“Voglio essere ricordato come una persona che ha amato la
Terra, che ha amato la possibilità di fare di questa terra un’unica comunità”
(Paulo Freire, in un’intervista rilasciata pochi giorni prima di morire).
Si insegna imparando... (Il piccolo libro chiede al grande libro: "Mi leggi prima di dormire?" e il grande libro risponde "C'era una volta...") |
Scuola ed educazione della persona. |
La concezione (e la pratica) “depositaria”
dell’educazione nega qualsiasi protagonismo negli educandi, li trasforma
in “recipienti che l’educatore deve riempire”: “l’educatore educa, gli
educandi sono educati; l’educatore sa, gli educandi non sanno; l’educatore
pensa, gli educandi sono pensati; l’educatore parla, gli educandi ascoltano
docilmente; l’educatore crea la disciplina, gli educandi sono disciplinati; […]
l’educatore infine è il soggetto del processo; gli educandi puri oggetti”.
Il modello pedagogico del recipiente da riempire. |
Alla concezione depositaria Freire oppone la concezione “problematizzante” del
docente che non considera gli studenti “vuoti” da riempire ma
che sa dare la parola a tutti, in una creativa e sempre nuova
relazione interpersonale dove i “contenuti” dell’educazione non sono sua
“proprietà” quale detentore del sapere, non sono “ritagli della realtà” da
trasferire in passivi contenitori, ma sono vissuti, interpretati,
insegnati ed appresi attraverso una “curiosità epistemologica e critica” resa
viva dal dialogo.
“Gli uomini si educano in comunione, attraverso la mediazione
del mondo”: “in tal modo l’educatore non è solo colui che educa, ma colui
che, mentre educa, è educato nel dialogo con l’educando, il quale a sua volta,
mentre è educato, anche educa”. L’insegnante costruisce le sue competenze
professionali attraverso la continua problematizzazione del suo sapere:
insegnando-imparando-ricercando, mettendosi in discussione e rendendosi
disponibile in ogni momento nell’avventura spirituale e materiale che è il suo
essere a scuola. Questa era ed è la scuola che sognavo e continuo a sognare.
Vero insegnante è chi continua ad imparare. |
Vorrei concludere queste brevi
riflessioni, formulando gli stessi concetti in termini ancor più
provocatori. G. Blandino, psicologo terapeuta psicoanalista,
qualche anno fa scriveva che nel profondo ogni insegnante combatte una
battaglia contro la distruttività e la morte e, in primo luogo, contro la
propria distruttività ed aggressività. Insegnare è dare vita sotto forma di
vita intellettuale, morale e sociale. La vittoria della creatività sulla
distruttività non costituisce forse la motivazione più profonda
dell’insegnamento?
Vero insegnante è chi, formando, dà vita: vita intellettuale, morale, sociale. |
Vero insegnante non è chi vuol rendere dipendenti ... ma chi vuole dare libertà. |
Vero insegnante è chi fornisce strumenti per affrontare il mare della vita. |
Era così che Freire configurava il docente autentico ed
autorevole: “un educatore creatore, un educatore liberato, o in processo di
liberazione, un educatore che si mette in gioco, si avventura, che non ha paura
della libertà, un educatore capace di amare, di amare lo stesso processo di
educazione, di amare la propria pratica quotidiana”.
Vero insegnante è chi trasmette il valore liberante della cultura, per tutti e per ciascuno (disegno di Tom Gauld, scozzese) |
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È così l'educatore se ne sta solo soletto ad aspettare un Commento
RispondiEliminaI commenti dei più vanno dove c'è da far baruffa, alzare la voce ed imporsi : proprio il modello di " essere" che qui di accantona....
Il Commento ora arriva ed è il mio : di piena condivisione, sia al modello di educazione proposto, sia ai contenuti pedagogici di Freire, sia a Gian Maria che bonariamente, ma significativamente li ha commentati