Dedicato a tutti gli insegnanti che hanno svolto l'esame di stato e agli studenti che lo hanno sostenuto.
Post di Rossana Rolando
Immagini dei dipinti di Valériane Leblond (qui il sito).
“Chi non ama la vita
non ha pazienza
con essa”
(R. Guardini, Virtù. Temi e prospettive della vita morale)
L'ora di lezione.
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Valériane Leblond |
Ho terminato - come commissaria interna
di Storia e Filosofia - gli esami “di maturità” del Liceo classico: la
conclusione di un ciclo per la quinta in cui ho insegnato dall’inizio del
triennio.
Nel momento di sintesi, che è l’esame di
stato, si raccoglie tutto un mondo di ore e ore trascorse in una precisa
classe, con determinati singoli volti, nella quotidianità prosaica di attimi
che si vivono senza poter sapere se lasceranno un segno e quale. L’ora di
lezione, per quanto frutto di preparazione e non d’improvvisazione, è
imprevedibile nei suoi effetti: troppe le variabili soggettive e oggettive di
cui non si dispone.
“Vivete
ora le domande”
(Reiner Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta).
Non spegnere il desiderio.
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Valériane Leblond |
Durante gli esami, mentre sento parlare
questi ragazzi - e sono bravi, profondi, alcuni spigliati e controllati, altri agitati
e intimiditi - mi dico soprattutto questo: non li abbiamo spenti, non abbiamo
ucciso in loro il desiderio. Si sanno appassionare ai mondi culturali - in modi
diversi, con diversa sensibilità e competenza, secondo le caratteristiche di
ciascuno - sanno esprimere percorsi intellettuali che hanno costruito con cura
e riescono a comunicare valori (estetici, civili, politici, morali) in cui
credono.
“Aprire vuoti nelle teste, aprire buchi nel
discorso già costituito, fare spazio, aprire le finestre, le porte, gli occhi,
le orecchie, il corpo, aprire mondi, aprire aperture impensate prima. Non è
questa la materia di cui è fatta l’erotica dell’insegnamento?”
(Massimo
Recalcati, L’ora di lezione)
La cultura.
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Valériane Leblond |
Alcuni, tra loro, hanno saputo tracciare
meravigliosamente - nei loro approfondimenti di inizio colloquio - il
significato della cultura… che non è un’accumulazione
di nozioni, ma un’amplificazione della vita, data dalla capacità di sentire e
comprendere la realtà in modo più complesso e sfumato, resa possibile dall’acquisizione
di parole in grado di nominare i sentimenti e le emozioni. Hanno capito che la
spinta alla conoscenza (curiositas) scaturisce
dal “vuoto” - dalla “mancanza”, dall’insufficienza (penia) - che ci costituisce come uomini e dallo “stupore / sgomento,
meraviglia / orrore” (thauma) che proviamo
dinnanzi al mondo. Se la cultura non riempie il vuoto e non risolve lo
sgomento, ci fornisce tuttavia lenti per guardare noi stessi, strumenti per
decodificare il mondo, farmaci per alleviare la sete di pienezza e di bellezza,
chiavi per aprire vie di liberazione e non soggiacere semplicemente
all’esistente.
“L’iniziare, sempre e di nuovo,
contraddistingue […] il tempo in
quanto tale”
(Adriano Fabris, Paradossi del senso).
Ri-partire.
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Valériane Leblond |
L’esame di stato è la chiusura di un
ciclo di studi ed è, nello stesso tempo, un inizio: la scelta di una facoltà
post diploma, lo spostamento in una città sede universitaria, l’apertura a
nuove esperienze e relazioni. Questi ragazzi, che abbiamo accompagnato e
abbiamo visto crescere, ora sono pronti per correre lungo le vie del mondo. Ognuno/a
porterà con sé, anche senza saperlo, questi anni di liceo che - nella
molteplicità delle esperienze, nella contraddittorietà dei sentimenti, nelle
diurne fatiche sofferenze e
soddisfazioni - hanno contribuito a formarlo/a. Per alcuni sarà un
inizio liberante, per altri lo sbocco naturale di un percorso, per qualcuno il
principio di un nuovo cammino, con qualche nostalgia. Per tutti ci auguriamo che
la strada, ancora da intraprendere, possa essere ricca di esperienze intellettuali
e umane, in cui continuare a crescere, consapevoli e liberi, forti e
responsabili verso se stessi e verso gli altri.
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Valériane Leblond |
Un magnifico inizio di giornata con questo "canto" di Rossana!
RispondiEliminaInno agli esami (che sono prove della Vita che è cimento), canto delle rondini che appaiono nei dipinti in diverse formazioni di volo ( la diversità che contrassegna ognuno, pronta a comporre armonie), amore per la scuola nella funzione più appropriata.
Quanta sensibilità hai saputo trasmettere a questi/e ragazzi/e! Quanta fortuna (lo dico non in un senso invidioso) hai se cogli ancora dalla tua professioni soddisfazioni e stimoli!
Grazie!
Grazie a te Rosario per il tuo commento sempre capace di cogliere il significato più profondo dello scritto e delle immagini. Sì, penso che questo lavoro, nonostante il discredito di cui spesso è circondata la figura dell’insegnante, sia ancora molto bello e arricchente. Oggi sicuramente, come sai anche tu, la sua forza non risiede più nel ruolo e nell’esplicito riconoscimento, ma nell’autenticità della relazione con gli alunni e nella conquista quotidiana dell’autorevolezza. E questo lo rende anche un lavoro molto difficile, che richiede di sapersi mettere continuamente in discussione … D’altra parte, nell’indebolimento odierno di riferimenti valoriali socialmente condivisi, la scuola non può abdicare al suo compito pedagogico, anche quando dovesse rimanere l’unica vera agenzia educativa. Un grande abbraccio, Rossana.
RispondiEliminaChi ama la vita ha la pazienza di accudire la propria e quella che vede o intravede negli altri; chi ama la vita non si lamenta della distrazione degli altri, della loro indifferenza, delle loro incapacità; chi ama la vita riconosce comunque negli altri qualità da incoraggiare; chi ama la vita, se può, insegna; chi ama la vita è generoso.
RispondiEliminaAnche le case dell'ultima immagine mi pare anelino il viaggio a inseguire sirene.
Vi auguro buone vacanze.
Caro Gianni buone vacanze anche a te! Hai scritto un commento molto bello che aggiunge allarga suggerisce richiama conforta … nello spirito di quanto dicevo. Sei proprio una voce affine e amica. Un saluto e un caloroso abbraccio da parte mia e di Gian Maria.
EliminaAmore per l' insegnamento..... coraggio per affrontare le difficoltà......due principali requisiti per raggiungere il successo.
RispondiEliminaBisogna quindi guardare le rondini e come loro compiere il proprio dovere ....
Il vostro argomento è poesia e merita di essere divulgato....sia nell' ambiente scolastico che in quello familiare per portare nella mente e nel cuore di tutti quell' amore dell' insegnare e dell' apprendere.....e gli esami rafforzeranno la voglia di andare sempre più avanti.....Ma gli esami non finiranno mai......!
Sì, gli esami non finiscono mai… L’esame di stato della quinta è una tappa importante, molto sentita dai ragazzi e uscirne soddisfatti significa portare con sé – oltre al bagaglio di studio e preparazione costruito lungo il corso della scuola superiore - una giusta dose di autostima e di intraprendenza, utili per affrontare gli esami successivi che la vita pone sul cammino di ciascuno.
RispondiEliminaChe la scuola italiana possa essere ricca di insegnanti colte e sensibili come lei, Rossana. Grazie.
RispondiElimina@Mari D'Asaro. So quanta passione ha animato la sua scelta per l'insegnamento e quanta vera cultura contrassegni il suo impegno. Per questo mi è tanto più gradito il suo generoso giudizio.
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