L'oro che si nasconde in questo tempo difficile.
Post di Gian Maria ZavattaroIllustrazioni di Angelo Ruta (qui il sito).
Angelo Ruta, serie Aria |
E’difficile capire in questa fase
apparentemente recessiva se l’interludio del coronavirus abbia trasformato o
almeno inquietato tutti noi. Forse sì, forse no, chi più, chi meno, chi in
peggio.
Angelo Ruta, Città in fiamme |
Invece suscitano in me
sentimenti disparati di deplorazione, indignazione e rivolta altre tipologie,
tra loro interconnesse: da una parte i predatori
vogliosi e bisognosi di incrementare le loro truppe cammellate, dall’altra le
loro prevedibili potenziali prede, convinte
che il virus sia un’esagitata montatura ordita da oscuri potentati e decise a
ritornare sic et simpliciter ai costumi di prima, come se niente fosse. Finita la parentesi del languore, rimuovono dimenticano, incitati e
spinti a rimaneggiare la percezione di sé, degli altri, del mondo.
Ciechi e sordi
di fronte al virus che ha fatto cadere la maschera sugli aspetti patologici del
nostro mondo deragliato, che rivela solo a chi vuol vedere tutti i suoi
frantumi, le sue contraddizioni, l’assurdità di continuare ad “andare
zoppicando”, ad arrivare sempre troppo tardi per consegnare alle prossime
generazioni solo mani vuote. Ciechi e sordi
ai moniti di prudenza e di rispetto delle norme ancora in pieno vigore sulla
incolumità e salvaguardia altrui, eppure disponibili ad essere quotidianamente
colonizzati contagiati addormentati anestetizzati da frastuoni maliosi, slogan,
gesti e sceneggiate accortamente dosate. I manipolatori-predatori sanno bene
come incidere in questo tempo di incertezza ed insicurezza sulle pulsioni
profonde dell’irrazionale e dell’inconscio dei più fragili, largamente
utilizzando la quintessenza della manipolazione: accusare gli altri di
manipolare e di mentire. Concentrano i messaggi su un unico canale, un
pensiero unico (primum
vivere deinde -leggi:mai - philosophari); assillano sulla tutela della
sicurezza individuale contro gli altri, contro tutti, il resto non conta,
perché la solidarietà può divenire reato a tutti i livelli sociale
culturale politico economico psicologico ed anche religioso. L’obiettivo
neppure nascosto è addomesticare ad una “signoria politica”.
E lo ripetono
continuamente miriadi di volte, perché la reiterazione martellante induce a
credere come vero il falso, sonda gli umori, stordisce i creduli, canalizza
rabbia e rancori sociali contro gli avversari ed ancor meglio contro i
“diversi”, assicura truppe cammellate e la connivenza dei
media, abitua ad essere radiocomandati e teleguidati.
Angelo Ruta, serie Acqua |
Angelo Ruta, L'impostore |
E’ difficile non sentirsi
allo sbaraglio, alla mercé di questi rimaneggiatori che ricompongono riordinano
pilotano per noi le nostre vite ed i nostri pensieri, suggeriscono
comportamenti, dettano emozioni, spacciano come inevitabili i loro
rimedi. “Rimaneggiamento” che insinua addirittura l’illusione che il
popolo di abbindolati sia un popolo di libertà. E diffonde il disprezzo sia di chi governa sia del
Parlamento ridotto a luogo di spettacoli indecenti,
teatrino di bassifondi dove è lecito l’oltraggio dei “doveri inderogabili di
solidarietà” dichiarati dalla Costituzione e dal diritto internazionale.
Angelo Ruta, serie Acqua |
Questi sono gli aspetti oscuri, confusi, subdoli,
disorientanti, striscianti, desolanti del nostro tempo virale. Pare che nulla
sia cambiato, se non in peggio. Ma… Proprio in questo tempo sospeso “la luce non viene meno”
anche solo ad illuminare le risorse visibili ed invisibili di questo nostro
straordinario paese. Ben altre tipologie ci scorrono davanti, tutte dedite
a scoprire “l’oro di questo tempo”.
Sono persone in trincea ed in prima linea
ad ogni livello sociale sociosanitario scolastico culturale solidale
amministrativo…, sparsi in ogni comune ed in ogni regione. Persone che non lasciano morire la speranza,
anzi quotidianamente si educano a sperare, confermando la loro sorprendente
volontà di “con-versione”, vissuta come volontà di mutamento
radicale, metanoia.
E ancora persone - tra queste con titubante ardire mi
sforzo e provo e tento ogni giorno di collocarmi anch’io - che
vivono una forse imprevista ma significativa apertura a nuovi orizzonti e prospettive
prima trascurate se non ignorate. Ogni giorno difendono la propria ed altrui libertà di pensare (che è
annunciare e denunciare), se credenti non rifuggono la preghiera (Mt 6, 5-15),
mantengono salda ed integra la convinzione che la speranza è “memoria del futuro”, è “comunione”, riscoperta - ognuno a suo modo - del prossimo sia vicino sia
lontano. Ci si può liberare dal deragliamento del mondo, dalla
manipolazione dei profanatori e divoratori di anime, dagli assoldatori di
replicanti.
Se non siamo ciechi e sordi possiamo vedere ed ascoltare questo tripudio di speranza che sta rinascendo e rifiorendo: non sarà vano, perché “in questo tempo sospeso e difficile c’è non solo fatica e sofferenza, ma anche dell’oro, pur nella consapevolezza che bisogna scavare per trovarlo”.
Angelo Ruta, serie Aria |
Se non siamo ciechi e sordi possiamo vedere ed ascoltare questo tripudio di speranza che sta rinascendo e rifiorendo: non sarà vano, perché “in questo tempo sospeso e difficile c’è non solo fatica e sofferenza, ma anche dell’oro, pur nella consapevolezza che bisogna scavare per trovarlo”.
Grazie, Gian Maria Zavattaro, è quello che in questo particolare momento, sento anch'io. Fino a qualche mese fa c'era un mondo alla deriva in fatto di umanità: il REATO di solidarietà ne era l'espressione manifesta. Veniva penalizzato chi aiutava i naufraghi a salvarsi dall'annegamento. E assistevamo sgomenti al numero quotidiano di morti in mare, ai corpi dei bambini restituiti dal mare, abbandonati sulla spiaggia. E le notizie delle torture nei lager libici, cui erano soggetti i migranti, soprattutto donne e giovani, non ci facevano arretrare dal contribuire allo scempio, rifornendo di soldi e di armi gli aguzzini. La Siria martoriata da una guerra decennale le cui prime vittime sono state migliaia di bambini o quelli dello Yemen che non erano nemmeno ricordati dai quotidiani e dai telegiornali. Questo era il nostro mondo pre-covid e noi vogliamo ritornare a prima? Cosa vogliamo rimpiangere di quel mondo ingiusto? La nostra egoista tranquillità, il nostro benessere pagato con la vita di migliaia di persone?
RispondiEliminaLa vita riesce ad essere sorprendentemente generosa nel darci l'opportunità di rinsavire. Certo il prezzo è alto, molti l'hanno pagato con la vita.
Ma per non far sì che siano morti invano è necessario cambiare, non essere sordi, ciechi e muti, difronte alle ingiustizie, allo sfruttamento lavorativo, alle disuguaglianze sociali, l'avidita` di ricchezze di alcuni che calpestano i bisogni primari di milioni di persone, l'indifferenza di molti che sanno badare solo al cortile di casa loro.
Un sistema iperproduttivo che provoca inquinamento globale, malattie, morte è un sistema che va cambiato. Subito.
Abbiamo visto che può essere già troppo tardi.
Gent. Maria Paola, grazie per le sue appassionate riflessioni che rafforzano il nostro comune sentire e ci confortano nel continuare a non tacere ma a perseverare nell’annunciare e denunciare, ben consapevoli della nostra pochezza.
EliminaNella pagina del blog leggo già un commento vibrante e profetico.
RispondiEliminaIl prima era il “ tempo malato”!
Grazie a Dio, il tempo rinasce...e, dopo il “tempo sospeso “, Gian Maria, può venire il “ tempo della rinascita “. Ci hai indicato il marciume, gli inganni e i trabocchetti, a noi spetta metterci alla “ ricerca dell’oro”.
Solo : non sia “ corsa all’oro” da farwest. Sia l’oro della fraternità, della reciproca accoglienza!
Caro Rosario, una bella sfida ed un preciso impegno per il futuro: occorrerà – parlo ovviamente soprattutto per me - scavare un bel po’ in noi per trovare, far rinascere fraternità ed accoglienza.
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RispondiEliminaBuongiorno, Gian Maria. Ho letto con attenzione le sue considerazioni, che sostanzialmente condivido. Grazie. Speriamo di essere 'illuminati' nel presente e nel futuro, che avverto però davvero in salita, difficile e incerto.
RispondiEliminaCondivido la salita, difficile ed incerta ed ancora la speranza di essere “illuminati”. Grazie.
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