Post di Gian Maria Zavattaro.
William Adolphe Bouguereau, Canto degli angeli, 1881, particolare |
“Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!..” (Don Tonino Bello).
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Provo a districarmi tra i tanti possibili messaggi di natalizia speranza, senza cadere nelle banalità augurali, riflettendo su come abbiamo mia moglie ed io trascorso l’Avvento, tempo dell’attesa vivificante e del senso della vita. Volevamo e vogliamo - nonostante il dilagare nel mondo di violenze e sofferenze di ogni genere e nonostante le mie omissioni e promesse mancate - intravvedere un salvifico orizzonte natalizio, che in modo esplicito e dirompente testimoni la verità del Natale.
Il pensiero corre a David Maria Turoldo (Vieni sempre Signore (in L’incanto del Natale nella poesia e nell’arte, ed. Paoline, 1996, pp. 227-228), presbitero appassionato ardente, e a don Tonino Bello (Auguri scomodi), vescovo, che anni fa ho incontrato quasi per caso a Molfetta.
Auguri scomodi.
Invocazioni conturbanti che esigono risposte franche non sbrigative. Nel frastuono del mondo: rumori incessanti di guerre, cronache continue di violenze, nel vortice di nenie e luminarie, caos di consumi ridimensionati dal dilagare della povertà, disturbati da chi rimuoviamo dalla nostra vista, gli ultimi, invisibili. Veramente viviamo l’Avvento come attesa? Cristiana o pagana? Di rinascita o di giorni festaioli?
Turoldo e Tonino Bello ci additano la verità del Natale: la comunione di gratuità tra gli uomini più forte d’ogni violenza, la promessa di salvezza sancita da Dio bambino. Ci sollecitano a non smarrirci, a “convertirci” alla vita di donazione preghiera coraggio dell’ospitalità, a liberarci della nostra ipocrisia indifferente alle ingiustizie e tragedie quotidiane. C'invitano a riscoprire “l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio” perché “sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza”. Come, le parole di Papa Francesco, nella loro sintetica semplicità, a Natale di qualche anno fa:
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P.S. Mia moglie mi suggerisce di almeno accennare a “UN ANGELO DI NATALE” di Walter Benjamin (filosofo tedesco, antifascista, aderente al marxismo riletto attraverso suggestioni ebraiche) che scava nella sua infanzia alla ricerca di quanto si è perduto e della "promessa di felicità" che ogni essere umano attende. Natale visto con gli occhi di un bambino ebreo. Ricordi infantili festosi: decorazioni, luci, canti corali, regali, clima suggestivo non dissimile dal nostro. Ma anche ricordi infantili di solidarietà ai poveri abitanti dei cortili dalle le finestre oscure che nascondono solitudine, vecchiaia, privazioni e “ tutto ciò di cui la povera gente tace”, e l’ipocrisia delle elemosine… Soprattutto il bambino si sente vicino solo all’albero del Natale, quando giace nel cortile senza più decorazioni e che già prima, nella sua “gloria” di luci, era per lui una realtà estranea. Ribaltamento di prospettive: “Gesù bambino, il cui ritorno viene invocato in un canto natalizio, nasconde la venuta dell’angelo che potrebbe trasformare la storia. Sotto lo sguardo anarchico del bambino ciò che è socialmente sanzionato appare come negativo, ciò che viene disprezzato e dimenticato, come portatore di speranza.” (Bernd Witte). Cfr. W, Benjamin, Un Angelo di Natale, Il Melangolo, Genova 2018. Oppure: qui.
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Padre della notte.
Da Rosario : prima parte La Bibbia insegna, la Bibbia ammonisce : è umana la tentazione della idolatria.
RispondiEliminaIl Natale…. Gesù bambino nella stalla, tra i pastori, è un monito continuo per
distoglierci da questo errore. Dalla profanazione del Sacro..
Seconda parte. Un inesauribile ringraziamento per avermi fatto leggere questo immenso scritto ( non bisogna dilungarsi tanto per arrivare all’assenza. Semplicità, rigore, scomodità, anticonformismo non di maniera ma di convinzione messa in atto, ardore della fede…e, in fondo, la “ chicca” di un sorprendente, poetico W. Benjamin.
✨✨✨💫💫💫🙏🍀🫂
Corrige : essenza e non assenza
RispondiEliminaCaro Rosario condivido appieno: "la Bibbia insegna, ammonisce". I festeggiamenti del Natale avvengono "senza il Festeggiato": tentazione idolatrica e profanazione del Sacro. La "chicca" è tutto merito di Rossana. Grazie.
EliminaGrazie di questi auguri così intensi, significativi e veri.
RispondiEliminaBuon Natale a voi e un abbraccio a Rossana!
Grazie di questo post natalizio così autentico e sentito. Soprattutto per gli auguri scomodi del compianto don Tonino Bello. Auguri di cuore a lei, Rossana e Rosario.
RispondiEliminaGrazie. Rossana ed io ricambiamo gli auguri con sentito affetto e sincera amicizia.
RispondiEliminagrazie. Buon nuovo anno a voi
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