mio paese natale, che guarda alle isole Eolie schierate sul mare davanti al cocuzzolo su cui si distende il paese. (5)
Nel deposito della nostra conoscenza si trova di certo la casella del fatidico progetto per il ponte sullo stretto, che dovrebbe unire l’isola al continente, facendole perdere l’insularità, con la gratificazione di immensi frutti economici, volano della sua prosperità. L’idea è più vecchia del programma di Berlusconi, ma si è attagliata con perfezione al suo “battage pubblicitario”, scambiato per programma di governo.
Bufalino scrisse un breve commento che si può leggere nella silloge “La luce e il lutto”: ne veniva fuori lo scetticismo correlato alla “misura culturale” e Consolo batterebbe ancora sul chiodo della insolubile dialettica: natura/cultura.
Note.
Palermo, 2019 |
2.Manlio Sgalambro, Teoria della Sicilia su YouTube.
3.Celebre tra tutti Muhammad al-Idrisi, che nel 1154 realizzò per Ruggero II di Sicilia un planisfero Continui i suoi viaggi che contribuirono alla crescita della geografia.
4.La luce e il lutto, in edizione Editoriale Riuniti p.15.
5.Delle isole Eolie fa parte l’isola di Vulcano, mitica sede del Dio greco del fuoco.
Una graditissima sorpresa le vostre foto scattate a Castroreale 🌈🍀🥂
RispondiEliminahttps://youtu.be/kw-P4gV_G6g
RispondiEliminaCaro Rosario, veramente bello questo tuo post. Non è solo coinvolgente risultato della fatica della tua riflessione che ha saputo coniugare, trascendere e conciliare, l’afflato soggettivo e la dimensione oggettiva .in una sorta di empatico distacco, che Rogers chiamerebbe “calore freddo”, partecipazione del cuore altrettanto consapevole del rigore della realtà: condizione e chiave per aprire lo scrigno chiuso alla volgarità della divulgazione. Ed io, persistente piemontese divenuto anche ligure, anch’io in bilico permanente tra immobilismo e movimento, luce e lutto, olivo e olivastro, non solo leggo con commossa ammirazione, ma mi sento invaso e partecipe di questo “sentimento insulare” che ogni persona dovrebbe coltivare sia per riconoscersi nella propria identità sia per riconoscere il sentimento di fraternità universale.
RispondiEliminaMi riempi di complimenti che non merito, ma sono molto tentato da quel “calore freddo “ che riconosci nel sentimento che aleggia dentro lo scritto, Se è così, ne sono orgoglioso, perché è il temperamento che ricerco e prediligo.
RispondiEliminaI volti delle due foto hanno già parlato per voi.🍀🎈🌈🥂