Iconografia di Rossana Rolando.
Hans Baluschek (1870-1935), Stazione ferroviaria |
Per questo ci si dimentica del fenomeno
più comune, addirittura “primario” della storia dell’uomo: la migrazione.
Siamo figli dell’uomo migrante. L’uomo,
prima che stanziale, è nomade.
Le migrazioni dall’Africa, gli
spostamenti degli uomini di Neanderthal, i passaggi negli altri continenti, in
intreccio con le fasi climatiche della glaciazione e del disgelo, non solo
testimoniano un indivisibile rapporto uomo-natura, ma disegnano le piste della
distribuzione dell’uomo sulla Terra (diffusionismo). Da qui può discendere la
necessaria “demitizzazione” del fenomeno migratorio. Una demitizzazione che
mette da parte la crosta “tenebrosa”, paurosa con cui lo si è ricoperto e
considerato, che ne fa una “novella peste” del Duemila.
Hans Baluschek (1870-1935), Gli emigranti |
Ecco il risvolto “negativo”
dell’approccio. Ma, al contempo, si è dimostrato concretamente percorribile
l’altro risvolto (aspetto attivo), che dichiara la fattibilità, addirittura la
convenienza di una risposta favorevole alle migrazioni.
Hans Baluschek (1870-1935), Ufficio del lavoro |
La fecondità del fenomeno, come già
detto, si dimostra percorrendo in profondità il cammino storico dell’uomo. Da
qui si evidenzia il felice innesto dei popoli migranti, anche laddove per
qualcuno di essi – si consideri gli Ebrei – aveva corso la condanna biblica
della diaspora.
Considero, a volo d’uccello, la positività delle invasioni
barbariche nel crogiolo della civiltà medievale, la pregnanza, per ricchezza
culturale e monumentale, della Sicilia investita dalla presenza delle genti del
Sud (Bizantini, Arabi) e di quelle del Nord (Normanni, Franchi), i risvolti
positivi delle molteplici migrazioni alle volte del continente americano. Solo
esempi, significativi di sicuro, di un campionario vastissimo, a cui aggiungo
la contingenza fortunata del Nuovissimo Mondo (continente australiano), che da
tanto tempo mette a frutto l’immigrazione che viene dall’Asia, dall’Indonesia,
da tutta l’area del Pacifico, dall’Europa.
Hans Baluschek (1870-1935), Operaie sul ponte. |
Hans Baluschek (1870-1935), Freddo |
Entrando in questa diversa prospettiva,
si giunge a constatare che la storia è una sequenza ininterrotta di “melting
pot” naturali (potremmo azzardare: antropologicamente costituiti).
Fine della prima parte.
condivido l'analisi,ma mi sento impotente e turbata di fronte alla di-
RispondiEliminamensione che assume oggi il fenomeno.
Grazie x gli spunti di riflessione...
La storia inverte l'angolo visuale di Benjamin: le macerie sono nel nostro presente, pericolosamente percorso da pulsioni nichiliste.
RispondiElimina@Enrica Maria Pavanello@Rosario Grillo
RispondiEliminaL'altro ieri la prima lettura della messa domenicale, presentandoci Abramo che contratta con Dio il numero di 10 giusti per la salvezza di Sodoma e Gomorra, ci invitava alla speranza.
Mi piace rammentare l’interpretazione “laica” di P. LEVY, il teorico del cyber-spazio (3° cap. del suo libro “Intelligenza collettiva”). Qual è la colpa di Sodoma? Negare l’ospitalità, garanzia del legame sociale, grazie alla quale colui che è separato, diverso, straniero viene accolto, integrato, compreso in una comunità. Al contrario dell’esclusione il giusto include e in una società di giusti ciascuno si impegna a includere gli altri. Questo non significa affatto che il “giusto” coltivi ad ogni costo l’unità come uniformità ed unanimità; al contrario Lot, l’unico giusto, solo contro tutti, assume la posizione dello straniero, a sua volta cacciato . Perché Lot non basta a salvare Sodoma? Perché ci vogliono almeno 10 “giusti”? La risposta è: c’è bisogno di com-unione collettiva per sostenere una città: 10 è simbolicamente l’inizio per sperimentare la società dei "giusti" dove si possa vivere insieme, sopportarsi, aiutarsi, valorizzare reciprocamente i propri atti ed i carismi di ciascuno. Levy conclude affermando che i “giusti” possono garantire la sopravvivenza di una società se costituiscono una “intelligenza collettiva”. Il cyber-spazio (internet), pur nella sua ambivalenza, può rappresentare una promessa per l’oggi ed il futuro!.
Gian Maria è lo stesso mio sforzo. Che forza in una comunità etica!
RispondiEliminaHo preso nota dell'articolo per proporlo, con i dovuti chiarimenti, come lettura didattica ai miei alunni di III media, a settembre. Grazie anche al prof. Zavattaro per le riflessioni su Lot, il destino di Sodoma e la necessità di 10 giusti ... Saluti cordiali da Palermo.
RispondiElimina@ mari da solcare. Rosario Grillo sarà sicuramente contento della diffusione di questo suo articolo. Grazie. Saluti da Albenga.
RispondiEliminagrazie
RispondiEliminaGrazie a Lei per l'attenzione e l'interesse nei confronti di questo articolo e del blog. Buona serata!
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