Post di Gian Maria Zavattaro.
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Riccardo Guasco,
Pensiero di bambino
su tela monocroma
del MoMA
(fotografato e ritoccato al volo) |
"Voi siete gli archi da cui i figli,
come frecce vive,
sono stati scoccati in avanti"
(Kahlil Gibran, Il Profeta, I Figli).
L’irrompere della frenesia
della frammentazione e disgregazione non può non avere ripercussioni anche
sulla scuola e condizionare comportamenti ambivalenti in tutte le sue
componenti: Genitori, Studenti, Docenti.
Nella mia veste di preside ho
incontrato i genitori in 2 tipologie antitetiche (tralascio volutamente le numerose
sfumature tra i due poli).
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Riccardo Guasco,
Io ti proteggo |
Nella prima emergono i genitori chiusi nelle loro
individualità ed egoismi, difensori ad oltranza per partito preso dei
figli, figure da progettare secondo i canoni della “cultura dello
scarto” e del successo. L’affetto indubbio per i figli si trasforma nel
più o meno consapevole mendicare ad ogni costo la loro “amicizia”: non
c’è dialettica relazionale, dialogo, ma complicità di fronte alle loro
azioni e resa di fronte alle loro richieste. Per costoro i docenti sono per lo
più incapaci, non autorevoli, spesso rei di presunte ingiustizie ed affronti.
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Riccardo Guasco,
Il torto e la ragione |
Troppo impegnati su altri versanti - aggressivi o passivi a seconda dei casi,
in crisi d’identità, senza fiducia nella società, spesso in difficoltà
economica - non si accorgono dei rischi formativi dei figli, minimizzano
i casi di bullismo relegandoli a poco più che uno scherzo, si scandalizzano se
solo si sfiora la possibilità, che possano essere coinvolti nel consumo – non
dico di spaccio - di droga ed alcool. Nel clima di rivalsa, divisione,
reciproca sfiducia ed incomprensione non si costruisce nella scuola una comunità
educativa aperta ad ogni inclusione.
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Riccardo Guasco,
Due linee bianche
(che prima o poi
si incontreranno) |
La seconda è formata da persone consapevoli
che la scuola è un’insostituibile risorsa di umanità per affrontare le sfide
del presente, nella solidarietà tra le generazioni. L’affetto per i figli si
inscrive in una relazione dialettica, in un dialogo pieno d’amore, che non teme
conflittualità e contrasti, perché li sa gestire. Genitori consapevoli che
famiglia e scuola sono per i lori figli la prima e seconda
comunità, la porta aperta verso il mondo, lo spazio della fiducia
fondamentale, degli affetti e delle relazioni: luoghi di costruzione della
propria identità e di scoperta della differenza, in cui ci si prepara alla partenza
ed alla separazione per far lievitare, divenuti autonomi e
corresponsabili, il mondo delle relazioni sociali e del lavoro.
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Riccardo Guasco,
Se ci uccidono il chiaro di luna
ne abbiamo pronti altri tre |
Si sentono pertanto responsabili
verso la scuola, partecipano, anche con sacrificio, agli organi
collegiali (consigli di classe, consiglio di istituto, assemblee ed
associazioni dei genitori), sforzandosi di vivificare una partecipazione
giuridica per molti aspetti datata e dar credito alla speranza.
Perché far crescere i figli in questo
tempo di crisi non è facile
per nessuno e non è facile credere nel futuro. Ogni crisi è in sé ambivalente. L’emblematico ideogramma cinese “crisi” deriva dalla composizione di due
ideogrammi: uno significa “opportunità”, l’altro “minaccia”. Che cosa è il
futuro per i nostri giovani, promessa o minaccia?
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Riccardo Guasco,
Uomo rosso che danza
davanti alla tempesta |
Secondo psicoterapeuti e
psicanalisti la percezione che i genitori consegnano ai figli condiziona la
loro fiducia nel futuro. La sfiducia degli adulti produce un effetto deleterio,
perché gli adolescenti, per aver voglia di diventare adulti, hanno bisogno di
credere nel futuro come opportunità, come promessa e non come minaccia (1). I genitori fiduciosi nel futuro sono
quelli capaci di raccogliere, condividere e diffondere il paradigma
dell’accoglienza: comprendere l’altro (i figli, i docenti, il “prossimo”) nella
sua alterità ed identità, comprendere il suo orizzonte ed insieme vincere l’ignoto
della discontinuità.
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Riccardo Guasco,
Fino alla fine del fiume,
poi sempre diritto
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Adulti che vivono la scuola come luogo di incontro tra persone, nel rispetto delle differenze di opinione, dei ruoli e delle responsabilità di ogni componente, offrendo un apporto delicato, che infonde fiducia nel presente e nel futuro e proprio per questo è foriero di approcci positivi dei loro figli verso altre istituzioni.
Nota
(1) Cfr. Ph. Jeammet, Crescere in
un tempo di crisi - come aiutare i nostri figli a credere nel futuro, VP,
Mi, 2015, p.20 e sg. Inoltre: M. Lancini, Adolescenti navigati - come
sostenere la crescita dei nativi digitali, Erikson, Trento, 2015, p. 32 e
sg.
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Riccardo Guasco,
Ritratto a matita |
Riccardo Guasco è un
illustratore e pittore italiano (nato ad Alessandria nel 1975) di fama
internazionale, le cui immagini compaiono su libri, riviste, manifesti
pubblicitari. Ha collaborato con The New Yorker, Rizzoli, Giunti, DeAgostini, Emergency, Sole
24 Ore, Eni, TIM, Diesel, Rai, L'Espresso.... Lo ringraziamo di cuore per averci accordato il
permesso di pubblicare sue immagini.
Alla sua arte, che coniuga
magistralmente tradizione - soprattutto relativa alle avanguardie novecentesche
- fantasia, estro poetico e ironia, dedicheremo un prossimo articolo. Per visitarne
il sito cliccare qui.
Post di Gian Maria
Zavattaro: secondo estratto dalla relazione tenuta il 2/5/2016 al Campo Scuola
Agesci, presso Sassello, diretto da Fabrizio Coccetti e Donatella Mela, appena
eletta Capo Guida nazionale. Per il primo si può vedere:
Quante volte le nostre situazioni irrisolte o risolte a metà, rimandate a tempi che lentamente arrivano... Tutte queste situazioni, non unificate già in noi, non possono far altro che essere scagliate su ciò che riteniamo "responsabile"... E allora vai.... La scuola,lo Stato, la famiglia,....
RispondiEliminaPenso alla sinergia di gente motivata a conoscersi, a mettersi in discussione,a" crescere" sempre.... Ogni tipo di aggregazione... compresi i nostri" consigli di classe ".. Per mostrare per primi ciò che desidereremmo dagli altri....
Un caro saluto
Sono i Genitori collaborativi che fanno la differenza in ogni scuola, genitori che non cedono alla tentazione dei meccanismi proiettivi (delle proprie frustrazioni o desideri od aspirazioni nei figli) e del narcisismo secondario, che accettano di farsi piccoli perché loro possano diventare grandi, che non rinunciano al loro ruolo profetico, non si lasciano avvilire nella riproduzione di modelli consunti e non considerano la scuola una fabbrica di egoismi…. Buona serata ed un affettuoso saluto da parte di Rossana.
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