Quis custodiet ipsos custodes?
(Chi sorveglierà i sorveglianti?)
Giovenale, VI Satira
Dopo circa cinque mesi dal giorno delle elezioni ... (Albenga nella rappresentazione di una lunetta sita in San Fedele) |
... vogliamo chiederci quale politica si è avviata ... (Francesco Guardi, Udienza accordata dal doge di Venezia) |
Nella competizione preelettorale
del maggio scorso, leggendo i programmi delle varie liste ingaune, un po’
di speranza era rifiorita sulla possibilità di una ”pedagogia istituzionale”
cittadina, intesa non come astuzia tattica degli amministratori ma
come azione “terapeutica” capace di instaurare nuove relazioni non
autoritarie tra i cittadini ed i loro rappresentanti per una gestione
partecipata del potere sociale e per una progressiva umanizzazione delle
persone, dei gruppi, delle istituzioni.
... la politica delle decisioni predefinite? ... (A. Lorenzetti, nell'Allegoria del buon governo, rappresenta il Comune di Siena come un sovrano che si erge e domina su tutti) |
Pedagogia istituzionale significa
ridefinire la relazione passando da una politica dell’assimilazione ad una
politica della creatività: nella prima i cittadini semplicemente assimilano
“significati” già esistenti e decisioni predefinite (di cui sono fruitori
passivi e ripetitivi); nella seconda ogni cittadino, assieme a chi amministra e
nel rispetto dei diversi ruoli e responsabilità, è invitato a collaborare e
stimolato a contribuire, come può e se può, a ricercare le soluzioni
migliori per la città ed il bene di tutti.
... o la politica della partecipazione creativa? ... (Leo von Klenze, Acropoli e Areopago) |
In effetti alcuni programmi
esplicitamente si ponevano il problema di smettere di trattare i cittadini come
bambini da blandire o, peggio, come adulti minorati da guidare dove si voleva,
una volta ottenuta con le elezioni una delega in bianco. Mi confortava
non poco questo voler ricercare nuove strade di confronto reale, di
informazione face to face, di dialogo con le varie forme di associazionismo
cittadino, di vera partecipazione diretta ed indiretta, non episodica, alle
scelte future della città.
Gaudere cum gaudentibus, flere
cum flentibus! Ho condiviso in parte sia la gioia dei vincitori sia in
particolare l’amarezza di quelle due liste sconfitte che proponevano un
autentico deciso cambiamento: erano in tanti ad aspettarsi da un nuovo
Sindaco la decisa volontà di ricucire un’Albenga divisa, che non poteva
andare molto lontano, perché per procedere c’è bisogno di tutti, a meno
di cedere alla sterile tracotanza del “partito della
paralisi”.
... o la politica che mette a tacere? ... (G.L.David, Morte di Socrate) |
Io stesso, non più giovane da
tempo, sentivo e sento fortissimo il desiderio di respirare aria
diversa, di scelte coraggiose al limite dell’incoscienza (come sta
succedendo a livello nazionale e qualcuno forse pagherà caro questo affronto ai
politichesi…), magari rischiando di sbagliare, ma dissolvendo il cinismo ed il
disincanto, nel rifiorire, non di tutte, ma di qualche speranza.
... la politica dell'immobilismo? ... (G. de Chirico. Piazza d'Italia) |
Cinque mesi dalle elezioni
sono forse troppo pochi per stabilire se qualcosa è veramente cambiato,
se ancora una volta abbia trionfato il fumo per gli ingenui, se fatti
concreti stiano veramente accorciando il divario tra amministratori ed
amministrati.
... o la politica del cambiamento?... (Boccioni, La città che sale) |
Tutto ciò che si può dire al
momento è sperare che siano a tutti rese visibili le qualità e le
competenze necessarie per risolvere i problemi della città, sperare che i
cambiamenti da tutti promessi, graduali ma sicuri, della qualità
della vita e delle relazioni urbane si realizzino in tempi ragionevoli e non
alle kalende greche.
... la politica che ha un progetto? ... (Autore ignoto, La città ideale) |
Quello che vorrei, io e forse
anche altri, da subito vedere – ma forse sono io, cecuziente, a non sapere o
voler vedere – sono amministratori e pubblici impiegati sovrabbondanti di
empatia e di autentica congruenza, capaci di comunicare e soprattutto di
ascoltare.
... un progetto condiviso? (Albenga in un disegno di fine ottocento) |
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