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martedì 20 dicembre 2022

Auguri scomodi.

Spunti per il Natale che viene.

 Post di Gian Maria Zavattaro.

William Adolphe Bouguereau, Canto degli angeli, 1881, particolare
“Quando piangeremo con coloro che piangono perché è morto un bimbo che poteva  non morire, perché un uomo mutilato poteva  non esserlo, perché un uomo ha passato in carcere venti anni che avrebbe potuto non passare, allora forse, sapremo sperare” (M. Debrel, Noi delle strade, Gribaudi, 1995, p. 274).

“Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io,  invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!..” (Don Tonino Bello).

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Provo a districarmi  tra i tanti possibili messaggi  di natalizia speranza, senza cadere nelle banalità augurali, riflettendo su come abbiamo mia moglie ed io trascorso l’Avvento, tempo dell’attesa vivificante e del senso della vita. Volevamo e vogliamo - nonostante il dilagare nel mondo di violenze e sofferenze di ogni genere e nonostante le mie omissioni e promesse mancate - intravvedere un salvifico orizzonte natalizio, che in modo esplicito e dirompente testimoni la verità del Natale.

Il pensiero corre a David Maria Turoldo (Vieni sempre Signore (in L’incanto del Natale nella poesia e nell’arte, ed. Paoline, 1996, pp. 227-228), presbitero appassionato ardente, e a don Tonino Bello (Auguri scomodi), vescovo,  che anni fa ho incontrato quasi  per caso a Molfetta.           

Vieni sempre, Signore” .
“Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci.
noi siamo sempre più tristi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, Tu che ci ami:
nessuno è in comunione con il fratello
se prima non è con Te, Signore.
Noi siamo lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni ,Signore,
vieni sempre, Signore.”

Auguri scomodi.


Invocazioni conturbanti che esigono risposte franche non sbrigative. Nel frastuono del mondo: rumori incessanti di guerre, cronache continue di violenze, nel vortice di nenie e luminarie, caos di consumi ridimensionati dal dilagare della povertà, disturbati da chi rimuoviamo dalla nostra vista, gli ultimi, invisibili. Veramente viviamo l’Avvento come attesa? Cristiana o pagana?  Di rinascita o di giorni festaioli?

Turoldo e Tonino Bello ci additano la verità del Natale: la comunione di gratuità tra gli uomini più forte d’ogni violenza, la promessa di salvezza sancita da Dio bambino. Ci sollecitano a non smarrirci, a “convertirci” alla vita di donazione preghiera coraggio dell’ospitalità, a liberarci della nostra ipocrisia indifferente alle ingiustizie e tragedie quotidiane. C'invitano a riscoprire “l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio” perché “sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza”. Come, le parole di Papa Francesco, nella loro sintetica semplicità, a Natale di qualche anno fa:

William Adolphe Bouguereau, Canto degli angeli, 1881
“Natale è per ogni uomo e donna che veglia nella notte,
che spera in un mondo migliore,
che si prende cura degli altri,
cercando di fare umilmente il proprio dovere”
(Papa Francesco).

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P.S.    Mia moglie mi suggerisce di almeno accennare a “UN ANGELO DI NATALE”  di Walter Benjamin (filosofo tedesco, antifascista, aderente al marxismo riletto attraverso suggestioni ebraiche) che  scava nella sua infanzia alla ricerca di quanto  si è perduto e  della "promessa di felicità" che ogni essere umano attende.  Natale visto con gli occhi di un bambino ebreo. Ricordi infantili festosi: decorazioni,  luci,  canti corali, regali, clima suggestivo non dissimile dal nostro. Ma anche ricordi infantili di  solidarietà ai poveri abitanti dei cortili dalle le finestre oscure che nascondono solitudine, vecchiaia, privazioni e “ tutto ciò di cui la povera gente tace”, e l’ipocrisia delle elemosine… Soprattutto il  bambino  si sente vicino solo all’albero del Natale, quando giace nel cortile  senza più decorazioni e che già prima, nella sua “gloria” di luci,  era per lui una realtà estranea. Ribaltamento di prospettive: “Gesù bambino, il cui ritorno viene invocato in un canto natalizio, nasconde la venuta dell’angelo che potrebbe trasformare la storia. Sotto lo sguardo anarchico del bambino ciò che è socialmente sanzionato appare come negativo, ciò che viene disprezzato e dimenticato, come portatore di speranza.” (Bernd Witte). Cfr. W, Benjamin, Un Angelo di Natale, Il Melangolo, Genova 2018. Oppure: qui.

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 Padre della notte. 

7 commenti:

  1. Da Rosario : prima parte La Bibbia insegna, la Bibbia ammonisce : è umana la tentazione della idolatria.
    Il Natale…. Gesù bambino nella stalla, tra i pastori, è un monito continuo per
    distoglierci da questo errore. Dalla profanazione del Sacro..
    Seconda parte. Un inesauribile ringraziamento per avermi fatto leggere questo immenso scritto ( non bisogna dilungarsi tanto per arrivare all’assenza. Semplicità, rigore, scomodità, anticonformismo non di maniera ma di convinzione messa in atto, ardore della fede…e, in fondo, la “ chicca” di un sorprendente, poetico W. Benjamin.
    ✨✨✨💫💫💫🙏🍀🫂

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  2. Corrige : essenza e non assenza

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    1. Caro Rosario condivido appieno: "la Bibbia insegna, ammonisce". I festeggiamenti del Natale avvengono "senza il Festeggiato": tentazione idolatrica e profanazione del Sacro. La "chicca" è tutto merito di Rossana. Grazie.

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  3. Grazie di questi auguri così intensi, significativi e veri.
    Buon Natale a voi e un abbraccio a Rossana!

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  4. Grazie di questo post natalizio così autentico e sentito. Soprattutto per gli auguri scomodi del compianto don Tonino Bello. Auguri di cuore a lei, Rossana e Rosario.

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  5. Grazie. Rossana ed io ricambiamo gli auguri con sentito affetto e sincera amicizia.

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