Promettere costa poco, si
dice, se poi non si mantiene l'impegno.
E non farlo? Costa ancor meno, praticamente niente,
E non farlo? Costa ancor meno, praticamente niente,
basta girarsi dall'altra parte.
Una promessa è un
impegno,
è il mettersi ancora in
corsa,
è il non sedersi su quel
che si è fatto.
Dà nuove responsabilità,
obbliga a cercare, a
trovare nuove energie.
(Gino Strada)
Delle false promesse... |
Promessa: da
“pro-mittere”, mettere davanti a, mandare innanzi, lasciar crescere,
assicurare, garantire, sperare, annunziare, presagire, sottoporre allo sguardo
di …
Delle vere promesse ... |
La nostra
esistenza è costellata di promesse date e ricevute, senza le quali la
nostra vita sarebbe un cammino insipido, perso nell'attimo fuggente e privo
di trepidazioni. Sono il sale della vita, ci aprono ai
bagliori dell’attesa ed alla luce della speranza, ci dischiudono orizzonti
impensati.
Sono tante le promesse:
ci sono quelle che scavano la nostra vita, segnano avvenimenti per noi
decisivi e fondano scelte definitive, come il battesimo per il credente, il
matrimonio, la relazione amicale, le decisioni prime ed ultime in campo
religioso, sociale, politico, professionale che impegnano tutta una vita; ci
sono le promesse giuridiche-contrattuali che vincolano a una certa prestazione
una o ambedue le parti; ci sono le promesse giurate, con tutte le
speciali modalità di obbligazione, come il voto religioso o
la promessa del celibato nel prete cattolico; ed infine le promesse che
fanno parte della nostra esperienza quotidiana, non importa se esplicite o
implicite o persino silenziose e non verbali.
Delle promesse che danno luce alla nostra vita... |
Delle promesse che impegnano per la vita... |
Sono quelle di tutti i
giorni che mi interessano, perché sono la modalità normale di
relazionarci con noi stessi e con gli altri, il dare e mantenere la parola in
tutte le circostanze, assumere un impegno, obbligarsi nei confronti di noi
stessi e di altri: sono la vita del padre e della madre che accudiscono i
figli, la vita che vivono ogni giorno marito e moglie, la vita dei lavoratori
nelle varie professioni, la forza delle relazioni amicali ed interpersonali,
l’impegno quotidiano nel volontariato, i progetti di chi si dedica ogni
giorno all’azione politica e sociale perché animato/a da una forte passione...
Delle promesse di ogni giorno... |
Il fatto è che non sarebbe possibile
la convivenza umana senza promessa, emblema della nostra condizione
esistenziale, del nostro interagire con le persone nella società, del
nostro concepire il tempo della vita.
Preziosa nella sua fragilità, non si
perde nella fugacità dell’istante, lo trascende, invoca la
durata e la fedeltà nel divenire, unisce l’impegno con la coerenza, la
libertà con il vincolo dell’obbligazione.
Delle promesse che sfidano la fugacità del tempo... |
Paul
Ricoeur afferma che proprio per questo la promessa è forse la più
ambiziosa ed eccellente tra le nostre possibilità decisionali: rifiuta
l’unilateralità del presente, anticipando progettualmente il futuro (fare una
promessa significa in qualche modo essere padroni di un futuro già nel
presente); trasforma il fluire del tempo, del nascere e del perire,
nella “durata”, dono da condividere con altri nell'accettazione della
propria ed altrui finitezza; definisce la nostra libertà come responsabilità,
plasma noi stessi, segna le relazioni interpersonali ed i rapporti
sociali per il tempo che viene.
Delle promesse che trasformano il fluire del tempo nella durata... |
Per Ricoeur alla base della promessa non vi è una
struttura duale (promettente-destinatario) ma triangolare: ”io devo
mantenere la mia promessa” - “tu puoi esigere da me” - “è necessario
mantenere le proprie promesse per aumentare la fiducia di tutti nello schema di
cooperazione della propria comunità”». La promessa trascende la
sfera privata e diventa segno di una possibile autentica
comunità umana costruita sulla “dimensione fiduciaria” che il promettere
stesso rafforza e rende operante. Ogni promessa di ciascuno di
noi dunque contribuisce a costruire e migliorare una convivenza basata
sul rapporto fiduciario.
Anzi, proprio perché impegna chi la
pronuncia come soggetto responsabile, rivela e fa appello al
fondamento morale insito nella capacità dell’uomo di restare fedele a se
stesso, al tu, al noi, alla realtà che lo circonda. Infatti non
tutti sono capaci di promettere e di mantenersi fedeli alla promessa. Lo
sono unicamente coloro che vivono una dimensione etica, coloro che
sono capaci di fiducia in se stessi e nel “tu”, capaci di
amare, di donare e di disporre di sé in libertà con la forza della
decisione.
Delle promesse che fondano la convivenza... |
Quale atteggiamento allora assumere nei riguardi di chi non
mantiene le sue promesse? Ricoeur, andando ben oltre la dimensione morale
e politica, parla di perdono. Ma questo ci porterebbe lontano. Magari
un'altra volta...
Delle promesse nella nostra società liquida ... |
Oggi, nella nostra “società liquida” dove le “vite di corsa”
sono la condizione umana generalizzata che si consuma nella quotidianità di un
perpetuo e trafelato presente, è difficile una consapevole promessa, che non
può essere consumata, ma che richiede fedeltà nella durata. Eppure, se data e
mantenuta, può diventare una sorta di sfida alla liquidità ed
anticipazione di nuovi stili di vita e modalità di relazione. E allora è
bene non cessare di promettere e di esserne fedeli: finché ci saranno promesse (date e mantenute) potremo tutti
contare sull’attesa gioiosa della vita, sulla gratitudine, l’amore
fedele, la pazienza, persino il
perdono ...
Per il credente
cristiano non vale forse la
ferma fede di D. Bonhoeffer che "Dio è Padre non perché esaudisce
tutti i nostri desideri, ma perché mantiene le sue promesse"?
Delle promesse in cui confidano i credenti... |
"PROMISSA-ORUM"
RispondiEliminaLa "Promessa" è in modo rilevante, presente nel dibattito sull'etica e la morale, nelle sue espressioni più svariate (Genealogia della morale) di Nietzsche, oppure in (Sé come un altro) di Ricoeur - trovasi al centro di alcuni rapporti di ciò che è stata definita: la "Filosofia pratica" o politica del XX° secolo. La "Facoltà di promettere" della Arendt - prescindendo da commistioni di estrazione religiosa o teologica. Limitandosi dunque, ad analizzare " La promessa", dal lato umano con le sue connessioni etico-politiche. La promessa come ben dice Gian Maria: obbliga a cercare, a trovare nuove energie. La nostra vita è un susseguirsi di promesse, di carattere legale, commerciale, politico, sociale, religioso, sentimentale...E' un contratto verbale, fatto a sé stessi, ad altri - l'assunzione di un impegno. Promettere, significa mantenere. Per mantenere un impegno bisogna attivarsi per trasformarlo in realtà e, questo è il modo per mettere alla prova sé stessi, e crescere. La promessa va mantenuta. E' un impegno che mette in gioco la nostra credibilità, la nostra onestà, la nostra integrità morale. E' uno stimolo al miglioramento di noi stessi, e quando bilaterale, anche del nostro beneficiario. E' vero, Gian Maria: alcune promesse richiedono...fedeltà nella durata - credo che queste siano le più impegnative, ma anche le più feconde. Molto bella la tua chiusa: " Dio è Padre, non perché esaudisce tutti i nostri desideri, ma perché mantiene le Sue promesse." (D. Bonhoeffer ) " Sono in attesa di un suo libro", che su tuo suggerimento ho ordinato. Ti leggo sempre con estremo interesse. Un abbraccio a entrambi.
Caro Franco, vedo che stai mantenendo la tua promessa di non essere secondo a nessuno nella conoscenza storico-filosofica…: una sfida che colgo con piacere e con sentimento forte di amicizia, ma anche con entusiasmo (cosa che alla mia età fa solo bene). Sono quasi passati due anni dal nostro primo incontro in ospedale: chi poteva allora immaginare che si sarebbe risolto in una promessa di condivisione di esperienze vissute e di fraterna e franca amicizia? Dunque ogni giorno può celare e scoprire a sorpresa una promessa: il problema è saperla leggere, decifrare e vivere. A presto.
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