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sabato 18 ottobre 2014

Albenga cinque mesi dopo le elezioni...

Quis custodiet ipsos custodes?
(Chi sorveglierà i sorveglianti?)
Giovenale, VI Satira



Dopo circa cinque mesi dal giorno delle elezioni ... 
(Albenga nella rappresentazione di una lunetta 
sita in San Fedele)

... vogliamo chiederci quale politica si è avviata ...
(Francesco Guardi, Udienza accordata 
dal doge di Venezia)
Nella competizione preelettorale del maggio scorso, leggendo i programmi delle varie liste ingaune, un po’ di speranza era rifiorita sulla possibilità di una ”pedagogia istituzionale” cittadina, intesa  non come astuzia tattica degli amministratori  ma come  azione “terapeutica” capace di instaurare nuove relazioni non autoritarie tra i cittadini ed i loro rappresentanti per una gestione partecipata del potere sociale e per una progressiva umanizzazione delle persone, dei gruppi, delle istituzioni.

... la politica delle decisioni predefinite? ...
(A. Lorenzetti, nell'Allegoria del buon governo, rappresenta 
il Comune di Siena come un sovrano 
che si erge e domina su tutti)
Pedagogia istituzionale significa ridefinire la relazione passando da una politica dell’assimilazione ad una politica della creatività: nella prima i cittadini semplicemente assimilano “significati” già esistenti e decisioni predefinite (di cui sono fruitori passivi e ripetitivi); nella seconda ogni cittadino, assieme a chi amministra e nel rispetto dei diversi ruoli e responsabilità, è invitato a collaborare e stimolato a contribuire, come può e se può, a ricercare le soluzioni migliori per la città ed il bene di tutti.

... o la politica della partecipazione creativa? ...
(Leo von Klenze, Acropoli e Areopago)
In effetti alcuni programmi esplicitamente si ponevano il problema di smettere di trattare i cittadini come bambini da blandire o, peggio, come adulti minorati da guidare dove si voleva, una volta ottenuta  con le elezioni una delega in bianco. Mi confortava non poco questo voler ricercare nuove strade di confronto reale, di informazione face to face, di dialogo con le varie forme di associazionismo cittadino, di vera partecipazione diretta ed indiretta, non episodica, alle scelte future della città.
...la politica che dà voce a tutti... 
(Raffaello, Scuola di Atene)
Gaudere cum gaudentibus, flere cum flentibus! Ho condiviso in parte sia la gioia dei vincitori sia in particolare l’amarezza di quelle due liste sconfitte che proponevano un autentico deciso cambiamento: erano in tanti ad aspettarsi da un nuovo Sindaco la decisa volontà di ricucire un’Albenga divisa, che non poteva andare molto lontano, perché per procedere c’è  bisogno di tutti, a meno di cedere alla sterile tracotanza del “partito della paralisi”. 
 
... o la politica che mette a tacere? ... 
(G.L.David, Morte di Socrate)
Io stesso, non più giovane da tempo, sentivo e sento fortissimo il  desiderio di  respirare aria diversa, di scelte coraggiose al limite dell’incoscienza (come  sta succedendo a livello nazionale e qualcuno forse pagherà caro questo affronto ai politichesi…), magari rischiando di sbagliare, ma dissolvendo il cinismo ed il disincanto, nel rifiorire, non di tutte, ma di qualche speranza.

... la politica dell'immobilismo? ...  
 (G. de Chirico. Piazza d'Italia)
Cinque mesi dalle elezioni sono forse troppo pochi per stabilire se qualcosa è veramente cambiato, se ancora una volta abbia trionfato il  fumo per gli ingenui, se fatti concreti stiano veramente accorciando il divario tra amministratori ed amministrati.

 
... o la politica del cambiamento?...
(Boccioni, La città che sale)
Tutto ciò che si può dire al momento è sperare che siano a tutti rese visibili le qualità e le competenze necessarie per risolvere i problemi della città, sperare che i cambiamenti da tutti promessi, graduali ma sicuri,  della qualità della vita e delle relazioni urbane si realizzino in tempi ragionevoli e non alle kalende greche.

... la politica che ha un progetto? ...  
(Autore ignoto, La città ideale)
Quello che vorrei, io e forse anche altri, da subito vedere – ma forse sono io, cecuziente, a non sapere o voler vedere – sono amministratori e pubblici impiegati sovrabbondanti di empatia e di autentica congruenza, capaci di comunicare e soprattutto di ascoltare.

... un progetto condiviso?
(Albenga in un disegno di fine ottocento)

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