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domenica 19 dicembre 2021

Perché attendiamo?

L'Avvento come "tempo del senso della vita".
Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini delle opere di Angelo Balduzzi, con gentile autorizzazione (qui il sito).
 

Angelo Balduzzi, E viene giù dal cielo
“Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?” (C. Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi, Torino 1973, p. 276. Cfr anche il titolo di "Tracce" «Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora, perché attendiamo?» gennaio 2013, Appunti dagli Esercizi spirituali degli universitari di CL, Rimini, 7-9.12.12).

 
Perché, chi, cosa attendere?
Coloro che vogliono vivere in profondo la fede cristiana “attendono” le promesse del Signore Gesù, figlio del Dio vivente e sanno perché (1). L’Avvento è “attesa” nel significato originario dell’etimo: tempo vivificante che tiene desta l’attenzione verso eventi considerati decisivi a cui ci si dedica con vigile cura e coerenti scelte di vita.
Il guaio è che oggi non si sa attendere. Si aborrono i tempi d’attesa di qualunque genere e specie. Nel nostro liquido presente le attese, non importa se vitali o accidentali, sono insopportabili, perché vissute come tempo morto, sprecato.  Non si ha tempo da perdere nella corsa compulsiva a vivacchiare nel consumismo e nel conformismo.
L’Avvento, “tempo dell’attesa vivificante”, richiede invece “attenzione”: fare in noi e attorno a noi silenzio per contemplare, ascoltare, pregare, amare, perdonare, accudire, pazientare, curare…cioè vivere intensamente la vita. In ognuno di noi questo tempo ha la cifra del vigore della propria fede speranza carità, ha il sigillo della propria passione e azione, intelligenza, coerenza, fedeltà. Attesa non passiva che reclama la conversione.
 
Angelo Balduzzi, Beati gli afflitti
💥 La tempesta della variante omicron assume in questa temperie del covid un rilievo nuovo e - nell’esasperata divisione tra l’I Care della fraternità e le crude noncuranze di indifferenza o di inflessibili cecità - ripropone domande pressanti sul vivere, sul morire, sul dolore, sull’incertezza (anche della scienza), sulla precarietà della vita, sulla povertà che si allarga a dismisura ovunque, sui neonati migranti posti in improvvisate mangiatoie, sulla solitudine degli anziani, sui giovani allo sbando a scuola ed in famiglia, sulle nostre paure incapaci di “sguardo attento”, sul significato di prossimità e distanza, sul vaccino e le mascherine che non sono affare individuale ma correlato alla comunità e alla responsabilità verso gli altri, sui nostri modi appunto di relazionarci con “l’altro”… 
Parafrasando Paul Clodel per il quale “il tempo è il senso della vita”, a me pare che l'Avvento sia proprio "il tempo del senso della vita", il paradigma di ogni nostro istante temporale che dovrebbe essere sempre teso in modo esplicito od implicito a cercare risposte a domande imbarazzanti - quelle che ci mettono a disagio - su ciò che ognuno di noi presume di essere, sui propri desideri ed aspettative, sui propri autoinganni. Io chi sono? Tu Rossana chi sei? Loro, gli altri, chi sono? I nostri cari, fratelli sorelle figli nipoti, i nostri amici e amiche e i miliardi di sconosciuti sparsi nel mondo chi sono?
 
Angelo Balduzzi, Beati i puri di cuore
💥 Allora è questo il tempo in cui fare silenzio, gioiosamente ed impietosamente farsi voce nel deserto per ascoltare e riconoscere la Parola, invocando lo Spirito "che dà la vita". Il tempo del “Vegliate State attenti” (Mc13,33-37), in cui  mia moglie ed io, con le nostre fragilità ed omissioni, ci siamo riproposti, in sintonia virtuale con i nostri amici e amiche, di vivere l'Attesa 2021 e segnatamente questi ultimi giorni di vigilia: 
- tempo della memoria (perché nulla vada perduto), della cura del presente (nell’ascolto e nel silenzio interiore), della speranza contro la disperazione. 
- tempo  della gioia contro la tristezza e l’afflizione. Gioia non è gioconda allegrezza di chi sta bene: è letizia coniugabile con  disagio sofferenza preoccupazioni quotidiane infermità paura… (2). 
 - tempo della  preghiera di lode, di ringraziamento,  adorazione,  invocazione: Maranathà Vieni signore Gesù. 
- tempo degli incontri autentici di ospitalità accoglienza solidarietà, del gusto  di comunicare con tutti e parlare con chi  non si è mai parlato.  
- tempo dei gesti gratuiti, del sapore della libertà, fiducia in se stessi e negli altri.
Angelo Balduzzi, Beati coloro che cercano la giustizia
- tempo della sobrietà per assaporare insieme i frutti della terra, vivere godendo l’esistenza  nostra e degli altri come un dono, cantare le bellezze del creato.
- tempo dell’“elemosina”, quella vera autentica espressa dalla bella parola greca eleèo: appassionata tenerezza, dono impegnativo del proprio tempo e di sé, non riducibile  al buonismo. Richiama la fraternità / sororità: prendersi cura degli altri secondo le proprie possibilità, amare in plenitudine il mondo e tutti… Oggi con il nuovo dilagare del covid ci vogliono coraggio e pazienza per rischiare l'avventura e "il senso della vita", per dire “noi” alle persone che ci vivono attorno impegnandoci a lasciare il mondo più bello di come lo si è trovato, per vedere ogni persona che incontriamo come un dono offertoci da Dio. Lo dico ogni giorno alla mia Rossana e Rossana a me. Lo possiamo dire agli amici e gli amici a noi. Lo possiamo dire a figli e nipoti. Lo possiamo dire a chiunque incontriamo: una via per entrare in relazione-comunione e non chiuderci nel nostro mondo, assillati da tante urgenze. 
 
💥 Se ho una paura del giudizio finale della Parusia è proprio quella delle mie mani vuote per non avere camminato con tutti coloro, uomini e donne, il cui senso della vita sta nell’essere presenti alla gioia e al dolore, alla sofferenza e speranza, ai bisogni materiali e spirituali degli altri,  perché l'Altro, Colui che non ha voluto lasciarci soli,  è sempre in ogni altro.

Angelo Balduzzi, Beati voi

Avvento (Thomas Merton). 

Affascinate, cieli, con la vostra purezza
queste notti d’inverno 
e siate perfetti! 
Volate più vive nel buio di fuoco, silenziose meteore, 
e sparite. 
Tu, luna, sii lenta a tramontare, 
questa è la tua pienezza! 
Le quattro bianche strade se ne vanno in silenzio 
verso i quattro lati dell’universo stellato. 
Il tempo cade, come manna, agli angoli della terra invernale. 
Noi siamo diventati più umili delle rocce, più attenti delle pazienti colline. 
Affascinate con la vostra purezza queste notti di Avvento, 
o sante sfere, 
mentre le menti, docili come bestie, 
stanno vicine, al riparo, nel dolce fieno, 
e gli intelletti sono più tranquilli delle greggi che 
pascolano alla luce delle stelle. 
Oh, versate, cieli il vostro buio e la vostra luce sulle nostre 
solenni vallate; 
e tu, viaggia come la Vergine gentile 
verso il maestoso tramonto dei pianeti, 
o bianca luna piena, silente come Betlemme!

Angelo Balduzzi, Beati i miti
💥 Note.

1. Attesa: participio passato sostantivato di attendere, dal lat. attendere-tendere a, che significa nella forma transitiva aspettare e nella intransitiva tendere verso, rivolgere l’attenzione a qualcosa, prendersi cura, dedicarsi. L’Avvento (latino adventus, "venuta") è il preminente tempo dell’attesa cristiana nella duplice tensione verso il Natale - l’evento di Betlemme che ha cambiato la storia del mondo e ravviva la speranza che Dio non ci lascia soli - e la Parusia, l’al di là di ogni scorrere dei tempi, la meta della storia, la seconda venuta del Signore Gesù Cristo, compimento e manifestazione suprema della “presenza” che ha avuto inizio con la sua prima venuta e che continua nel mistero dell’Eucaristia, della Chiesa, della Carità e dei Poveri. “Parusia” deriva dal greco παρουσία, dal verbo πάρειμι (pàreimi), composto da παρά (parà) “al fianco - accanto - vicino” e dal verbo εἰμί (eimì) “essere”: essere presente, vicino, accanto, al fianco. La traduzione “presenza” significa “arrivo” di chi, arrivando, si fa presente.
2. S. Weil ha scritto che “la gioia altro non è che il sentimento della realtà e la tristezza altro non è che indebolimento o la scomparsa di questo sentimento”.

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