Provare ad orientarci nella fragilità, compagna dell’uomo.
Post di Rosario Grillo
Immagini delle illustrazioni di M Gloria Pozzi, con gentile autorizzazione (qui il sito instagram).
Immagini delle illustrazioni di M Gloria Pozzi, con gentile autorizzazione (qui il sito instagram).
M Goria Pozzi, Apriamo alla speranza e alla solidarietà |
Vorrei provare ad impiegarlo per un’operazione filosofica,
rispettando le guide proprie della
filosofia: curiosità ed amore.
PERCHÉ BRICOLAGE?
Assumo la tecnica nella sua veste più
immediata. Primo: raccolta del materiale, ridotto in pezzi o frammenti,
dispersi qua e là. Secondo: valutazione, ideazione e ricomposizione, con
intervento decisivo della immaginazione. Terzo: messa in opera.
I frammenti hanno a che vedere con postumi di
tradizioni alterate, ora disfunzionali. Con radici problematiche, produttrici
di soluzioni collocate nel tempo, via via decadute, rimaste però intatte nell’istanza.
Con bolle del presente a carattere catastrofico, di dimensione globale. Con
l’esigenza critica antitetica al riduzionismo e alla fagocitazione totalitaria.
DETTAGLIO
Non si può prescindere dal turbamento, vero
scompiglio di un ordine già minato, sociale e culturale, a scala planetaria: LA
PANDEMIA. (1)
Esso consta di fattori culturali, più facili
da descrivere con l’ortodossia marxista, che parla di sovrastruttura. Quando si
sa che la sovrastruttura è composta di piani istituzionali, relativi allo Stato
e alla sua organizzazione estesa fino ai servizi socio-sanitari, di piani
culturali relativi agli imput del Potere e delle forze antagoniste, di piani
sempre culturali orbitanti nella sfera dell’immaginario collettivo.
M Goria Pozzi, I giorni del silenzio |
Già nel primo ‘900, la crisi aveva parlato,
dopo la profezia di Nietzsche, per bocca di Wittgenstein Musil della Bauhaus di
Rilke Kafka... Il travaglio (diatribe e divisioni) nella scuola marxista, che
aveva preso il “testimone” passato da Marx, della lotta allo sfruttamento,
dimostrava la sterilità dell’arma.(2)
Nell’essenza Nietzsche aveva enunciato la fine
del sogno metafisico, aveva riconosciuto l’ambivalenza del nichilismo,
distinguendone uno “attivo”. Restava dopo: ENERGIA. Mal intesa ed altrettanto
male agita, visto che condusse al NAZISMO.
L’energia cercava un nuovo corso, un nuovo
volto?
In coro, dietro all’anti positivismo, ci fu
denuncia dello SPIRITO MODERNO. La modernità veniva attaccata nel piano
cartesiano dell’uomo-macchina, nelle forme del Leviatano hobbesiano, nel Dovere
kantiano, formale ed incapace di obbligare in foro esteriore. Il tutto
rimandava all’UMANESIMO, dipinto come “ un castello in rovina “. (3)
UMANESIMO SÌ E NO
Nella nicchia del blog Persona e Comunità, con
i miei amici abbiamo riproposto un nuovo Umanesimo. Il blog nasce dalla costola
del Personalismo di Mounier, che, a sua volta, rimanda alla
filosofia politica di J.Maritain.
Quest’ultimo scrisse Umanesimo integrale nel
1936, a ridosso del Secondo conflitto mondiale. Maritain denunciava
l’antropocentrismo, insidia del primo Umanesimo e si proponeva la sua riforma,
andando contro il secolo, il piano univocamente profano della storia. I suoi
correttivi: l’ispirazione divina congiunta alla piena autonomia dell’azione
politica, intessuta di democrazia pluralismo e giustizia
sociale .(4)
M Goria Pozzi, Grazie a tutti i medici del mondo che si prendono cura di noi |
Si poteva dire che l’entropia dissipasse ogni
frutto della civiltà umana?
IL DISINCANTO
Pur mancando legami diretti con il pensiero di
Nietzsche, si può ipotizzare una sua risposta alla diagnosi del filosofo di Roecken. Weber
si avvaleva della sociologia e assemblava tessere per argomentare la contiguità
tra rapporti economici e concetti ideali. Così giunse alla tesi del nesso tra
calvinismo e “spirito del capitalismo”, laddove sottolineò la
vocazione. Ed essa selezionò nel campo politico, chiamandola professione. (7)
D’altra parte, Weber riconosceva la crescita a
dismisura della razionalizzazione e della burocratizzazione, fenomenologia che
classificò come disincantamento.
La fredda razionalità non possedeva il calore
e il pathos della vocazione, perciò avrebbe potuto portare ai campi di
sterminio e agli aguzzini di Hitler, ingrigiti della banalità
del male. (8)
Nel frattempo si assiste allo sviluppo
simultaneo delle scienze sociali, carenti nella individuazione di nuove strade.
Vi riusciva invece l’antropologia culturale, dove spicca tra tutti
Levi-Strauss. Da qui veniva la spallata all’etnocentrismo. Aumentava lo
spessore della decadenza dell’Occidente enunciato da
Spengler.
Nel patrimonio dell’antropologia affioravano
miti e leggende, riti e tradizioni, fogge culturali rinvianti ad un umano primordiale.
UN ANTROPOLOGO OGGI: VITO TETI.
M Goria Pozzi, Primavera nella casa |
Ne sortisce un circuito virtuoso, tra previdenza ed
imprevedibile, idoneo ad orientarci nella fragilità, compagna dell’uomo. Oggi
più intensa, al punto di minare ottimismo e dinamismo delle società attuali.
Portando in evidenza la causa della aggressività umana,
attiva dal campo relazionale a quello ambientale, egli mette a fuoco lo
scatenante delle catastrofi ripetute.
Non si cede alla negatività; perciò emette un invito ad
uscire dalla “immanenza del presente che ci sottrae il
futuro, che sconvolge l’ordine di priorità delle generazioni” (9).
NELLA
SOCIETÀ DI MASSA.
Dentro i fenomeni più rappresentativi delle
società evolute, superata la “guerra dei trent’anni” (1914-45), compiuto il riassetto
dei rapporti di forza geopolitica con la guerra fredda, si trova un governo
mondiale disinibito, che glorifica la ricerca del profitto. Rappresentazione di
“una salda rete”, che denominiamo società di massa.
M Goria Pozzi, In contatto con te |
Peraltro, quanto fin qui scritto ci mette
davanti alla capacità fagocitante della società, che sollecita alla grande la
forza del Potere. Strada già battuta esplorata dalla micro
fisica del potere condotta da Michel Foucault, che adesso è battuta
da diversi pensatori. Agamben, uno di loro, ha scandalizzato tanti, perché, nel
culmine della pandemia, ha piazzato una denuncia sonora dell’aggravamento del
potere biopolitico sui corpi, in fase di lockdown.
ABRUZZESE
QUI riprendo la narrazione del messaggio di
Abruzzese. Come sociologo esperto dei massmedia, egli compie un approfondimento
della sinergia delle forze in movimento (10).
Un allarme riguarda la vigorosa restaurazione,
condotta dal sistema di potere, nella quale la persona
è inscritta a patto condividere la soggettività. (11)
M Goria Pozzi, L'intero pianeta ha bisogno di prendersi cura |
In essa, un po’ tutti hanno riconosciuto la
ragione sorgiva dello Stato, per via umanistica, con lo scopo di tutelare
libertà e diritti. Con la sorpresa di ritrovarsi, ora come ora, sotto la tutela
di uno Stato di sorveglianza. A causa di una
società che aumenta l’opera omologante; uno Stato che ingrandisce il volto leviatano; una serie di catastrofi
(torri gemelle,Terrorismo islamico, crisi finanziaria
del 2008, coronavirus).
Abruzzese cerca una via d’uscita pensando alla
Persona, che prenda il posto del Soggetto, entrato in crisi. Per questo indica
il momento magico delle origini del Cristianesimo.
Si chiede, tuttavia, come impedire la ricaduta
nell’inganno del potere secolare rivestito di fondamentalismo, fatta
l’esperienza del Sacro Romano Impero.
UNA TIMIDA PROPOSTA
Dobbiamo dar forza alla immaginazione,
stando bene attenti a non ripetere certi errori (devianze del ‘68).
Flash positivi della
immaginazione si danno: nello storicismo vichiano, qua e là nel composito mondo
dell’Umanesimo, dentro la riserva della mistica e della teologia ebraica
eterodossa.
Dovendo portare esempi a favore, ne prendo uno,
paradossalmente, in Spinoza. Nel suo Trattato teologico- politico descrive la profezia biblica come frutto dell’immaginazione. Per suo mezzo, i profeti - Mosè nell’esempio - riescono a
modellare un patto
immaginario con Dio, patto che impegna tutta la comunità. (12)
M Goria Pozzi, Bella Italia, sono fiero di te |
Vado
in cerca di un quid, con il timbro della creatività... (13)
Nel
cammino sorregge Benjamin, che cerca l’oltre della fenomenologia
di Husserl, ciò che si nasconde “dietro l’immagine”, il di più della percezione. Parlando
della fotografia, svela “l’inconscio ottico” ed argomenta che la tecnica non
riesce a sopprimere il sogno.
Angolo
prospettico di diversità! (14)
Riprendo
da Abruzzese. È bene andare dietro a ciò che la Persona implica. Evitando di
fermarmi al dato etimologico, che porterebbe alla maschera (simulazione),
andrei ad esplorare il potenziale della inseità: genuinità e
creatività. La persona entro la comunità potrebbe essere insieme variopinto,
gravido delle diversità. (14)
CONCLUSIONE
No
alla morsa del tempo! Ci avvolge, quando
ne facciamo una continuità soffocante, una retta verso un fine, quando
ci costringe in un determinismo cause
effetti concatenati, governati dalla logica della necessità (principio
d’identità).
È
venuto il tempo del “fanciullo eracliteo”, con la possibilità inscritta
nell’istante. Tra i precursori: Kierkegaard, Nietzsche, Benjamin...ed oggi
includo un giovane Andrea Marcolongo, che scavando nelle radici etimologiche,
ha aperto squarci incredibili sul concerto di Tempo. (16)
Note.
M Goria Pozzi, Vibrazioni d'estate 2020 |
2.Le divisioni nella tradizione
socialista non sono solo dottrina. Guerra mondiale e nazionalsocialismo lo
dimostrano.
3.Riferisco di due voci: R. Esposito e
A. Abruzzese. Il primo narra in un’intervista il programma condiviso con
Cacciari Tronti Marramao, variamente
declinato, causa del percorso che lo ha portato da IMPOLITICO AD IMMUNITAS.
Abruzzese scrive ne blogautore, spinto dalla catastrofe del coronavirus, ed
apre alle risposte dei suoi amici. Punta il dito sulla défaillance del soggetto (qui).
4.Umanesimo integrale fu proposto
all’Indice. Ispirò il cardinale Montini, che poi diventò Papà Paolo VI. Il
Personalismo di Mounier si distingue per la piega più democratica e relazionale
5.Veste semplicistica di certa
storiografia anglosassone colpisce
sempre la cultura pop.
6.Di spicco il suo
ruolo nella repubblica di Weimar.
7.Etica protestante e spirito del capitalismo.
8.Sulla strumentalità della ragione
illuminista si sarebbe concentrata la critica sociale della scuola di
Francoforte.
9.Vito Teti, Prevedere l’imprevedibile, Donzelli.
10. “La presenza - a visibilità delle
cose e l’appartenenza al mondo - si realizza al di là del vissuto cosciente.
Memorie, informazioni, contatti, azioni si moltiplicano al di là delle mie
capacità fisiologiche. Le modalità della primitiva e rozza segreteria
telefonica si congiungono a quelle di una intelligenza artificiale che può
divenire identità continuamente sconosciuta e continuamente accessibile, unica
e molteplice, forma dilatata del mio esserci, del mio partecipare e ricordare.
Del mio fingermi” A. Abruzzese, La radio
che non c’è...Donzelli p.7
11.Vedi qui
12. “Per
questa ragione, dunque Mosè, avvalendosi della vita divina e per ordine divino,
introdusse la religione di Stato, affinché il popolo facesse il suo dovere non
per paura, ma per devozione” idem, p.128.
13.È
un segno che la via intrapresa per uscire dalle secche della “razionalità
onnicomprensiva” è stata la poesia o l’arte, in genere.
14.Benjamin
porta sulla soglia dove si confondono immaginazione e realtà. Famoso l’esempio
del ritratto del bambino Kafka, impressionante per tristezza dello sguardo -
cornice reale della fotografia - ma debordante in quel buffo corredo,in
www.unipi
16.Berardi
Bifo risponde ad Abruzzese in questi termini ( estratto): “concatenazione
aperta comunità che si ricostruiscono sulla base di un principio che non è più
quello dello scambio mediato dall’astrazione del lavoro e del denaro, ma è fondato
sull’utilità in contesto. Proliferare e intrecciarsi di comunità localissime ma
reticolari che non si chiedono più‘quanto vale’ ma si chiedono ‘di cosa abbiamo
bisogno?’”.
17.A. Marcolongo, Alle
radici delle parole.
Caro Rosario, rimango sempre ammirato dalla tua capacità di indicare molteplici plurimi riferimenti entro un ampio orizzonte che non solo dimostra la tua diuturna ricerca che non conosce l’accidia intellettuale, ma soprattutto consente visioni e giudizi lungimiranti. Non ultimo è la conferma in actu exercito di quanto sostieni: sono veramente “le guide proprie della filosofia, curiosità ed amore”. Infine anch’io sono sollecitato o, come speranza non remota per il prossimo futuro, a scorgere “il proliferare e intrecciarsi di comunità localissime ma reticolari che non si chiedono più ‘quanto vale’ ma si chiedono ‘di cosa abbiamo bisogno?’” . Grazie.
RispondiEliminaCaro Gian Maria, il post è nato sull'idea di sopperire alle lacune della modernità, senza rinunciare all'umanesimo ma apportando quelle modifiche che lo aggiornano al tempo che corre ( in stato di dubbio e fede). Un grande abbraccio
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