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sabato 27 settembre 2014

La strage di innocenti ed i morti nel Mediterraneo.

La commemorazione ... 
a Lampedusa ...
Il 3 ottobre a Lampedusa vi sarà la commemorazione della tragedia dell’anno scorso (368 morti) con una marcia, una celebrazione inter-religiosa e altri momenti di silenzio e riflessione, da vivere in modo sobrio. Il Comune di Lampedusa e il Comitato 3 ottobre gestiranno l’organizzazione del Festival SABIR, dal 1 al 5 ottobre, non solo per commemorare le vittime ma soprattutto per fare di Lampedusa - una delle periferie del mondo, territorio dimenticato che appare sui media solo per eventi tragici - il simbolo di una terra di incontri tra popoli, culture, sogni e proposte concrete di trasformazione delle politiche italiane ed europee (*).

... e in altre parti d'Italia... per ricordare...
In effetti il 3 ottobre come giorno della memoria (**) appare una irridente anomalia: i giorni della memoria si dovrebbero istituire in ricordo di un passato finito una volta per tutte, ma il 3 ottobre si è continuamente riproposto, anche se in tono minore, l’11 ottobre dello stesso anno, e poi, quest’anno, il 19 febbraio, il 12 maggio, il 19 luglio, il 2 e il 28 agosto, sino agli 800 morti nelle acque libiche e maltesi nella sola seconda settimana di settembre. 
... per provare ad immedesimarci ...
Dall’inizio dell’anno i morti nel Mediterraneo sono più di 2.500; lo scorso anno oltre 600; nel 2012 più di 500. Un’ecatombe! E non parliamo delle vittime innocenti di insensate guerre sparse in tutto il mondo e concentrate nel Medio Oriente.

... se fossi io uno dei tanti migranti ...
... stretto in un gorgo 
di morte...
Forse non stiamo guardando in fondo a noi stessi, forse non vogliamo capire che le innumeri anonime vittime di guerra ed i morti sparsi nel Mediterraneo dovrebbero provocare un'inguaribile empatia (far posto all'altro, esporci al rischio di  lasciarci invadere dall'altro, com-prenderlo), “come se” in qualche modo fosse anche nostra la loro storia  collettiva e personale. 

... se fossi io ad avere
ogni giorno paura...
Storia collettiva: vivi, fuggivano dalla fame, dalla miseria, dalla guerra, da violenze bestiali. Se fossi stato uno di loro non avrei avuto tempo né possibilità di chiedermi “Gli Italiani hanno le risorse economiche per non respingermi?”. Semplicemente avrei confidato nella loro umanità, per accogliermi e per consentirmi di sopravvivere, senza ricordare loro ed a tutti gli Europei gli sfruttamenti secolari delle risorse e delle terre da cui provenivo.
... se mi sentissi braccato ...
Storia personale: la tragedia indicibile delle ultime ore di angoscia, i bimbi terrorizzati e le madri impotenti, mentre affondano tra  i flutti stringendo nell’ultimo abbraccio le loro  creature.
... se fossi terrorizzato...
Sconvolti dalla potenza del male e dalla nostra impotenza, trincerati dietro le nostre angosce e le difficoltà del vivere quotidiano, sentiamo sempre meno le grida e le invocazioni di aiuto che ci circondano da tutte le parti e che dovrebbero assordarci.
... se mi sentissi imprigionato ...
Prima o poi spegniamo l’audio, passiamo ad un altro canale,  l’impatto emotivo si smorza, presi come siamo - e giustamente - dai mille affanni quotidiani. Ormai i morti non fanno più clamore e tutti noi, pur non facendo finta di niente, ci limitiamo ad  imprecare contro la malvagità delle organizzazioni scafiste,  a denunciare l’inefficacia dei soccorsi, a deplorare ogni violenza e così ci sentiamo meno disturbati e possiamo vivere in pace con la contraddizione.

... io cercherei di fuggire...

Non so sinceramente che cosa ognuno di noi possa fare, che cosa possa fare io che ogni giorno mi sforzo di imparare a vivere.
Almeno potremmo decidere tutti insieme di non cambiare canale, di non spegnere l’audio, di guardare la realtà senza cinismo, di pensare ogni tanto all’essenziale, di accogliere le provocazioni di questi morti che implorano da noi il cambio di mentalità e di rotta.


... cercherei un varco...
Almeno potremmo ascoltare le parole del vescovo di Casablanca (Marocco), Santiago Agrelo: E’ inaccettabile che la vita di un essere umano abbia meno valore di una presunta sicurezza e impermeabilità delle frontiere di uno Stato. E’ inaccettabile che una decisione politica vada riempiendo di tombe il cammino che i poveri percorrono con la forza di una speranza. E’ inaccettabile che merci e capitali godano di più diritti dei poveri per entrare in un Paese. E’ inaccettabile che si rivendichino frontiere impermeabili per i pacifici della terra e si tollerino frontiere permeabili al denaro, alla corruzione, al turismo sessuale, alla tratta delle persone, al commercio delle armi”.
... costi quel che costi ...
Almeno potremmo  prendere sul serio  l’accorato appello di Alex Zanotelli  “a tutte le istituzioni perché trovino una soluzione a questa tragedia. All’ONU, perché crei canali di ingresso legale nei vari paesi di accoglienza tramite traghetti e voli charter, che sostituiscano le carrette del mare. Alla UE, perché apra corridoi umanitari; realizzi programmi di reinsediamento, ammissione umanitaria e di facilitazione dei ricongiungimenti famigliari; smantelli il Fortex, vera e propria macchina da guerra contro i migranti; abolisca il Regolamento di Dublino che impone ai migranti di fare richiesta di protezione internazionale al primo stato membro in cui fanno ingresso.


... un filo di speranza ....
Al Governo italiano, perché prema su Bruxelles per il mutuo riconoscimento delle domande d’asilo, per un monitoraggio comune ed un equo smistamento; “cambi subito la Bossi – Fini”, come ha chiesto l’arcivescovo di Agrigento, F.Montenegro; chiuda i CIE; voti il disegno di legge sullo Ius Soli per i figli di immigrati nati in Italia; continui l’operazione Mare Nostrum che ha salvato migliaia di migranti in acque internazionali. Alla CEI, perché parli, con più coraggio, in difesa dei profughi e dei rifugiati, e perché apra le canoniche e i conventi vuoti ai rifugiati”.

... una luce ...
Oppure continuiamo a far finta di non far finta di niente ed a vivere in pace con le nostre contraddizioni.

... oltre il mare ...
* Le parole sulle periferie del mondo, sull’abbandono e l’indifferenza, sono quelle  pronunciate un anno fa da Papa Francesco, che hanno motivato la Federazione delle organizzazioni cristiane di volontariato (Focsiv) ad essere presente al Festival SABIR.
** Giace da tempo alla Camera una proposta di legge sul 3 ottobre come giornata della memoria nazionale.

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2 commenti:

  1. Medio Oriente: Terra di guerre, disperazione, miseria, terrore e fame. Ma anche Terra di esseri umani, dove la vita di ciascuno, è costantemente messa in pericolo, da apparenti motivi Religiosi ed etnici, che quasi sempre nascondono forti interessi economici ed egemonici. Concordo pienamente con Gian Maria. Il susseguirsi di questi sbarchi della disperazione, quasi quotidiani, mostrati dalla televisione, non fa più notizia. I servizi sui naufragi di queste carrette del mare, che trascinano con sé, vecchi donne e bambini, sono così frequenti, ma anche dolorosi, che si preferisce non vederli. "Si cambia canale" Gli Italiani, sono indubbiamente un popolo di gente ospitale e sensibile. Credo che una certa apatia verso questa tragedia umana, sia dovuta alla nostra
    situazione economica disastrosa. Se a questo, aggiungiamo un'Europa assente, dove ogni Stato contrariamente a quanto dovrebbe, si preoccupa esclusivamente dei propri confini, abbiamo un quadro tragicamente serio. Purtroppo il nostro debito pubblico, rende l'Italia, poco autorevole, anche causa un Governo,che con le sue diatribe intestine e le contrapposizioni in seno alla sinistra, si è fortemente indebolito. La chiave di volta per l'immediato, è senz'altro l'abolizione della "Bossi-Fini", con la prosecuzione del progetto:"Mare Nostrum". E' comunque indispensabile e urgente, il coinvolgimento dell'intera Europa in questa operazione. Occorrono uomini e risorse immediate. Che gli altri Paesi contribuiscano accogliendo i migranti, facilitando l'ingresso anziché respingerli, sburocratizzando le Leggi proprie a ciascuno Stato. La Chiesa contribuisca mettendo a disposizione le strutture disponibili. E' certo che l'Italia da sola non può sostenere una spesa di questa portata. Ciò implica una solidarietà che coinvolga tutte le Nazioni di questa Europa e tutti gli esseri umani. Chi fugge, abbandonando la propria Terra, la famiglia, le proprie tradizioni, abbandonando TUTTO, per mettersi in salvo, merita la massima solidarietà e rispetto.

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  2. Mi auguro che siano tanti a pensarla come Te ed a gridarlo al mondo, perché tutti sentano e l’eco giunga anche a chi sta soffrendo l’inferno della fuga per mare e soprattutto a chi può e deve intervenire “facilitando l’ingresso anziché respingerli, sburocratizzando le leggi”. E noi continuiamo a vivere di speranza …

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