Riflessione su un interrogativo di fondo: l'amicizia digitale è possibile?
Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle illustrazioni dell'artista Pawel Kuczynski (con gentile autorizzazione).
Pawel Kuczynski, Caffè mattutino con zucchero |
Nel giugno 2013 mia moglie ed io decidiamo di iniziare l’avventura di “Persona e Comunità”. Ci buttiamo in rete, scopriamo che per comunicare in modo interattivo su facebook ci vuole la qualifica di “amici”. Così abbiamo iniziato a richiedere-dare la cosiddetta “amicizia”, parola per noi impegnativa, sentimento dal forte valore esistenziale di un’inesprimibile avventura, insieme inclusiva-esclusiva, di reciproche gratuità.
Pawel Kuczynski, Bolle di sapone |
In parte ci siamo ricreduti in parte
no.
Abbiamo toccato con mano l’ambivalenza della rete, luogo principe di comunicazioni, ma anche di incomunicabilità e di narcisismo solipsistico. Ci siamo resi conto delle metacomunicazioni e condizionamenti sottesi nel dare-richiedere amicizia, dell’ambiguo significato del “mi piace” ( do ut des come voto di scambio? espressione di verace condivisione?), sino alla disinvolta richiesta “metti mi piace” (ardito sapore narcisistico? irruente conservazione del proprio esserci nel mondo virtuale?).
Continuiamo a presumere che l’amicizia sia per tutti un’avventura selettiva: non si concede al primo venuto, non è intrattenimento salottiero al bar virtuale, non è casuale consonanza di opinioni gusti sensazioni emozioni dove le persone non gettano la maschera e scoprono solo un lembo di se stessi. Non è neppure, se non secondariamente, bisogno di uscire dal proprio insopportabile isolamento, in sé legittimo se non si trasforma in pretesto per scriversi e parlarsi, in presunto dialogo stravolto in permanente monologo dove si ascolta solo se stessi.
Ebbene internet e facebook sono
decisamente tutte queste cose e non ci interesserebbero più di tanto se
non fossero anche ben altro. In questi anni, soprattutto in questi
anomali mesi di quarantena, abbiamo incontrato in progressione, da ogni
parte d’Italia e non solo, “amici” ed “amiche” con respiri di ideali e
sapori di valori anche divergenti, ma accomunati nella volontà di pensare,
nel gusto reciproco di meravigliarsi ogni giorno, nella inquieta ricerca
ricolma di empatia, di solidale speranza e sollecitudine, tutti partecipi
di una comunità ideale. Incontri “sregolati”, senza fissa dimora, nomadi, in
piena libertà di esserci e non esserci, oserei dire mirabile anarchia. Abbiamo
ben presenti tutte queste persone con le loro svariate modalità, la loro casualità,
le inesplorabili aspettative, gli irreducibili silenzi di ciascuno.
Così è maturato ormai da anni l’incontro nell’etere con Rosario, l’amico Rosario. Così il nostro blog è divenuto trino. L’avventura con Rosario ci pare esempio paradigmatico di tanti sorprendenti incontri che ogni giorno fioriscono nel mondo virtuale, perché l’amicizia è valore presente ovunque anche nell’etere digitale, dove può crescere anche se solo con il tempo è dato sapere a quali livelli di profondità potrà pervenire. Ma è indiscutibile.
Quel sesto senso impalpabile ed
indefinibile riconosce l’amicizia che volteggia libera nella rete e ti
convince quando è bene comunicare e quando è bene, anzi meglio, "tacere
insieme" ed ascoltare. Mi pare che quanto scriveva Péguy si possa con ragione applicare anche agli amici "digitali": "Beati, veramente beati, quegli amici che si amano abbastanza, che vogliono compiacere l'altro abbastanza, che sono abbastanza simili, che stanno abbastanza insieme, ma ciascuno separato nel suo intimo, che rimangono sufficientemente fedeli a se stessi l'uno al fianco dell'altro, che sentono e gustano il piacere di tacere insieme, di tacere l'uno al fianco dell'altro, di camminare e camminare a lungo, di andare, di camminare silenziosamente lungo strade silenziose"(1).
Amicizia anomala, anzi singolare (2) che nasce senza l’inprinting di volti e sguardi e tuttavia è un dischiudersi così profondo da esigere, almeno una tantum, l’incontro confermativo dei volti e degli sguardi preclusi alla rete. Non è amicizia inconcludente (3), bensì inconclusiva: sorprendente per la sua ricchezza e povertà e proprio per questo aperta al pensiero conviviale (da cum-vivere, vivere insieme), un pensare e far pensare nell'ascolto come nel silenzio, nel “cortile” virtuale luogo di appuntamento della gratuità del dare e ricevere, dell’essere ospiti gli uni gli altri.
Quanto scriveva Rossana in un post
precedente vale anche per l’anomala amicizia virtuale: “non è un bene acquisito
una volta per tutte, è un dono che va rinnovato, ricostruito giorno dopo
giorno, non dato mai per scontato, pena la possibilità di perderlo, di
sfibrarlo, di smarrirlo nella sua intensità e nel suo significato”
(4).
Per quanto ci riguarda è il nostro impegno.
Note.
Abbiamo toccato con mano l’ambivalenza della rete, luogo principe di comunicazioni, ma anche di incomunicabilità e di narcisismo solipsistico. Ci siamo resi conto delle metacomunicazioni e condizionamenti sottesi nel dare-richiedere amicizia, dell’ambiguo significato del “mi piace” ( do ut des come voto di scambio? espressione di verace condivisione?), sino alla disinvolta richiesta “metti mi piace” (ardito sapore narcisistico? irruente conservazione del proprio esserci nel mondo virtuale?).
Continuiamo a presumere che l’amicizia sia per tutti un’avventura selettiva: non si concede al primo venuto, non è intrattenimento salottiero al bar virtuale, non è casuale consonanza di opinioni gusti sensazioni emozioni dove le persone non gettano la maschera e scoprono solo un lembo di se stessi. Non è neppure, se non secondariamente, bisogno di uscire dal proprio insopportabile isolamento, in sé legittimo se non si trasforma in pretesto per scriversi e parlarsi, in presunto dialogo stravolto in permanente monologo dove si ascolta solo se stessi.
Pawel Kuczynski, Hansel e Gretel |
Così è maturato ormai da anni l’incontro nell’etere con Rosario, l’amico Rosario. Così il nostro blog è divenuto trino. L’avventura con Rosario ci pare esempio paradigmatico di tanti sorprendenti incontri che ogni giorno fioriscono nel mondo virtuale, perché l’amicizia è valore presente ovunque anche nell’etere digitale, dove può crescere anche se solo con il tempo è dato sapere a quali livelli di profondità potrà pervenire. Ma è indiscutibile.
Pawel Kuczynski, Legami |
Amicizia anomala, anzi singolare (2) che nasce senza l’inprinting di volti e sguardi e tuttavia è un dischiudersi così profondo da esigere, almeno una tantum, l’incontro confermativo dei volti e degli sguardi preclusi alla rete. Non è amicizia inconcludente (3), bensì inconclusiva: sorprendente per la sua ricchezza e povertà e proprio per questo aperta al pensiero conviviale (da cum-vivere, vivere insieme), un pensare e far pensare nell'ascolto come nel silenzio, nel “cortile” virtuale luogo di appuntamento della gratuità del dare e ricevere, dell’essere ospiti gli uni gli altri.
Pawel Kuczynski, Chirurgia |
Per quanto ci riguarda è il nostro impegno.
Note.
1. Ch. Péguy (in
Victor-Marie,comte Hugo , p. 664) citato da Xavier Lacroix, Elogio
dell'amicizia, in AA.VV., L'avventura dell'amicizia, ed.
Qiqajon, Comunità di Bose, 2007, p.12.
2. Anomala e singolare perché insieme si riflette su ciò che per ognuno di noi è decisivo ed ’”essenziale” banalità comprese, su dove viviamo, chi siamo, che cosa sta succedendo nel mondo, che cosa ci unisce e che cosa ci divide, nella ricerca di significati, valori, speranze. Insieme si conosce e riconosce la vita ed il mondo, oltre e nonostante la manipolazione, la persuasione occulta. Insieme vicendevolmente ci si sollecita a vivere di libertà, a proclamare la legge non scritta dalla quale dipende quella scritta, a distinguere il giusto dall’ingiusto. Insieme si testimonia il bello il vero il bene, si crede nell’amore, ognuno radicato nella sua personalissima storia temporale fatta di memoria, attenzione, attesa, promessa. Insieme si riscoprono le proprie radici e la propria identità, accogliendo e valorizzando l’altro nella sua diversità anche profonda, perché c’è vera comunicazione e c’è relazione solo nella differenza dell’alterità. Insieme ci si chiede “che cosa sta succedendo” nella sovrabbondanza degli eventi tragici e delle stragi degli innocenti, senza cadere nell’indifferenza abitudinaria o ridurre ogni evento a mero spettacolo. E, per i credenti, insieme si coltiva la speranza che non teme lo scacco della morte ma si apre al mistero della trascendenza ed all’amore gratuito di Dio salvatore che si è fatto uomo…
3.Abbiamo ben presenti i non
pochi rischi ed i pericoli dell’inconcludente ambivalente internet, peraltro
insiti in ogni vicenda umana: il raffinato narcisismo velato da maschere
altrettanto raffinate, la smodata popolarità dell’effimero, la cronaca
pettegola e la volgarità insulsa. La vera tragedia è che io posso
stabilire infiniti contatti virtuali con l’altro e tuttavia nel mio solipsismo
narcisistico non partecipargli un solo istante di vero dialogo con lui.
4. v. L'Amicizia, bene raro da custodire.
2. Anomala e singolare perché insieme si riflette su ciò che per ognuno di noi è decisivo ed ’”essenziale” banalità comprese, su dove viviamo, chi siamo, che cosa sta succedendo nel mondo, che cosa ci unisce e che cosa ci divide, nella ricerca di significati, valori, speranze. Insieme si conosce e riconosce la vita ed il mondo, oltre e nonostante la manipolazione, la persuasione occulta. Insieme vicendevolmente ci si sollecita a vivere di libertà, a proclamare la legge non scritta dalla quale dipende quella scritta, a distinguere il giusto dall’ingiusto. Insieme si testimonia il bello il vero il bene, si crede nell’amore, ognuno radicato nella sua personalissima storia temporale fatta di memoria, attenzione, attesa, promessa. Insieme si riscoprono le proprie radici e la propria identità, accogliendo e valorizzando l’altro nella sua diversità anche profonda, perché c’è vera comunicazione e c’è relazione solo nella differenza dell’alterità. Insieme ci si chiede “che cosa sta succedendo” nella sovrabbondanza degli eventi tragici e delle stragi degli innocenti, senza cadere nell’indifferenza abitudinaria o ridurre ogni evento a mero spettacolo. E, per i credenti, insieme si coltiva la speranza che non teme lo scacco della morte ma si apre al mistero della trascendenza ed all’amore gratuito di Dio salvatore che si è fatto uomo…
Pawel Kuczynski, Ancora |
4. v. L'Amicizia, bene raro da custodire.
Imbattermi nella vostra pagina è stato un colpo fortunato: ho avuto tantissimo.
RispondiEliminaCredo che si possa avere solo nutrendo sentimenti di amicizia pur nella distinzione.
Bellissima la barchetta.
Gent.le Gianni, grazie innanzitutto per il suo commento. Siamo convinti anche noi che tutti possiamo avere ”tantissimo solo nutrendo sentimenti di amicizia pur nella distinzione”. UN caro saluto.
EliminaEcco il fungo spuntato dal bosco virtuale! Metaforicamente, spero di averci preso. La rete è proprio un bosco! Del bosco ha il groviglio... e la possibilità di cattivi incontri. La macchina costruita da Zuckenberg, prodotto per antonomasia pubblicitario, serve a meraviglia lo scopo prefisso e diversi utenti, politici in primis, si prestano volentieri. ( I politici prendilo o meglio ancora Twitter perché la concisione aiuta la frase ad effetto ed evita argomentazione). Però... c’è un però. Nella nicchia può incunearsi il messaggio di Speranza, nel mucchio può distinguersi il blog di valore, tra i post si può segnalare il messaggio che premia i valori umanistici, tra gli utenti s’iscrivono intellettuali e forze ed associazioni che dicono di Pace, di Fratellanza, di Democrazia e Costituzione...di Amicizia.
RispondiEliminaIl tuo post, caro Gian Maria, parla - ed è suono raro e bello- all’unisono con due voci ( la tua è di Rossana), parla in parole ed immagini ( sempre l’elegante selezione di Rossana ) e le immagini dicono anche più delle parole , descrivendo il “ punto d’incontro” tra lo strumento che lega ( oppone?) e la parola che apre..
Amicizia, grande sentimento che ci spinge su vie più che terrene, ma che per prima cosa è aiuto, relazione, afflato che qui sulla terra aiuta e rincuora.
La nostra amicizia ha il crisma del dono! Grazie
Non ho controllato : da sostituire prendi lo con preferiscono
RispondiEliminaCaro Rosario, mi rispecchio in quello che scrivi: insieme ci stiamo districando dai grovigli del bosco della rete ”il crisma del dono” che ci è stato concesso. Dono a tre voci …
EliminaC'è un po' di tutto, come ovunque, come nella vita reale. Un po' di tutto e anche tanto niente, naturalmente
RispondiEliminaYour the best
RispondiElimina