La commemorazione ... a Lampedusa ... |
Il 3 ottobre a Lampedusa vi sarà la commemorazione della tragedia dell’anno scorso
(368 morti) con
una marcia, una celebrazione inter-religiosa e altri momenti di silenzio e riflessione, da vivere in modo sobrio. Il Comune
di Lampedusa e il Comitato 3 ottobre gestiranno l’organizzazione del Festival SABIR, dal 1 al 5 ottobre, non
solo per commemorare le vittime ma soprattutto per fare di Lampedusa - una
delle periferie del mondo, territorio dimenticato che appare sui media solo per
eventi tragici - il simbolo di una terra di incontri tra popoli, culture,
sogni e proposte concrete di trasformazione delle politiche italiane ed
europee (*).
... e in altre parti d'Italia... per ricordare... |
In effetti il 3 ottobre come
giorno della memoria (**) appare una irridente anomalia: i giorni della memoria si dovrebbero istituire in
ricordo di un passato finito una volta per tutte, ma il 3 ottobre si è
continuamente riproposto, anche se in tono minore, l’11 ottobre dello stesso
anno, e poi, quest’anno, il 19 febbraio, il 12 maggio, il 19 luglio, il 2 e il
28 agosto, sino agli 800 morti nelle acque libiche e maltesi nella sola seconda
settimana di settembre.
... per provare ad immedesimarci ... |
Dall’inizio dell’anno i
morti nel Mediterraneo sono più di 2.500; lo scorso anno oltre 600; nel 2012
più di 500.
Un’ecatombe!
E non parliamo delle vittime innocenti di insensate guerre sparse in tutto il
mondo e concentrate nel Medio Oriente.
... se fossi io uno dei tanti migranti ... |
... stretto in un gorgo di morte... |
Forse non stiamo
guardando in fondo a noi stessi, forse non vogliamo capire che le innumeri
anonime vittime di guerra ed i morti sparsi nel Mediterraneo dovrebbero provocare un'inguaribile
empatia (far posto all'altro, esporci al rischio di lasciarci invadere
dall'altro, com-prenderlo), “come se” in qualche modo fosse anche nostra la
loro storia collettiva e personale.
... se fossi io ad avere ogni giorno paura... |
Storia collettiva: vivi, fuggivano dalla fame, dalla miseria,
dalla guerra, da violenze bestiali. Se fossi stato uno di loro non avrei avuto
tempo né possibilità di chiedermi “Gli Italiani hanno le risorse economiche per
non respingermi?”. Semplicemente avrei confidato nella loro umanità, per
accogliermi e per consentirmi di sopravvivere, senza ricordare loro ed a tutti
gli Europei gli sfruttamenti secolari delle risorse e delle terre da cui
provenivo.
... se mi sentissi braccato ... |
Storia personale: la tragedia indicibile delle ultime ore di
angoscia, i bimbi terrorizzati e le madri impotenti, mentre affondano tra
i flutti stringendo nell’ultimo abbraccio le loro creature.
... se fossi terrorizzato... |
Prima o poi spegniamo l’audio, passiamo ad un
altro canale, l’impatto emotivo si smorza, presi come siamo - e
giustamente - dai mille affanni quotidiani. Ormai i morti non fanno più clamore
e tutti noi, pur non facendo finta di niente, ci limitiamo ad imprecare
contro la malvagità delle organizzazioni scafiste, a denunciare
l’inefficacia dei soccorsi, a deplorare ogni violenza e così ci sentiamo meno
disturbati e possiamo vivere in pace con la contraddizione.
... io cercherei di fuggire... |
Non so
sinceramente che cosa ognuno di noi possa fare, che cosa possa fare io che ogni
giorno mi sforzo di imparare a vivere.
Almeno potremmo decidere tutti insieme di non cambiare canale, di non spegnere l’audio, di guardare la realtà senza cinismo, di pensare ogni tanto all’essenziale, di accogliere le provocazioni di questi morti che implorano da noi il cambio di mentalità e di rotta.
Almeno potremmo decidere tutti insieme di non cambiare canale, di non spegnere l’audio, di guardare la realtà senza cinismo, di pensare ogni tanto all’essenziale, di accogliere le provocazioni di questi morti che implorano da noi il cambio di mentalità e di rotta.
Almeno potremmo ascoltare le parole del vescovo di Casablanca
(Marocco), Santiago Agrelo: “E’ inaccettabile che la
vita di un essere umano abbia meno valore di una presunta sicurezza e impermeabilità
delle frontiere di uno Stato. E’ inaccettabile che una decisione politica vada
riempiendo di tombe il cammino che i poveri percorrono con la forza di una
speranza. E’ inaccettabile che merci e capitali godano di più diritti dei
poveri per entrare in un Paese. E’ inaccettabile che si rivendichino frontiere
impermeabili per i pacifici della terra e si tollerino frontiere permeabili al
denaro, alla corruzione, al turismo sessuale, alla tratta delle persone, al
commercio delle armi”.
... costi quel che costi ... |
Almeno potremmo
prendere sul serio l’accorato appello di Alex Zanotelli “a
tutte le istituzioni perché trovino una soluzione a questa tragedia. All’ONU,
perché crei canali di ingresso legale nei vari paesi di accoglienza tramite
traghetti e voli charter, che sostituiscano le carrette del mare. Alla UE,
perché apra corridoi umanitari; realizzi programmi di reinsediamento,
ammissione umanitaria e di facilitazione dei ricongiungimenti famigliari;
smantelli il Fortex, vera e propria macchina da guerra contro i migranti; abolisca
il Regolamento di Dublino che impone ai migranti di fare richiesta di
protezione internazionale al primo stato membro in cui fanno ingresso.
... un filo di speranza .... |
... una luce ... |
... oltre il mare ... |
* Le parole sulle periferie del mondo, sull’abbandono e
l’indifferenza, sono quelle pronunciate un anno fa da Papa Francesco, che
hanno motivato la Federazione delle organizzazioni cristiane di volontariato
(Focsiv) ad essere presente al Festival SABIR.
** Giace da tempo alla Camera una proposta di legge sul 3 ottobre come giornata della memoria nazionale.
Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
** Giace da tempo alla Camera una proposta di legge sul 3 ottobre come giornata della memoria nazionale.
Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
Medio Oriente: Terra di guerre, disperazione, miseria, terrore e fame. Ma anche Terra di esseri umani, dove la vita di ciascuno, è costantemente messa in pericolo, da apparenti motivi Religiosi ed etnici, che quasi sempre nascondono forti interessi economici ed egemonici. Concordo pienamente con Gian Maria. Il susseguirsi di questi sbarchi della disperazione, quasi quotidiani, mostrati dalla televisione, non fa più notizia. I servizi sui naufragi di queste carrette del mare, che trascinano con sé, vecchi donne e bambini, sono così frequenti, ma anche dolorosi, che si preferisce non vederli. "Si cambia canale" Gli Italiani, sono indubbiamente un popolo di gente ospitale e sensibile. Credo che una certa apatia verso questa tragedia umana, sia dovuta alla nostra
RispondiEliminasituazione economica disastrosa. Se a questo, aggiungiamo un'Europa assente, dove ogni Stato contrariamente a quanto dovrebbe, si preoccupa esclusivamente dei propri confini, abbiamo un quadro tragicamente serio. Purtroppo il nostro debito pubblico, rende l'Italia, poco autorevole, anche causa un Governo,che con le sue diatribe intestine e le contrapposizioni in seno alla sinistra, si è fortemente indebolito. La chiave di volta per l'immediato, è senz'altro l'abolizione della "Bossi-Fini", con la prosecuzione del progetto:"Mare Nostrum". E' comunque indispensabile e urgente, il coinvolgimento dell'intera Europa in questa operazione. Occorrono uomini e risorse immediate. Che gli altri Paesi contribuiscano accogliendo i migranti, facilitando l'ingresso anziché respingerli, sburocratizzando le Leggi proprie a ciascuno Stato. La Chiesa contribuisca mettendo a disposizione le strutture disponibili. E' certo che l'Italia da sola non può sostenere una spesa di questa portata. Ciò implica una solidarietà che coinvolga tutte le Nazioni di questa Europa e tutti gli esseri umani. Chi fugge, abbandonando la propria Terra, la famiglia, le proprie tradizioni, abbandonando TUTTO, per mettersi in salvo, merita la massima solidarietà e rispetto.
Mi auguro che siano tanti a pensarla come Te ed a gridarlo al mondo, perché tutti sentano e l’eco giunga anche a chi sta soffrendo l’inferno della fuga per mare e soprattutto a chi può e deve intervenire “facilitando l’ingresso anziché respingerli, sburocratizzando le leggi”. E noi continuiamo a vivere di speranza …
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