|
Parliamone... |
L’empatia (lett. “sentire dentro
l'essere con l’altro”) non è una tecnica, anche se si vale di tecniche,
ma un atteggiamento diversamente vissuto da ognuno di noi, perché diversa è in
ognuno la storia, la cultura, l’intelligenza, la sensibilità.
|
... empatia è capacità di ascolto... |
Capacità ed abitudine ad
ascoltare ne sono il segno. Ascoltare significa far tacere i propri
pregiudizi (sia negativi sia positivi) per esporci al rischio di
lasciarci invadere dall’altro; significa silenzio in noi stessi per
incontrare l’altro, per fare posto alla sua parola, al suo volto,
al suo sguardo, alla sua voce, al suo corpo, ai suoi gesti.
|
... empatia è lasciarsi invadere
dall'altro... |
Ascoltare è difficile: lo
sappiamo tutti bene! Non è forse pressoché esperienza normale non ascoltare più
il nostro interlocutore quando le sue idee ci sembrano sbagliate o ci urtano,
provocando una ricerca di argomenti che ci distrae da ciò che egli sta
continuando a dire?
|
... arte difficile .... |
E poi non capita spesso a
noi, fiduciosi nella perspicacia delle nostre abilità
interpretative, di credere di capire il pensiero del
nostro interlocutore prima che abbia finito di esprimerlo? E, avendo creduto di
capire, non prepariamo forse la nostra risposta mentre finisce di
parlare, quando addirittura non gli togliamo la parola ed in ogni modo
non lo ascoltiamo? Difficile è l'ascolto e non si improvvisa...
|
...empatia è comprensione ... |
La comprensione e l’attenzione
sono il secondo segno.
Comprensione come com-prendere, prendere insieme; attenzione nel significato
profondo di “tendere a”, un avvicinarsi che diventa com-petenza,
tendere a raggiungere insieme qualcosa che ora non c’è, capire il
pensiero dell’altro stando attenti a tutta la persona e, al di là
delle parole, cogliere il suo orizzonte di riferimento "come se"
fosse il proprio.
|
... empatia è entrare nel mondo dell'altro ... |
Carl Rogers (il teorico del
metodo non direttivo, autore a me molto caro, sul cui metodo ho
imbastito tanti anni fa la mia tesi di specializzazione in psicologia
e soprattutto poi la mia prassi di docente e di preside)
scriveva: “Ogni persona non può parlare francamente per difendere
le proprie idee che dopo aver riesposto le idee ed i sentimenti della persona
che ha parlato prima di lei, esattamente e con piena soddisfazione di
quest’ultima […]. Vedreste che cosa ciò significherebbe.
|
... empatia è assumere
la prospettiva dell'altro ... |
Significherebbe semplicemente che
prima di esprimere il vostro punto di vista, sarebbe necessario assimilare il
quadro di riferimento dell’altra persona, comprendere i suoi pensieri ed i suoi
sentimenti sino al punto di riassumerli in vece sua. Ciò sembra facile e
semplice, non è vero? Ma se farete questo tentativo, scoprirete che è una delle
cose più difficili che abbiate mai tentato di fare. Tuttavia quando sarete
stati capaci di vedere il punto di vista dell’altro i vostri ulteriori commenti
dovranno essere rivisti radicalmente”.
|
...e saperla esprimere
con piena soddisfazione dell'altro... |
E così diventa possibile vivere
ed esprimere reciproca com-passione, "come se" fossi l'altro (in
una sorta di “calore freddo” diceva Rogers), senza mai rinunciare alla propria
alterità, senza mai cadere nella patologia del perdersi e
nell'immedesimarsi nell'altro.
|
... empatia è immedesimarsi
senza perdere la propria identità ... |
C’è però una condizione
“sine qua non” che precede ogni altro segno: la congruenza, la coerenza
con se stessi, l’attenzione a ciò che succede dentro di noi per
identificare i nostri punti deboli, vulnerabili, i nostri spazi protetti, le
nostre maschere, i nostri errori. Congruenza è desiderio di una verità
sempre maggiore, senza rinchiudersi in un tranquillo possesso di
argomenti o problemi che crediamo di conoscere, disposti a
mutare le proprie opinioni o convinzioni, anche se a noi non piace, specie di
fronte agli altri. Ogni giorno non mi stanco di ripetere a me stesso che
non saprò comunicare autenticamente con gli altri se non saprò comunicare con
me stesso in un apprendistato continuo dell’accettazione di me, nella mia
solitudine e differenza. Il coraggio di essere se stessi è contagioso: di
fronte ad una persona percepita come autentica, anche gli altri sono
sollecitati ad essere autentici e congruenti.
|
... l'empatia richiede autenticità ... |
In conclusione: l’empatia non è
un plus, una benigna concessione di un buonismo facilone. E’ invece
ciò che contraddistingue ogni autentica relazione interpersonale,
sociale e politica. Soprattutto è ciò che differenzia il professionista
dal mestierante, il politico dal politicante. Pensate al diverso modo di essere
e “fare” il politico, il sindaco, il consigliere, il preside, il docente,
l’educatore, l’assistente sociale, il medico, l’infermiere ed ogni professione
che impone e presuppone relazioni interpersonali.
|
...l'empatia è presupposto
di ogni comunicazione ... |
Perché non approfondire il rapporto tra empatia e ruolo
politico e sociale?
|
...Empatia: parliamone... |
Per chi fosse interessato proponiamo questo video sui fondamenti neurologici dell'empatia, secondo la breve spiegazione del neurobiologo Pietro Calissano.
Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di
avviare il video.
Nessun commento:
Posta un commento