Nicolas Poussin, Strage degli innocenti, 1628-29 |
Che cosa possono fare persone irrilevanti come me e tanti miei amici? Quali speranze possiamo coltivare, noi che contiamo ben poco, per un mondo liberato da questi scandali quotidiani?
L’ambivalenza di questi giorni natalizi ha un suono amaro: è il dramma del nostro mondo anche in questo tempo di Natale pervaso da omicron, tempo di festa e di tragedia, della gioia dei pastori e della strage degli innocenti… Il Natale non è una festa irenica, ma una festa che rivela il mondo (forse anche la nostra esistenza) nella sua ambivalenza di accoglienza o di rifiuto. “Quando piangeremo con coloro che piangono perché è morto un bimbo che poteva non morire, perché un uomo mutilato poteva non esserlo, perché un uomo ha passato in carcere venti anni che avrebbe potuto non passare, allora forse, sapremo sperare.” (M. Delbrel, Noi delle strade, Gribaudi, 1995, p. 274). Non conosco alternativa a questo modo di sperare: piccoli e grandi gesti quotidiani di compartecipazione, concreta espressione del modo di vivere il nostro cammino storico, senza lasciarci scoraggiare. Speranza che non si adatta al male esistente; speranza che è sempre al di là, senza dimora permanente, inquietudine insoddisfatta; speranza in ideale comunione con migliaia e migliaia di persone che ogni giorno ricercano reciproca accoglienza.
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Grazie di cuore e buon anno a voi!!!
RispondiEliminaGrazie. Di tutto cuore Rossana ed io ricambiamo l’augurio di buon anno. Buono inteso nella pienezza e varietà polivalente di questo aggettivo qualificativo: tendente al bene misericordioso probo pudico integerrimo irreprensibile mite competente capace squisito delizioso gradito sereno felice gaio gioioso caritatevole….
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